La mia scoperta della Turchia, oltre ai libri di scuola e ai molteplici racconti di saggi o anche di amici che l’avevano già visitata, mi ha da sempre affascinato e così decisi negli anni ’80, con un gruppo di amici, di sbarcare a Istanbul, soggiornare al pera Palace, ancora pregno di ricordi dei giorni trascorsi da Agata Christie, e sentirci anche noi coinvolti in quel paese con un alluce in Europa e tutto il piede in Asia. Impossibile descrivere l’emozione della visita alla città, frastornati da ogni vista, dalla Moschea Blu, a Santa Sofia, Solimano, Eriak, Eyup Sultan, Yeni, Cisterna Basilica e mille altri siti archeologici, religiosi o musulmani, il giorno passato interamente al Gran Bazar, un altro intero giorno dedicato al mitico Topkapi, la Tore di Galata, per incamminarci poi verso il Bosforo, lo stretto che unisce il Mar Nero al Mare di Marmara e segna, assieme allo stretto dei Dardanelli, il confine meridionale tra il continente europeo e il continente asiatico. Ha una lunghezza di 31,7 km per una larghezza che va dai 550 ai 3000 metri. Sulla sponda europea, attorno al Corno d’Oro, si è sviluppata la città di Istanbul, l’antica Costantinopoli, la cui attuale area urbana si estende anche sulla sponda asiatica.
Ma prima di immergerci nel Borsforo immancabile visita la palazzo Domabachè, che è stato il primo palazzo in stile europeo di Istanbul, situato nella parte europea della città, affacciato sul Bosforo esattamente di fronte a Scutari. Dal 1984 è un museo che ripercorre la storia dell’Impero ottomano e della nuova repubblica. Fantastico.
Decidemmo poi di salire a bordo di un traghetto che avrebbe fatto tutte le fermate sia sulla sponda europea che quella asiatica, dove si possono ammirare meravigliose ville immerse nel verde, con un fascio indescrivibile, e una volta arrivati al Mar Nero, rifacemmo lo stesso tragitto al ritorno ebbri di gioia e cultura, felicità e orgoglio di essere parte di un mondo “ascoltato” più volte. Ora ero lì, e sentivo in ogni istante il viaggiatore che nasceva in me. Antichi e suggestivi siti archeologici e rovine in tutto il paese attestano che ogni civiltà è stata caratterizzata da elementi diversi. Oltre a quella ottomana, la principale civiltà fiorita in Turchia fu quella bizantina, il cui dominio durò per più di mille anni, fino alla conquista della capitale bizantina Costantinopoli (l’attuale Istanbul), ad opera dei turchi nel 1453.
Trascorsi sette giorni nella città incantata, noleggiammo un’auto, allora senza gps, e tantomeno telefonini di soccorso, con strade sterrate, a tratti asfaltate, con buche e senza mezzaria, scarse indicazioni stradali, tuttavia un viaggio fantastico che ripetemmo per 7 anni consecutivi, tanto è immensa la Turchia. Sempre sosta al Pera Palace, e via, una volta direzione Bursa, poi via, verso Efeso, Bodrum, la Cappadocia, l’incantevole valle di Pamukkale con le vasche di acqua sulfurea, le chiese rupestri, incontrate ovunque, Smirne, fino ad Ankara la capitale, Kayseri, e poi Mersin ai confini con la Siria, Adana, Konya, Adalia, spesso con difficoltà di trovare un giaciglio poiché si viaggiava alla giornata, e quindi senza prenotazioni…. Ricorderò per tutta la vita la ricerca di un hotel quella volta che eravamo nei pressi di Mersin, non lontani da Aleppo, anzi forse avremmo fatto prima a fermarci proprio nella città ora impossibile da visitare, bene, dopo ore ricerche vediamo una lucina in mezzo ad un campo con scritto Motel: tentiamo! Sì, aveva due stanze a due letti, eravamo in 5 , ma qualunque soluzione sarebbe stata beneaccetta. Neanche la dovuta compilazione del modulo di soggiorno era necessaria, se non una raccomandazione verbale da parte del locandiere, che avremmo visto poi appeso in ogni angolo dei muri dell’entrata, delle scale, del corridoi che portava alla stana e infine sulla porta della camera “Please, do not kill the butterly”.. per favore non uccidete le farfalle… e quando mai ci saremmo sognati di uccidere anche solo una farfalla? … aperta la porta della stanza lo spettacolo era a dir poco da film horror, strano che Hitchock avesse così ossessione degli “uccelli” e non delle farfalle.. forse non era stato a Mersin….Migliaia di meravigliose e coloratissime, nonché giganti farfalle volavano nella stanza con finestre chiuse e li capimmo il perché delle zanzariere sopra ogni letto…. Familiarizzammo con le innocue farfalle, erano circa le 24, e crollammo i un sonno profondo accompagnati dal fruscio delle ali, non più di tanto fastidioso, rispetto a quello che ci si presentò un’ora dopo: ecco perché era l’unico hotel libero in zona: a 100 metri si illuminò di luci, tipo Las Vegas, una discoteca, che aperti i battenti, all’aperto of course, era agosto, il Dj cominciò a sparare a manetta la musica disco più in voga, ad un volume cosi alto che sono certo i decibel avrebbero fatto tremare i minareti anche delle più lontane moschee…era di moda Madonna con Like a Virgin, che odiai per tutto il resto della mia vita, poiché essendo un pezzo appena uscito, lo riproponeva ogni due brani…. Il tutto durò fino all’alba, quando stravolti dal non sonno sotto le zanzariere, era ora di mettersi i cammino per nuove mete…
Aneddoti sulla Turchia ne ho a profusione, ma annullati tutto dalla bellezza di ogni luogo visitato, dalla allora ospitalità e cordialità dl nord al sud, da ovest a est, con una cucina così varia e gustosa, di sapore mediorientale con qualche tocco di occidentalità, l’estasi di trovarsi davanti alla Biblioteca di Adriano ad Efeso, cosi ben restaurata, con tanti sensi di colpa per i nostri monumenti, derivanti dalla loro cultura, così mal conservati! Ecco perché preferivamo itinerari all’estero, e quando mi chiedono, spesso capita, quale sia stato il viaggio che più mi ha colpito o lasciato tracce nel mio cuore, la risposta è sempre la stessa, e senza esitazione: la TURCHIA.
Ci tornai e ci torno quasi ogni anno, per un periodo lavorai anche a Izmir, distretto tessile di notevole importanza per l’economia locale, ma i recenti fatti politici e la direzione di un governo così arrogante e repressivo, mi fa dimenticare il grande lavoro svolto dal Ataturk, Mustafa Kemal Ataturk Atatürk , è stato il militare e politico turco, fondatore e primo Presidente della Turchia (1923-1938). È considerato l’eroe nazionale turco, e padre della Turchia moderna, ma evidentemente ignorato da Erdogan.
Le mie prime letture poi da ragazzino che amava la poesia furono proprio le poesie di Nazim Ikmet, poesie che ritrovai nei primi viaggi in quel paese meraviglioso, negli’80, e che oggi appartiene solo ad una certa élite, peraltro a forte pericolo di concetto di pensiero libero.
Turciha adirata, ti porto nel cuore, e ti auguro giorni migliori, quando sostare a Piazza Taksim per un tè, un pane simit, un gelato dondurma, le caldarroste kestane o semplicemente dei suyu, succhi di ogni tipo, in particolare il melograno o un kebab, non era un reato, ma aggregazione, voglia di conoscerci, di scambiare pensieri in liberta… Auguri Turchia, meriti, per la meraviglia che sei, tutto la democrazie che il mondo ti augura. Tornerò presto a trovarti, promesso.