La grandezza, la “statura” umana non sempre è compatibile con la popolarità o il successo di un Vip. Ho fatto moltissimi incontri da quando anch’io ho raggiunto notorietà, successo e fama, ed ho deciso di mantenere sempre la mia “essenza”, il mio lato umano, il mio essere leale e sincero, a dispetto di molti che pensano che un personaggio, uno stilista in particolare, debba essere capriccioso, pieno di vizi e con la corte al seguito. Per mia fortuna ho mantenuto i contatti con la realtà ed ho attraversato il “mondo sociale”, senza farmi prendere da manie di grandezza. Frequento musei, chiese, orfanatrofi, palazzi borghesi o ghetti, Bukingam Palace o case di quartiere, feste supermondane o visite nelle carceri, sempre con lo stesso approccio, con la “semplicità”.
E facendo grandi incontri ho davvero constatato che molti vogliono sentirsi inavvicinabili, ma altrettanti hanno dimostrato la loro grandezza con la stessa attitudine, ovvero modestia, umiltà e spirito di gentilezza rare, pur mantenendo lo status raggiunto. Non dimenticherò mai che nel ‘94 avevo una piccola boutique a Spoleto, entrò la signora Sofia Loren, la commessa mi chiamò immediatamente (io ero a Milano) e diedi istruzione di omaggiarle una piccola borsa, che la Loren non volle assolutamente perché era entrata per piacere suo. Le feci recapitare la borsa in Hotel con un biglietto, e dopo appena una settimana, ricevetti a Milano una lettera, che conservo tutt’ora, da Ginevra, scritta di suo pugno, dove oltre ai complimenti mi ringraziava calorosamente! Se non è eleganza questa! Poi la conobbi, le ricordai questo aneddoto, e mi confermò che questa era sua abitudine.
Poi incontrai Kofi e Nane Annan, ci scambiammo conversazioni di una squisitezza per molto tempo. Così come con Dustin Hoffman, Billy Zane, Adrien Brodey, la compianta Withney Huston, Harrison Ford, Roland Petit e Zizi Jeanmarie, Vittorio Gassman, Carla Fracci, la Savignano, Alessandra Ferri. Poi molti altri, molti italiani tra politici, artisti del cinema o Tv, dive, scienziati, astronauti, letterati etc. Ma nel ’96 un incontro mi segnò particolarmente: un divo di Hollywood cercava sostegno per la sua causa per il Tibet, e la proposta girò tra vari stilisti milanesi, e capitò anche nelle mie mani. Lessi le richieste, gli presentai la mia idea, che ritenevo adeguata per Milano: accettò e, seppur non mi conoscesse affatto, venne a Milano, e passai tre giorni con lui, con Richard Gere, e presentai nella mia boutique in Montenapoleone le fotografie del Tibet scattate da lui. Un successo trionfale, più di 2000 persone lo aspettavano e fui così sorpreso dalla sua Grandezza e umanità, che mi spiazzò. Il quarto giorno ripartì, un’ora dopo era in Spagna, e la prima cosa che fece fu una telefonata di ringraziamento. Abbiamo stretto una solida amicizia e, seppur distanti, ci mandiamo spesso saluti affettuosi.
I grandi sono questi, sono coloro che restano puri nell’animo, anche con un inimmaginabile turbinio di vita sociale intorno.
I grandi non li dimentichi, e neppure loro ti dimenticano!
winter jazz
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