Sin da ragazzo avevo, come tutti, i mei idoli, i miti, e Amedeo Nazzari rappresentava l’uomo, il padre che “idealmente” avrei voluto avere, Clark Gable lo zio, mentre le dive che imperavano nella mia fanciullezza erano Marlene Dietrich, Greta Garbo, Bette Davis, poi crescendo comparve Paul Newman, James Dean, Marylin, Robert Redford, Jane Fonda, I Douglas, Susan Sarandon, Goldie Hawn, Mastroianni, Manfredi e Gassman, Loren, Magnani, Cortese, Franca Valeri, ma anche molti attori di teatro, e nel mondo musicale a parte i nostrani Morandi, Pavone, Caselli, Patty Pravo, tifavo per i Rolling Stones, pur apprezzando i Beatles, ma allo stesso tempo amavo le voci di Nina Simone, Ornella Vanoni, di Stevie Wonder, Tina Turner, Cher, e tutta l’arte pop, Wharol in testa, e poi crescendo calò l’interesse per le singole persone, e subentrò la musica e i suoi generi, i film e i loro registi, la letteratura benché praticata già da ragazzo, ora avevo interessi più definiti, da Virginia Woolf a Kerouac, da Calvino a Proust, e infiniti altri mi accompagnarono per un lungo periodo, poi mi dedicai alle autobiografie, in seguito alla fisica quantistica, e confesso che non mi sono perso neanche un romanzo di Dan Brown, di Grisham, e altri libri sulla psicologia. Insomma i miti erano tanti, ma non avevo la brama di raccogliere autografi o avvicinarmi a qualcuno di loro. Ovviamente la lista dei nomi in ogni settore è molto più ampia, ma neanche Michael Jackson o Madonna, gli Eurythmicso Boy George, George Michael, I Queens o I Duran Duran, non mi suscitavano fanatismo, se non ammirazione.
Poi un giorno divenni improvvisamente celebre, in America all’inizio, e mi trovai in un secondo Agenti che mi proponevano le loro star, ma prima ancora gli artisti stessi che avevano scoperto il mio “singolare stile” e qui di aneddoti è piena la mia vita! A Los Angeles, in una bellissima boutique di abbigliamento e pelletteria, entra Rod Stewart, compra una dozzina delle mie valige e borse con le mappe, mi chiamano a New York, perché aveva lasciato una sua foto con una dedica per me, la avrei recuperata al primo viaggio in California, ma due giorni dopo mi richiamarono dallo stesso negozio, perché il Sig. Stewart aveva ridato indietro tutto il suo acquisto avendo scoperto che erano in vendita anche da Bloomingdales… risposi ironica-mente, che se era disposto a coprire tutto il budget che mi dava l’America, avrei lavorato in esclusiva solo per lui…. Ma via Rod, ecco che si presenta in Show room a New York la personal Shopper di Whitney Houston e acquista oltre 20 pezzi. Mi lascia anche lei una foto autografata, e con la straordinaria cantante il legame durò a lungo, venne a Milano e mi invitò al concerto e l’indomani passò nel mio nuovo spazio Milanese (nel frattempo ero tornato in Patria) ed aveva fatto incetta di ogni cosa, compreso un piccolo set per il figlio appena nato. E da quel momento piovvero tutti i personaggi noti o meno, italiani e star Internazionali. Ricordo che all’apertura della Boutique in via Montenapoleone, Valeria Marini faceva da padrona di casa, mentre il coreografo Roland Petit, accompagnato dalla moglie, la mitica, diventata poi amica e tutt’ora in contatto, Zizi Jeanmaire, e tutte le stelle della danza, dal giovanissimo Bolle a Carla Fracci, Alessandra Ferri e Luciana Savignano, e poi Mara Venier, Simona Ventura, e molti altri nomi. Ma i primi giorni a seguito dell’apertura, si presentavano in molti, e la prima era una giovanissima e bellissima, ligure di nascita ma Romagnola di adozione, Elenoire Casalegno, sconosciuta, e alla ricerca di un personaggio, mi fece molta tenerezza per il suo candore e le omaggiai una borsa beneaugurante per la sua carriera. Poi tutti, ma proprio tutti passarono chi a conoscermi chi a salutarmi: in precedenza avevo lavorato x 5 anni a Roma come attore e molti ex colleghi ora mi trovavano “stilista di fama mondiale”; Marisa Laurito, il Trio, Massimo Ghini, Dalila Di Lazzaro, Serena Grandi, Daniela Poggi, Claudia Gerini, Ornella Muti e la figlia Naike, Nancy Brilli, Valeria Mazza era un’habitué , cosi come altre famose modelle, e poi i vari Richard Gere, Dustin Hoffman, Adrien Brody, Billy Zane, reduce dal grande successo del Titanic, nel ruolo del cattivo, Harrison Ford, Elsa Martinelli, Joan Collins e l’elenco potrebbe essere interminabile, non vorrei far torto a nessuno, ma non potrei veramente elencare tutti i grandi sostenitori, alcuni diventati veramente amici e a volte semplici conoscenze, sempre ottimi rapporti, con qualche delusione invece chi approfittò per ottenere un omaggio… Nulla di male, era pur sempre un “do ut des”…
Ma una non la dimenticherò mai, seppure l’ho cancellata dalla mia vita, Lei, l’attrice di medio successo che si beffò di me. Ovviamente per discrezione racconterò il fatto senza assolutamente fare nome o dare tracce di riconoscibilità, anzi le dò un nome di fantasia, Emma, talmente lontano dal suo che non potreste mai scoprire di chi si tratta. Non è elegante lo, so, ma non posso raccontare solo e sempre incontri o avventure positive (il 99%) e la vita a volte ti riserva spiacevoli sorprese. Siamo alla vigilia di un Natale, il 23 dicembre , e quell’anno non partivo per le vacanze, poiché ero appena tornato da un lungo viaggio. Ero in boutique, affollata di gente per i regali e si apre la porta: “Amore, adorato, come stai?”, mi dice Emma, “Ciao cara, bene e tu?” “Stanca morta, sto tornando dal set dove sto girando un film, due settimane in una location fredda e umida, ma speriamo che almeno venga fuori un buon film….” Dà un’occhiata in giro e su uno scaffale vede una borsa… e urla “Quella è mia, la adoro, è proprio il mio stile, la voglio, la voglio la voglio… quanto costa?” Non fece in tempo a farmi altri complimenti che le feci trovare la borsa impacchettata, un bel fiocco nella bella shopping natalizia… “Ma no tesoro, la voglio pagare!” “E’ il mio regalo di Natale per te, dopo tuta la fatica che hai fatto te la meriti, anzi, almeno sono certo che è di tuo gradimento” “Ma no, amore, ma no, ma grazie, davvero di cuore”… altre ciance e con una grande abbraccio ci lasciamo, eravamo oltre l’orario di chiusura e il personale aveva assistito già fin troppo a questo inventario di complimenti. Il 24 si lavora moltissimo, così come il 25 mattina, poi un brindisi con il direttore e i commessi, e via a casa a riposare, o chi a pranzo di Natale con la famiglia. Passa il 25, passa Santo Stefano e il 27 si riapre. Soliti cambi di routine, la borsa non va bene e il cliente con lo scontrino può tranquillamente cambiare con un altro articolo. Verso sera, le 18 circa, entra una signora e casualmente ero li nei pressi della cassa, e anche lei chiede di cambiare la borsa che le hanno regalato. La tira fuori dal pacchetto, scusandoci di non avere lo scontrino perché era un regalo, e immediatamente riconosco la borsa, anche perché era l’ultima di una serie, rimasta sola sullo scaffale da almeno un mese… La vendeuse la informa che senza scontrino non possiamo fare cambi, la signora si lamenta, protesta e pretende, a quel punto, lo confesso, la rabbia per essere stato preso in giro era così tanta che sfodero il mio lato peggiore, ed intervengo: “Vede Signora, non solo non possiamo cambiargliela perché sprovvista di scontrino, ma questa era un mio regalo personale per Emma, che suppongo lei conosca. “In effetti è stata lei a regalarmela” confessa la ignara Cliente… “Davvero non può cambiarmela, sa non è esattamente un modello che si addice a me” ”Infatti si addiceva benissimo a Emma, mi scuso ma non è davvero possibile fare il cambio e anzi domani chiamo Emma e mi scuserò anche con lei”. La signora se ne va con la coda tra le gambe, con la borsa riciclata da Emma, e solo il paziente direttore mi trattiene dal non chiamare ora, subito, la sventurata Emma. Lo farò domani, ci puoi contare. E cosi verso le 11 del mattino, la lascio dormire, si sa le dive o divette riposano sino a tardi e…. driiin driiin… “ciao Emma , sono Alviero, volevo solo dirti che sono desolato perché non abbiamo potuto cambiare la borsa alla tua amica, perché non le hai dato lo scontrino, non lo avevi poiché ERA UN MIO REGALO PER TE!” Dall’altra parte silenzio, qualche colpo di tosse, “Ma cosa dici?, ma no, ma, ma… “Ma che?” quella borsa, ti spiego, era l’ultima rimasta di una fortunata serie, e non ci possono essere equivoci, tanto più che la tua amica ha candidamente ammesso di averla ricevuta in regalo da te! “Oddio, sono mortificata! Mi ha invitato a cena la sera di Natale, e non avevo niente da regalarle tanto che mi sono privata del tuo regalo per darlo a lei! Perdonami, scusami, oddio, oddio…” e si odono sul fondo finti singhiozzi.
Ok, tutto bene, ma non potevo lasciar passare questa ennesima presa in giro, poiché la signora Emma, aveva in dotazione anche dei capi di abbigliamento che le avevo dato qualche mese prima per varie ospitate TV, e seppur sollecitata dal mio ufficio guardaroba, non aveva mai reso nulla, ed un giorno eravamo ospiti nello stesso programma televisivo dove lei indossava il capo di un altro stilista, scusandosi con me perché la sua sarta non aveva apportato le corrette modifiche al mio capo. Non detti più di tanto importanza al caso, ma dopo il riciclaggio della borsa, mi capitò di entrare in una sartoria, la stessa che Emma mi aveva indicato come indirizzo per i vestiti, che trovai là, appesi e per la verità malconci. In un baleno li feci piegare e li infilai in una grande shopping, con regolare bolla di accompagnamento e “Dite alla Signora Emma che i vestiti li ho ritirati io personalmente”.
Questo è l’unico sgradevole caso di maleducazione, che nessun’altro ha mai osato e proprio perché isolato, e gestito da un personaggio evidentemente senza una statura professionale, lo racconto perché fa parte del bagaglio di esperienze di vita, e tra tante belle, si può narrarne una meno felice.
Che ne è stato del mio rapporto con Emma? Nulla, io quel che dovevo dire glielo l’ho detto chiaramente, nessun rancore, Nulla, come è stata la sua carriera, ormai sparita dalla scena da quei giorni, e parliamo di 20 anni fa.
Meravigliosi amici e amiche , celebrità di tutto il mondo che mi avete amato, e continuate a farlo anche con ALV, sapete chi sono, mi conoscete bene, vi stimo come so che ricambiate, e vi invito a passare a trovarmi, tanto di Emma non ce ne sono in giro più. Grazie a tutti, tutte per aver posato senza compenso con occhiali, profumi, orologi, per aver sfilato i miei capi di abbigliamento, grazie di cuore.
La vostra amicizia mi è molto gradita!
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