Su come si scrive aeroporto è possibile discutere molto. Le versioni, ufficiali e non, sono tante e anche i sostenitori individuali delle due possibili forme di scrittura, tra cui aeroporto e “aereoporto”, sono molti. Stando a quanto afferma l’Accademia della Crusca, che stabilisce le principali regole filologiche della lingua italiana, la forma corretta è AEROPORTO. Il prefisso “aero” sta a indicare l’aria, e l’aeroporto indica dunque il porto per tutti quei mezzi che viaggiano attraverso l’aria.
La parte linguistica “porto”, che compone la seconda metà della parola aeroporto, sta invece a indicare, appunto, un posto di attracco per alcuni tipi di veicoli. Per via della storia e dell’origine di vari tipi di mezzi, la parola “porto” è stata precedentemente utilizzata solo per indicare i mezzi di spostamento marini. Aggiungendo il prefisso “aero”, si aggiunge un altro significato alla parola porto, formando il termine aeroporto per indicare il luogo come adibito al ricevimento dei mezzi di trasporto aerei. Considerando queste piccole particolarità non vi possono essere ulteriori dubbi su come si scrive aeroporto. Bene, ora che abbiamo chiarito come si scrive e pronuncia, vediamo per importanza o traffico quali son i più quotati al mondo con le statistiche del 2017.
1 Atlanta Jackson International Airport: con 103,900 milioni di passeggeri
2 Pechino. Beijing Capital International Airport: con 95,700 milioni di passeggeri
3 International Airport of Dubai: con 86.300 milioni di passeggeri
4 Tokyo. Narita Airport: con 84.900 milioni di passeggeri
5 Los Angeles: con 84.600 milioni di passeggeri
6 Chicago O’Hare: con 879.800 milioni di passeggeri
7 Londra-Heathrow: con 72 367 054 milioni di passeggeri
8 Hong Kong Kai Tak: con 72 milioni di passeggeri
9 Shangai Pudong: con 70.000 milioni di passeggeri
10 Parigi Charles de Gaulle: con 69.500 milioni di passeggeri.
Seguono Amsterdam con 68 ml, Dallas con 67, Frankfurt con 64 ml Istanbul con 63 ml, Giacarta, Seoul, Denver; Bangkok , Canton, New York, Kuala Lumpur, San Francisco, Madrid, Las Vegas, Barcellona, Seattle, Charlotte, Miami, e Monaco di Baviera al 30° posto, con 55 ml di passeggeri.
Per trovare Roma Fiumicino dobbiamo scendere ai 40 ml di passeggeri.
Personalmente li ho frequentati tutti, ad eccezione di Seattle e Charlotte, ma moltissimi non sono nella lista, basti pensare a tutti quelli italiani minori, alcuni molto belli, come Bari Palese, Catania, etc. e a tutti gli europei, una infinità, (in particolare ho apprezzato quello di Bilbao, in perfetta sintonia con la nuova città-museo disegnato da Peter Geary), e poi tutti quelli indiani, almeno una trentina visti e apprezzati per modernità, anche se i controlli doganali indiani sono talmente burocratici, per un eccesso di personale, che timbrano 6-7 volte la stessa carta di imbarco! Però sono tutti super moderni, con cristallo e acciaio ovunque, e tutto sommato confortevoli, in particolare quello di Bangalore.
Ma nei miei ricordi, i preferiti restano quello di Ibiza visto nel ’64, dove i gate all’arrivo erano 4 cancelli di roseti, quello di Culangatta nella Gold Coast Australiana, o alcuni dei micro scali delle isole caraibiche, dove l’atterraggio e il decollo sono davvero a prova di nervi, perché quasi tutti situati sul retro spiaggia, e spesso tra montagne. Rio de Janeiro ha rinnovato l’aeroporto Galeao per le Olimpiadi, rendendo finalmente giustizia ad una città che aveva l’aeroporto peggiore al mondo. In Brasile poi, ho visitato almeno una 20ina di città con relativo aeroporto, Brasilia in testa, tutti moderni, come il Santos Dumont di Rio dove si atterra a pochi metri dal Pan de Azucar. In Generale tutto il sud America ha buoni aeroporti, ed oggi, con l’adeguamento alle nuove normative in qualche modo tutte le città sono state costrette a rifare il look, anziché un solito make-up agli aeroporti. Anche per un’altra ragione: ormai più che spazi di passaggio per viaggiatori in transito, sono delle immense boutique che hanno per appendice i finger per lo sbarco, e che tu sia in uscita o transito, non puoi evitare le gimcane tra qualunque prodotto che si possa immaginare. Ma la parte più importante è la partenza: oltre alle due canoniche ore previste dal regolamento, almeno mezz’ora / 45 minuti si trascorrono a valutare se è il caso o no di comprare un regalo per un destinatario dimenticato, oppure un profumo, piuttosto che il liquore tipico locale. Un argomento a parte va dedicato al food, vera e propria miniera per turisti affamati, che trovano in qualunque aeroporto il loro cibo preferito, pagandolo 3-4 volte in più rispetto al comune pasto consumato fuori. Adoro gli aeroporti, ci poteri vivere, del resto ci vivo e spero di continuare a farlo a lungo: incontrare gente, parlare, osservare gli atteggiamenti di chi torna dal Messico con un maxi sombrero, o chi invece ha rigorosamente ristretto al minimo indispensabile il suo bagaglio e in ogni parte dell’aerostazione lo vedi rincorrere le prese per ricaricare il proprio dispositivo, sia un telefono, sia un tablet o un computer.
Una decisa ed improvvisa svolta nell’aviazione civile, da tempo record delle compagnie orientali, dalla Thai allaSingapore Airlines, rinomate per la comodità a bordo, unito ad un servizio eccellente, con hostess che paiono uscite da un casting per una servizio fotografico, l’ha data la Emirates, con uno tra gli aeroporti più all’avanguardia al mondo, dove tra Palme vere che affiancano i tapis roulant ci sono aree dedicate al relax con straordinarie siege longue, sale massaggi, e uno shopping mall impressionante e poiché molti voli, dopo lo scalo, partono dopo la mezzanotte, hanno ideato uno sconto ulteriore sulle merci se acquistate dopo le 24! Andando ogni anno in India via Dubai per raggiungere Hyderabad e poi Vijayawada, ci sovraccaricavamo di ogni bene possibile, acquisti per i bambini, e liquori per i grandi (essendo vietato l’alcool in India, noi eravamo “gli spacciatori” di whisky, di sigarette, e tanto cioccolato, da aggiungere al carico del bagaglio a mano, composto da Panettoni e Pandori, per festeggiare il Natale in India.
E poi le avventure, il volo dirottato, quello cancellato, quello intercontinentale che prevede una sosta per maltempo nella città di destino di 12 ore! Il massimo l’ho raggiunto, per follia mia, chiaramente, a Bangalore. Già eravamo partiti da Vijayawada con un giorno di ritardo, e solo la mia arte di attore ci ha salvati dalla cancellazione totale di tutte le tratte successive: ho maldestramente imbrogliato l’addetto al Check-in, raccontando una bugia orrenda, punto da un’ape, shock anafilattico, ambulanza, ospedale e dimesso solo il mattino stesso per partire (in realtà era successo davvero, non un’ape, ma una zanzara, e un cerotto bastava per coprire la svista della data di partenza!) Dopo 20 minuti di discussioni, e di suppliche, il ragazzo si allontana, dietro di noi una fila inferocita di un centinaio di persone, torna e ci annuncia che eccezionalmente ha riemesso tutti i biglietti x 3 persone per tutte le tratte successive, ovvero Parigi-Rio de Janeiro, Parigi, Milano… ma sfortunatamente il volo ha 12 ore di ritardo causa neve a Parigi… ci armiamo di pazienza, ringraziando per tanta gentilezza, e una volta raggiunta la capitale francese, la Air France annuncia che il volo per Rio subirà altre 10 ore di ritardo, sempre per la neve, che potevamo constatare continuava a cadere come mai ho visto, e finalmente dal 26 dicembre, data prevista per raggiungere il sud America, arrivammo a Rio il 31 dicembre, alle 4 del pomeriggio, giusto in tempo per una doccia e prepararci per il cenone, e i fantastici fuochi d’artificio a Copacabana. Stravolti ma felici, proseguimmo per altri 4 giorni il relax brasiliano ed eccoci nuovamente in volo per Parigi-Milano, senza disagi.
Ma di avventure simili ne ho così tante che non basterebbe un libro intero per raccontare cosa è successo a New York, a Cancùn, a L’Havana, a Detroit, Bali Denpasar, Hong Kong, Kiruna, Saint Barth, Guam e Saipan, Hawaii, e mille altri posti dove ho avuto la fortuna atterrare o decollare. Storie curiose, disavventure, spesso dovute alla distrazione, a volte alle eccessive e ferree leggi che impiegati delle compagnie aeree hanno fatto rispettare al millesimo, senza sconti di umanità, tutto all’insegna del politically correct, a tutti i costi. Ma viaggiare è anche questo, e oggi più che mai l’attenzione a preparare un bagaglio è doverosa, nel rispetto delle severe norme che regolano l’aviazione civile.
Ma … in volo, per tutta la vita!!!