sabato, Novembre 23Settimanale a cura di Valeria Sorli

Alviero Martini, un viaggio tra Madrid e Toledo

La penisola Iberica comprende ben cinque Paesi, e i  due maggiori, Spagna e Portogallo,ne assommano da soli quasi tutta l’estensione. Andorra è il più piccolo Paese indipendente della penisola, mentre Gibilterra è un territorio del Regno Unito e la regione di Cerdagna afferisce al dipartimento francesedei Pirenei Orientali.

La penisola separa il Mar Mediterraneo dall’Oceano Atlantico e ha un confine naturale con il resto d’Europa nella catena dei Pirenei. La sua forma è rozzamente rettangolare e per effetto di ciò gran parte del suo territorio è lontana dal mare, il che causa nette differenze climatiche fra le parti costiere e quelle più interne. Il nome della regione deriva dagli Iberi, denominazione degli antichi abitanti del luogo (di presunta origine nord-africana) attribuita da Erodoto.

Ma di Lisbona e Portogallo ne abbiamo già decantato le meraviglie, questa volta ci trasferiamo a Madrid, capitale della Spagna, che con i quasi 6.5 milioni di abitanti è la terza città più popolosa della comunità Europea, dopo Londra e Berlino. Oltre che capitale del Paese, Madrid è anche sede del governo e residenza del monarca spagnolo, ed è il centro politico della Spagna. La città è situata sul corso del fiume Manzanarre (sub-affluente del Tago) nella meseta meridionale ai piedi del Sistema Centrale. Nel centro del paese vi è la comunità di Madrid (che comprende la città di Madrid, il suo agglomerato urbano e si estende ai sobborghi e ai villaggi), delimitata dalle Comunità autonome di Castiglia e León e Castiglia-La Mancia.

Il periodo esatto in cui è stata fondata Madrid rimane ignoto. Gli Arabi fortificarono il regno e gli diedero il nome di Magerit. Tuttavia le origini della città moderna risalgono all’852, quando Muhammad ordinò la costruzione di una piccola residenza reale nel medesimo luogo in cui oggi sorge il Palazzo Reale. Intorno a questo palazzo fu costruita una piccola cittadella, la al-Mudaina. La cittadella venne conquistata nel 1083 dal re Alfonso VI di León e Castiglia che, nella sua avanzata verso Toledo (conquistata due anni dopo), fece riconsacrare la moschea della città nella chiesa della Vergine di Almudena. Dopo lo scoppio di un grande incendio, Enrico III di Castiglia (1379-1406), che fece ricostruire la città, decise di stabilirsi al di fuori delle mura fortificate a El Pardo. L’ingresso trionfale di Ferdinando II di Aragona e Isabella di Castiglia a Madrid annunciò la fine del conflitto tra Castiglia e Aragona e l’inizio dell’influenza del Rinascimento in Spagna.

Il successore di Carlo VFilippo II decise di spostare la corte a Madrid il 12 febbraio 1561. Questo avvenimento sarebbe stato decisivo per la storia della città. Eccetto un breve periodo tra il 1601 e il 1606, quando la corte fu spostata a Valladolid, Madrid sarebbe stata la capitale fino ad oggi. Questa è storia, ma il grande valore di questa particolare città è la sua imponenza, non solo in km quadrati di estensione, ma di grandi vie, di arterie all’interno della città che ne magnificano la presenza di palazzi austeri e talmente orgogliosamente ben conservati che ne costituiscono un ver e proprio polo attrattivo della città. Spianate, piazze, vie, slarghi, rotonde, ognuna con un momento equestre o celebrativo, di proporzioni gigantesche aggiunge fascino alla città, già ospitale di suo, con abitanti forse tra i meglio predisposti alla contemporaneità di una società moderna, con un occhio speciale da parte delle giunte, a tutte le casistiche sociali che un paese moderno deve avere. 

Il mio recente approccio, dopo lunghi anni di assenza è stato più che positivo, ammirandone la qualità dei restauri, l’ottimo stato del manto stradale, direi in perfette condizioni (se pensiamo alla nostra capitale ridotta ad un colabrodo, seppur le ragioni siano diverse) e l’orgoglio nazionale don bandiere giallo-rosse ad ogni edificio, privato o pubblico, balconi imbanditi di fiori e bicolori, aste a cerchio in ogni piazza, con l’immancabile drappo che danza al vento madrileno. La qualità del verde, e davvero ve ne è parecchio, curatissimo, ci fanno capire, che seppure la Spagna è uno tra i paesi europei che non godono certo di una economia privilegiata, è la volontà e l’orgoglio del singolo abitante e ovviamente dei governi (seppure il regime sia monarchico) a darci il segno di quanto amore si necessita per rispettare la propria città. Non ho incontrato orde di senzatetto, non ho percepito il presidio di forze armate, eppure tutto funziona. Una città dinamica, in grande movimento senza caos stradale, capace di accogliere milioni di turisti, senza vederne neanche uno a bivaccare su fontane o parchi con mostruosi panini con conseguente spazzatura a lato: la città è piena zeppa di piazzette, a loro volta zeppe di bar, ristoranti, caffè, dove con una modica cifra il turista si siede, consuma, crea beneficio economico e non lascia tracce del suo passaggio… Ma qui forse il problema è risolto a monte da concessioni o divieti che la giunta comunale stessa ha capito che tipo di turismo vuole. Sono nauseato dal sentire anni di lamentele sul turismo veneziano, sul degrado turistico di Roma, assediate da bar straripanti di ogni sorta di cibarie, senza un posto a sedere, lasciando che il turista si volgarizzi mettendo i piedi a bagno in una fontana consumando il suo lauto pasto. Eppure i turisti sono gli stessi, da tutto il mondo! Di tutte le razze ed etnie, di tutti i ceti sociali. Polemica sterile? Forse no! Ma torniamo alle bellezze di Madrid, a cominciare dalla imponenza del palazzo Reale, al Museo del Prado, dal paco del Retiro, a Plaza Mayor, da la Porta del Sol al museo dell’Escorial e via andando per gallerie, musei minori, chiese, cattedrali, vicoli e quartieri, dove primeggia ad ogni angolo il loro trofeo nazionale, lo jamon  Iberico, e tutte le altre prelibatezze, che se non primeggeranno  mai sulla cucina italiana, promuovono le loro paelle, tortillas e formaggi con grande gusto. Lo shopping globalizzato non è cosi accattivante, tuttavia non manca nulla. 

A poca distanza, un’ora di strada, si raggiunge l’incantevole borgo di Toledo, davvero straordinario; sì lo so che noi abbiamo Gubbio, Assisi, Montepulciano, Siena, Pienza, Matera, etc. ma poiché sono qui non posso che  tessere le lodi ancora una volta per la grande qualità di conservazione della cittadina con le sue mura di cinta, e le porte moresche, qui con un artigianato famoso per le lame, le spade e i coltelli, ma anche il Marzapane, e poi la imponente Cattedrale di Santa Maria, l’Alcazar, le Sinagoghe, il Museo El Greco, il ponte di San Martino e l’affascinate veduta della città dalla circonvallazione esterna dove ai piedi della collina sorre il fiume Tejo, che avevo incontrato qualche mese prima a Lisbona, la chiamato Tago. 

Siviglia, Cordoba, Granada, Salamanca, Barcellona, Avila, Bilbao, Valencia, Segovia, Malaga, Leon, Oviedo, Saragoza, Alicante, Valladolid, Tarragona, Marbella Giron, Murcia, Merida, Burgos e altri piccoli villaggi che ho avuto la fortuna di visitare in anni precedenti, sognando di ritornarci un giorno, così some sto facendo dopo molti anni, ora dedicandomi ad una città per volta, per confermare la bellezza di questa terra così completa, così diversa dal nord al sud, così affasciante, pur con  le sue complessità di alcune zone che vorrebbero la loro autonomia… Ma l’unione di questa nazione dovrebbe restare compatta come appare ad un turista, meravigliosa ed incantevole. 

Visitate la Spagna, isole comprese, come avrete già fatto con la nostra bella Italia.