giovedì, Novembre 21Settimanale a cura di Valeria Sorli

Alviero Martini incontra Kabir Bedi

Abbiamo incontrato lo “stilista viaggiatore”, molto impegnato nel sociale, in occasione del passaggio del testimone per  la Ong Care & Share che si occupa di infanzia abbandonata in India, di cui Martini è stato testimonial per molti anni, ed oggi l’associazione ha ingaggiato un grande personaggio di fama mondiale, e dunque al Grand Hotel Baglioni Visconti Palace di Milano, si è svolta la serata di benvenuto a Kabir Bedi, il nuovo ambasciatore, in una cornice elegante ed accogliente, collateralmente ad una mostra fotografica del fotografo Luigi Baldelli, le cui fotografie scattate in India nei villaggi che care & Share sostiene, sono state battute all’asta per far fronte a nuovi progetti di rieducazione dell’infanzia povera in India. L’incontro con Kabir Bedi, noto a tutti come Sandokan è stato davvero un grande momento di umanità, una persona di grande statura professionale ed umana, del quale abbiamo già pubblicato copertina e intervista il mese scorso.

Alviero Martini e Kabir Bedi hanno dato alle 150 persone presenti informazioni sui progetti, raccontato storie dei ragazzi adottati a distanza, in una atmosfera decisamente con alti contenuti umanitari. Abbiamo chiesto ad Alviero Martini le sue impressioni sul grande attore indiano:

 

Conoscevo Kabir Bedi ovviamente sin da ragazzo quando seguivo con entusiasmo “Sandokan”, Il ruolo che Salgari distribuisce lungo l’arco di una produzione trentennale. A questo proposito, si parla di un primo e un secondo ciclo di Sandokan. Nel primo ciclo, composto da sette episodi, il personaggio di Sandokan è il protagonista assoluto, con due importanti eccezioni.

La prima è costituita dal secondo romanzo del ciclo, I misteri della jungla nera  che narra le avventure di Tremal-Naik e Kammamuri contro i Thugs delle Sunderbunds, comandati dal feroce Suyodhana.. L’altra  vicenda si intreccia  in maniera rocambolesca nel terzo episodio della saga, intitolato I pirati della Malesia (1896). Il successivo Le due tigri, riprenderà l’ambientazione indiana del secondo romanzo, mantenendo però Sandokan al centro della scena, con i personaggi de I misteri della jungla nera a far da comprimari, magistralmente realizzato dal regista Sergio Sollima. Era così’ appassionante la storia, i personaggi come La Perla di Labuan, bravissimi gli attori, Carole Andrè , Philippe Leroy, Adolfo Celi , Carlo Giordana e molti altri bravi interpreti, ma lui, Sandokan-Kabir era diventato un mito per tutte le generazioni.

“Le ha chiesto di parlare di Sandokan?”

“Inevitabile, e lui ne parla con tale piacere, e gratitudine perché non solo gli ha dato la fama mondiale, ma ha stretto un legame così forte con l’Italia, che da persona attenta e intelligente, ha imparato l’italiano e lo parla benissimo. Anzi, alle domande che gli facevo in inglese, mi rispondeva nella nostra lingua: anche l’intervista sul palco, condotta dalla Giornalista Cristina Manfredi, venti minuti di conversazione, la ha voluta fare in italiano, ricevendo calorosi applausi. Non solo per l’italiano ma per l’elaborazione di concetti sul suo nuovo ruolo sociale, così ricercato nel trovare i termini giusti, che avrebbe molto da insegnare ai nostri politici con problemi di congiuntivi!”

“Quali sono ora i suoi impegni con la vostra Associazione?”

“Ora farà un tour in Italia, tra interviste, incontri, dibattiti, apparizioni televisive, e sarà con noi so al 9 aprile.  Ovviamente divulgando la missione di care & Share, sui vari progetti dedicati ai popoli tribali ei supporto alle famiglie, ai ragazzi orfani, con alloggio, vitto, istruzione e progetti di lavoro, dunque formazione.”

“Un incontro felice da quanto ci descrive”

“Un incontro estremamente piacevole, con un uomo di grande spessore umano e nonostante la sua brillante carriera con oltre 100 film, molti girati a Hollywood, molti a Bollywood, la percezione di avere di fronte un mito, che improvvisamente è così semplice e destrutturato dell’apparato dello star system, al punto che mi è sembrato che ci conoscessimo da tempo, come una amicizia consolidata, un amico che non vedevo da tempo. Ho trascorso un giorno intero così piacevole, che ho deciso di accompagnarlo nelle prossime tappe. E’ raro fare incontri così realistici, sinceri, sgombri da ogni barriera culturale, linguistica, ma soprattutto ricca di positività!”

“Dunque un nuovo ambasciatore, che porterà un grande contributo a care & Share?”

“Sicuramente la sua presenza è più che benvenuta, da tempo ne parlavamo nei vari comitati direttivi, del quale faccio parte, della necessità di avere un personaggio di fama mondiale, con una alta credibilità e reputazione, e per di più legato all’Italia, un giusto mix tra i due Paesi, amici da sempre.”

“E’ stato difficile “reclutarlo”?, immaginiamo che  avete dovuto rincorrerlo  pe lungo tempo, dati i suoi impegni, la sua fama, e la distanza”

“Contrariamente a quanto si pensi, il nostro Presidente, Tommaso Carraro, che tra i tanti impegni ha un legame professionale con l’India, si trovava ad Hyderabad, capitale dell’Andra Pradesh, e occasionalmente lo ha incontrato, gli ha proposto il ruolo, e Kabir, senza ma, ne incertezze ha immediatamente risposto di si, con entusiasmo, volontà e senso di gratitudine sia per il nostro Paese, sia per la nobile causa, a lui ben nota, vivendo a Mumbai e seppur privilegiato, a contatto quotidiano con gli slums, i ghetti della povera gente, e dunque il suo SI ‘ stato immediato, generoso, e carico di energia positiva.”

“Non vogliamo essere indiscreti, ma spesso questi personaggi pretendono alti compensi, anche se per beneficenza.  E’ stato così anche per il Signor Bedi?”

“No, al contrario, ci siamo trovati un collaboratore in più, un volontario in più, un operatore sociale in più, tutto a costo zero, come per ognuno di noi. E’ stato straordinariamente generoso, e il suo si ha entusiasmato tutti nel comitato. Il nostro statuto prevede un volontariato puro, ed infatti ognuno di noi si sposta a proprie spese, e tutti i ricavati di ogni evento vanno direttamente e completamente nelle casse dell’amministrazione che provvede alle mille necessità ed emergenze che in India sono quotidiane.”

“Lei dunque lancia il testimone, ma continuerà ad operare per l’associazione?”

“Assolutamente si. Non sono medico, pediatra, o analista economico, il mio ruolo è sempre stato di foundraiser, ovvero di trovare fondi, e nei venti anni di collaborazione ho creato moltissimi eventi ed abbiamo raccolto molti fondi, con generosi sponsor in tuta Italia, in particolare in Lombardia, dove mi è più facile agire. Ed in ogni occasione, da sfilate a presentazione della mia autobiografia, da interventi pubblici a ospitate ad eventi, ho sempre devoluto il mio cachet-compenso, o il ricavato delle vendite di libri o borse, tutto è sempre stato inviato direttamente all’Amministrazione”

“Sappiamo del suo ruolo di Babbo Natale, che ha allietato per anni molti bambini, ci racconta di questa esperienza?”

“Con molto piacere… il natale in india, con le tante religioni, ma soprattutto induista, non è una festa molto celebrata, nonostante ci sia una considerevole quantità di cattolici, ma quel che diverte i bambini di tutto il mondo è la figura di babbo natale, Santa Klaus, e cos’ 10 anni fa abbiamo fatto l’sperimento: vestito con pancia e abito rosso in paille, barba bianca e cappello, sono salito su un carro, trainato da due bufale (renne immaginarie), abbiamo fatto il giro di tutto il villaggio,  i contadini che badavano a condurre le bufale hanno deciso di uscire dal nostro villaggio e mi son trovato nel centro del paesino con una folla immensa che applaudiva per la gioia di grandi e una miriade di bambini… In India non hanno la nozione del tempo, e il tutto è cominciato alle 3 del pomeriggio (42°!) e terminato alle 8 di sera, ormai buio pesto… ma talmente allegro e portatore di felicità, che ho vestiti i panni di babbo natale per 10 anni, e ogni anno ci inventavamo arrivi con ogni mezzo, dalla bicicletta, al tuc tuc, dalle moto ai cammelli, con un crescendo ogni anno di aspettativa. Avevo pensato anche di paracadutarmi, avendo vicino al nostro villaggio un aeroporto, ma per evitare lungaggini burocratiche, sono semplicemente sceso da un tetto di un edificio di 3 piani, con una scala di corda, e l’immancabile sacco zeppo di cioccolata. Insomma un po’ clownesco, ma ha divertito in media 200 bambini per ogni Natale… ora mi sto concentrando sul prossimo arrivo, e siccome i mezzi a disposizione sono ridotti al minimo, anche per evitare ogni costo, credo che useremo un camion da trasporto industriale, addobbato a festa, e Babbo Natale in piedi, legato ovviamente, sulla cabina, con tutti gli elfi in cabina, un esperto autista e altri elfi nel rimorchio…. “

“tutto questo per la gioia dei bambini, complimenti!”

“Per la verità mi diverto così tanto a vedere sorridere i bambini, che la gioia è forse più mia!. Ormai i più grandicelli hanno scoperto chi è babbo Natale, che però tacciono per i più piccoli, che si domandano da dove arriva questo alieno, e l’indomani, rimessi i miei panni, mi raccontano della giornata precedente, fantasticando, inventando e immaginando che fosse davvero Santa Klaus che si era scomodato dal Polo Nord per dar loro attenzione… questa innocenza è la mia felicità.  Sperando, ma ne sono certo, che oltre alle necessità alle quali provvediamo con l’efficienza dei nostri operatori amministrativi, questo gioco, che li diverte molto, resti  un “momento” indimenticabile che conservano durante tutto l’anno, aspettando il prossimo natale!”

“Complimenti per la sua disponibilità, e lunga vita a Care & Share”!

Per informazioni: www.careshare.org  041-2443292 anche su Instagram e facebook

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