sabato, Novembre 23Settimanale a cura di Valeria Sorli

Alviero Martini- Sanremo tra fiori, canzoni e nostalgia

Nemmeno la pandemia è riuscita a fermare il Festival, la kermesse  dopo tante polemiche va in scena, senza pubblico ,anche se non hanno resistito a inserire qualche applauso finto. In una magnifica tanto quanto fantascientifica scenografia di Gaetano Castelli, Amadeus ha pronunciato “Diamo il benvenuto alla settantunesima edizione del Festival della Canzone Italiana!” Coadiuvato dal mitico Fiorello che ha contribuito in maniera molto incisiva a riempire quel vuoto della platea, mattatore indiscutibile, in una Sanremo blindata dalle forze dell’ordine che sorvegliano i pochi fan che vagano per le strade in cerca di un autografo, ormai introvabile, perché gli artisti sono obbligatoriamente chiusi nelle stanze degli hotel, rinunciando al bagno di folla.
Sanremo senza fiori non è Sanremo anche se  non sono mancati intorno ai “bouquet intoccabili”, trasportati su di un carrello di plexiglas omaggiati alle cantanti, alle quali era concesso di prenderli a prova di politically correct !  Continue le raccomandazioni sulle norme anticovid dettate dal Ministro Speranza con una telefonata al conduttore prima dell’inizio della serata.                                                                                             Nel corso della manifestazione canora si sono susseguiti  illustri ospiti come Ibrahimovic nel ruolo del duro, ma forzato nella parte, la bellissima Matilde de Angelis e un susseguirsi tra nuove proposte e big, alcuni mai visti prima e altri noti, con un brillante intermezzo della Bertè, una performance fuori scena di Achille Lauro, con il delirio del testo della sua canzone-happening sull’esistenza, e piano, piano si è arrivati alla fine serata. Molta nostalgia sul palco con siparietti rubati al passato, dalla canzone in stile Trio Lescano della
debuttante Elena Raggi, alle piume di struzzo rubate alla mitica Zizi Jenamaire da “Mon Truc en Plume” .
Sanremo era Sanremo