![]() A spasso con Miró |
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Aprile 2025 |
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La Catalogna omaggia il genio surrealista per i 50 anni della Fundació Joan Miró. Il “Miró Tour” tra Barcellona e Mont-roig del Camp.
50 anni di surrealismo sul Montjuïc Nel triangolo spagnolo Barcellona, Mont-roig del Camp, Maiorca, che ha contrassegnato tutta la vita e la carriera di Joan Miró, esiste un luogo molto speciale. Voluta dall’artista catalano nel 1968 ma ufficialmente costituita nel 1975, la Fundació Joan Miró quest’anno compie 50 anni di attività. Sulla collina del Montjuïc a Barcellona, in un edificio progettato dall’amico e architetto Josep Lluís Sert, è custodita la più ricca collezione di Miró al mondo, oltre 10.000 opere tra dipinti, sculture, creazioni tessili, disegni, ceramiche e schizzi. Per il cinquantenario, sono tanti gli eventi e le mostre in programma alla Fondazione, una vera e propria full immersion nell’arte e nella biografia di Joan Miró, davvero da non perdere. Oltre alle opere della collezione permanente, alle donazioni e i lasciti provenienti dall’artista stesso, dalla moglie Pilar Juncosa, dall’amico Joan Prats, degli altri membri della famiglia Miró o giunti da altre collezioni pubbliche e private, infatti, le esibizioni temporanee approfondiscono vari temi, ad esempio, il processo artistico del genio surrealista, con l’interessante mostra “Obrir l’arxiu 05. Miró. Suports improvisats” (fino al 15 giugno) oppure la ricca storia della Fondazione, attraverso l’excursus “Pintar el cel. 50 anys d’històries de la Fundació Miró” (fino al 29 marzo 2026). Lo spazio mironiano, infine, è anche un’occasione per ammirare le esposizioni monografiche di artisti del XX e XXI e, nell’Espai 13, le proposte degli emergenti.
Info www.fmirobcn.org
Caccia ai “tesori” di Barcellona Un viaggio sulle tracce di Joan Miró nella sua patria natale, Barcellona, non si esaurisce tutto tra le sale e gli spazi della Fundació Joan Miró, perché alcune delle sue opere si trovano sparse anche in diverse altre parti della città catalana. Ad esempio, dove si possono ammirare? La caccia ai tesori di Miró inizia dall’iconica, colorata e gigantesca (è alta più di 20 metri) scultura “Dona i ocell”, del 1983, che campeggia nel parco dedicato a Joan Miró, nel quartiere dell’Eixample, mentre la figura antropomorfa realizzata in bronzo e intitolata “Dona”, del 1981, si può osservare nel cortile centrale della Casa de la Ciutat, la sede del municipio di Barcellona sita nel quartiere turistico del Barri Gòtic. Passeggiando sulla Rambla, non lontano dalla casa dove l’artista trascorse la sua infanzia, al numero 4 di Passatge del Crèdit, s’incontra poi il famoso “Mosaic del Pla de l’Os”, il mosaico dalla forma circolare, realizzato nel 1976 in ceramica da Joan Miró con la collaborazione dell’amico ceramista Joan Gardy Artigas, che vede l’utilizzo dei tipici colori primari amati dal genio catalano: giallo, blu e rosso. I viaggiatori che atterrano o decollano dal Terminal 2 dell’aeroporto di Barcelona El Prat, infine, non possono certo perdersi l’enorme murale (misura 50 metri di larghezza per 10 metri di altezza), composto da quasi 5.000 tessere di ceramica e realizzato nel 1970 da Joan Miró con la collaborazione dell’artista Josep Llorens i Artigas, il padre di Joan Gardy Artigas.
A Mas Miró, l’ispirazione tra natura e silenzio Se esiste un’altra località in Spagna, oltre la città di Barcellona dove nacque nel 1893 e l’isola di Maiorca su cui si trasferì definitivamente nel 1956, che ha segnato fortemente l’identità dell’artista catalano questo è Mas Miró, nel paesino di Mont-roig del Camp, in provincia di Tarragona. La casa-rifugio dove Joan Miró trascorse le sue estati è oggi una frequentata meta di pellegrinaggio per i fan e gli appassionati della sua arte. Formato da più edifici, costruiti tra il XVIII e il XX secolo, Mas Miró ospita lo studio di Joan Miró, da lui personalmente concepito negli anni ’40 e ancora completo degli oggetti personali, degli strumenti di lavoro originali e dei suoi tipici graffiti-appunti disegnati sulle pareti, e poi il pollaio, la cappella eretta dal padre in stile neogotico nel 1916 e i vasti campi, ora coltivati secondo i principi dell’agricoltura organica. Qui, nell’atelier di lavoro e sotto il gazebo dell’ampio giardino punteggiato di olivi, di mandorli e di carrubi, Joan Miró ammise di aver concepito tutte le sue opere. La più rappresentativa dell’anima del luogo è senz’altro “La Masia”, il capolavoro dipinto tra il 1921 e il 1922 custodito alla National Gallery of Art di Washington, che raffigura l’universo “campagnolo” di Mas Miró e significò un periodo di transizione nell’opera di Joan ovvero l’evoluzione da uno stile più figurativo verso un linguaggio simbolico e surrealista. Si può esplorare con una guida, l’audioguida e anche le visite teatralizzate.
Info www.masmiro.com
Dentro i quadri a Mont-roig del Camp Che il villaggio di Mont-roig del Camp, frequentato assiduamente da Joan Miró dal 1911 al 1976, abbia rappresentato il legame viscerale dell’artista catalano con la sua terra natale (fu proprio qui, reduce da una malattia, che il diciottenne Joan decise di dedicarsi completamente alla pittura!), non lo dimostra soltanto il suo capolavoro “La Masia” ma anche le tante altre opere di Miró ispirate ai bucolici paesaggi e alle architetture di questo “morbido” e luminoso scampolo della Catalogna. Si potrebbe, quindi, stilare una mappa (e anche un itinerario) dei suoi luoghi del cuore, a meno di due ore di auto da Barcellona. Le tappe del “Miró Tour” sono per la maggior parte i quadri dipinti tra il 1916 e il 1919, con soggetto il villaggio, come testimoniano i titoli espliciti di “Mont-roig el poble” e “Poble i església de Mont-roig” (il paese e la chiesa), “Mont-roig el riu” (il fiume), “Mont-roig el pont” (il ponte) e gli immediati dintorni di Mont-roig del Camp, con la “Platja de Mont-roig”, la spiaggia di Pixerota dove Joan Miró amava scendere a fare il bagno, e “Mont-roig Sant Ramon”, il dipinto in cui l’artista omaggia (con un’evidente influenza cézanniana) lo spettacolare Ermita de la Mare de Déu de la Roca, l’eremitaggio situato sulla cima di uno strapiombo di roccia rossa da cui amava scrutare l’orizzonte. E poi, riferiti sempre alla zona di Mont-roig del Camp, ci sono “La casa de la palmera”, “Hort amb ase” e “Les Roderes”, le opere ispirate alla casa vicino al Mas Miró. |