venerdì, Ottobre 18Settimanale a cura di Valeria Sorli

Alviero Martini: L’Egitto e il suo fascino

 

Parlare di Egitto significa essere esperti di storia, egittologi, conoscere tutta la storia dei faraoni, le civiltà che hanno influenzato il mondo intero, l’archeologia, la geografia, le culture che si sono susseguite in millenni di storia. Non affronterò con presunzione nessuno di questi argomenti, già ampiamente illustrati da letterati, scienziati, acculturati narratori, pittori orientalisti, e cineasti che hanno prodotto documentari eccezionali e la cinematografia che ci ha regalato pellicole più che esaustive.  Per non parlare poi della quantità di musei in giro per il mondo, dai più piccoli a quelli più ricchi di informazioni e reperti, come il Museo Egizio del Cairo o  quello di Torino, e in ogni città troviamo spazi culturali dedicati alla civiltà più misteriosa, affascinante e dominante al mondo.

Dunque è come viaggiatore che racconterò del “mio Egitto”, delle varie visite, anche se modeste rispetto ad altri esperti turisti che hanno navigato il Nilo, hanno visitato Assuan, Alessandria  e si sono inoltrati nei deserti di cui è ricco il paese. Sono stato al Cairo 5 volte, di cui 3 x lavoro, dunque giusto il tempo per  assaporare l’atmosfera, e via. Poi mi sono recato un paio di volte proprio per conoscere almeno la capitale , il suo museo, i suoi siti archeologici di Giza, le moschee, e con enorme rimpianto, perché non amo la navigazione, ho mancato tutte e due le volte di percorrere il Nilo sulle navi da crociera, un po’ perché  come viaggiatore ho una debolezza: soffro il mal di mare… e un’altra ragione, non amo le gite di gruppi organizzati. (Seppure abbia  raccontato di una navigazione bellissima sul Bosforo, su una imbarcazione non turistica, ma un mezzo di trasporto  per la  popolazione locale, con fermate goni 15-20 minuti, tollerabili!) Dunque Cairo e dintorni.  Voglia di sazietà ed  ebbro di percepito esotismo, arrivo e mi precipito al Museo Midan et Tahir che al contrario della sua grande fama, non è molto esteso come superficie; disposto su due piani con un serie di stanze  disposte intorno ad un atrio centrale. Gli oggetti esposti al piano terreno sono raggrup-pati per ordine cronologico. Appena entrati, a sinistra sono disposte le sale dell’Antico Regno. Continuando in senso orario si trovano le sale del Medio e Nuovo Regno, ed infine quelle dell’Età Greco-Romana. Salendo lo scalone si giunge al primo piano, organizzato in aree tematiche. Al piano terra la maggior parte delle opere più belle sono esposte nelle sale dedicate all’Antico Regno tra cui la statua di Chefren, la statua lignea di Kaaper e il gruppo statuario di Rahotep e Nofret. Altrettanto pregevole, la collezione di reperti risalenti al regno di Akhenaton, il faraone “eretico”. Quando si deve fare una scelta e filtrare le cose da guardare, tanti scelgono il tesoro di Tutankhamon: la maschera d’oro e i sarcofagi del suo corredo funerario, in assoluto i pezzi più straordinari esposti al  museo. Un altro elemento di grande attrazione è la Sala delle Mummie Regali, la quale vi introduce al cospetto di alcuni dei più celebri faraoni, come Sethi I e Ramesse II. E poi una infinità di riferimenti come reperti, scritti, oggetti che davvero lasciano il visitatore a bocca aperta.

La visita prosegue alla Cittadella del Cairo, monumentale fortezza islamica medioevale , imperdibile, poi si va al Gran Bazar Khan el-Khalili dove si trovano souvenir dell’artigianato locale, non particolarmente attraente, molte copie e repliche di basso livello, mente tra le spezie e i tessuti la scelta è davvero impressionante. La Moschea di Muhammad Ali’ : questa Moschea non rispecchia per niente lo stile egiziano e a primo impatto ricorda molto quelle di Instanbul, perché la costruzione fu ordinata da Muhammad Alì Pasha che la volle in stile turco, in quanto lui era un militare albanese nel periodo in cui l’Albania apparteneva ancora all’impero ottomano. Poi di giorno in giorno si scoprono altre attrazioni come la Torre del Cairo si trova sull’isola di Gezira, un pezzo di terra ferma che sorge proprio in mezzo al fiume Nilo. Questa struttura è il secondo monumento più importante d’Egitto dopo le Piramidi di Giza, inoltre è stata per anni la torre più alta di tutta l’Africa con i suoi 187 metri. E’ possibile andare con un ascensore in cima alla torre dove si trovano  un ristorante e una terrazza rotante che dà la migliore vista sul Cairo. Poi una visita la parco Al-Azhar, molto curato e l’oasi diventa verde, tra palme e varia vegetazione. E il fascino delle feluche? Le tipiche imbarcazioni per la navigazione sul fiume, ormai molte diventate stabilmente  ristoranti, discoteche o lounge bar, e ad ogni ponte vi è una discesa che porta sulla riva del fiume, dove divertenti imbonitori, invitano il turista a visitare la propria barca, promettendo meraviglie da mille e una notte.

Ma ora é giunto il momento di avviarci alla periferia del Cairo, dove a 20  chilometri, nel mezzo del deserto sorge il sito archeologico più affasciante e importante d’Egitto, la Necropoli di Giza, bene protetto dall’Unesco con una quantità di Piramidi, costruzioni di ogni tipo, e LEI, la SFINGE, affascinate e misteriosa, anche se rimani per un momento sbigottito, perché dopo aver visto tante immagini nei documentari, in tv o nei film , le proporzioni e lo stato di conservazione lasciano perplessi, ma lei ti ammalia, e ci giri intorno per ore, scatti foto da ogni angolo, sfrutti le luci, i controluce, le ombre, e il mistero rimane, persiste nonostante ora sono al suo cospetto. Intano venditori ambulanti ti propongono ogni cosa, dall’acqua ai datteri, da oggetti di souvenir alle immancabili gite in cavallo o cammello; naturalmente ho ceduto alla seduzione di sentirmi beduino tra le piramidi, e l’esperienza è stata davvero divertente. Ma ora si scende all’interno di  una Piramide, si scopre la profondità, l’ingegno della costruzione, con vani di sosta per arrivare allo spazio nella sua massima profondità, e di una ampiezza  che lascia sbigottito ogni visitatore, siamo nella  reale testimonianza dell’antica civiltà egizia, che ospita al suo interno la Piramide di Chefren, la Piramide di Micerino, la Piramide di Cheope, una delle sette meraviglie del mondo antico. Un giorno intero dall’alba al tramonto, con il sole che illumina di rosso un lato delle piramidi, e per contrasto gli altri bui con gli ambulanti locali che approfittano dell’ombra per un momento di pausa. L’attività intorno alle piramidi è impressionante, qualcuno azzarda spericolate gite con jeep, sollevando polveroni e imprecazioni da parte di tutti.

Si torna in Hotel, una meritata doccia, un breve sosta, ed eccoci nuovamente sulle rive del fiume a cercare la locanda dove cenare e gustare le prelibatezze della cucina egiziana, tra Magrebh e Medio Oriente, la cucina egiziana offre infatti tanto ai visitatori. Ricette dalle origini antiche e materie prime locali, soprattutto verdure, frutta e legumi provenienti dal delta e dalla fertile valle del Nilo. Negli ultimi tempi sta tornando in voga anche la produzione del vino, che in questi territori può contare millenni di storia. E poi il pane, i formaggi…

L’ultimo giorno  ci addentriamo nella città più segreta,  quella dei vicoli stetti, a misura d’uomo e animale, lontano dalle auto, e qui respiriamo davvero la vita locale, con botteghe, laboratori, barbieri,  banchi all’aperto di frutta e verdura, macellerie  con in mostra l’immancabile agnello sacrificato, e ancora tessuti, migliaia di Keffiyeh in piè  de poule di ogni colore e dimensione, nonché qualità, dalla più ruvida ed economica a raffinati cotoni (del resto l’Egitto é uno dei principali produttori di cotone al mondo) con delle sfumature di colori ed abbinamenti molto raffinati.  La popolazione è molto amichevole e noi italiani siamo molto ben visti, amati e conoscono ovviamente  tutte le canzoni di Cutugno, Albano, Pupo, qualcuno arriva a Ramazzotti o alla Pausini, altri azzardano qualche parola in italiano e ad ogni lato senti “hei amico!” , tipico invito alla conversazione che se ti addentri finisci con un invito nelle loro case, dove la mamma o la nonna dal mattino stano cucinando e dunque uno o due posti in più non sconvolgerebbero la tavolata… ma decliniamo, ringraziamo, abbiamo altri luoghi da visitare… la prossima volta, si, next time!!!!!

 

 

 

.