giovedì, Novembre 21Settimanale a cura di Valeria Sorli

Andrea Agresti: Nel dubbio ridi

La sua verve toscana complice di un mix di umorismo e di tanta contagiosa simpatia, ma alquanto austera nelle vesti del sergente Hartman, affiancata da un’innata vena artistica, fa di Andrea Agresti, uno dei volti più amati del grande schermo. Una Iena a tutto tondo ma anche un eclettico artista sviscerato nel suo coinvolgente sorriso. Uno di quelli che le battute le ha sempre pronte, suvvia, noi della gente che piace non potevamo farci di certo mancare quel quarratino assai versatile e fantasioso.

Quando non veste i panni dell’inviato de “Le Iene”, si dedica alla musica, soprattutto quando sale sul palco per esibirsi accompagnato dalla sua “Forever Band”, sprigionando le sue doti canore a tutto tondo. Lui è uno che è cresciuto insieme a Jeeg Robot e a pane e marmellata. Un toscano verace innamorato della comicità del suo conterraneo: il grande Francesco Nuti e Carlo Monni, ma Andrea Agresti è un personaggio di una genialità fuori dalle righe, un artista a 360 gradi con una lunga carriera alle spalle, coronata da continui successi e con ancora tanta strada da percorrere, perché in fondo, lui è quell’eterno ragazzo che si emoziona riguardando milioni di volte l’incontro finale di Rocky Balboa e che si gasa all’ennesima potenza ascoltando gli Iron Maiden.

Una lunga carriera costellata da Teatro, Musica, TV e tanto altro. Ma come nascono tutte queste passioni?

Non ne ho idea come nascano, le sento mie, mi viene naturale, ho delle idee e sento la necessità di esprimerle, poi una canzone, un testo, un servizio, sono uguali, sono espressioni che si esprimono in posti diversi, ma la soddisfazione è la stessa.

Da anni suoni con la “4Ever Band”: a quale genere di musica vi avvicinate e quali sono i tuoi pezzi forti?

Facciamo un repertorio nazional popolare e anche un po’ ruffiano, anni ’70, ’80, ’90, con i pezzi più amati e conosciuti dalla umana moltitudine; brani che il pubblico conosce bene e quindi è disposto a cantarle con noi. Ogni nostro spettacolo è una grande festa in casa dove tutti ballano e gridano, ho tre musicisti eccezionali che suonano, mentre mi lancio in performance improvvisate tra un pezzo e l’altro.

Chi sono gli “Squinternati animati”?

Il mio progetto di band cartoon cover anni ’80.

Facciamo sigle dei cartoni animati che più mi hanno coinvolto da bambino, suoniamo nei festival dedicati al genere, quindi comics, fiere del fumetto, è una formazione ricca di elementi (5+io) e mettiamo in scena uno show evocativo, per chi ha la mia età, e ricco di divertimento.

Hai scritto 3 album dal titolo “Iena Ridens”, “Agresti domiciliari”, “Enzimi digestivi: a cosa ti sei ispirato?

Non ho una ispirazione particolare, sono 3 album molto interessanti, divertenti, allegri, ogni canzone affronta un tema o racconta una storia diversa, quindi molto piacevole. In ogni brano si cambia mondo ed ambientazione sia sonora che di genere, anche se“Iena ridens” è di stampo più rock. Adesso ho appena finito di incidere il 4° album ma il titolo è ancora segreto, sono in fase di arrangiamento delle parti musicali. È molto interessante questo CD, ma un po’ più serio rispetto ai precedenti .

Sei professore di educazione fisica, ti manca la scuola?

Da morire, mi piaceva molto avere a che fare con i bambini delle elementari ed i ragazzini delle medie, gli anni in cui insegnavo sono stati anni in cui ho imparato molto, tutti i miei “allievi” mi hanno arricchito molto umanamente. 

Da 15 anni fai parte del cast delle Iene: essere una iena quali sacrifici comporta?

Essere una iena è come entrare in convento, ci sei o non ci sei, cambi vita e sposi i servizi, i montaggi, gli appostamenti, la scrittura dei pezzi; la ricerca è un lavoro molto difficile ma molto molto bello. È un onore per me essere diventato una iena storica, un volto di riferimento del programma, come molti altri miei colleghi. 

Ultimamente ti sei preso una pausa dalle Iene per partecipare a Tale e Quale Show, impersonando nella prima puntata Umberto Tozzi e nella seconda Afric Simone dove sei stato superlativo. È stato difficile interpretare questi ruoli?

Non troppo, non sono un imitatore, ho imitato soltanto il sergente Hartman  anche per le iene, quindi adesso provo a giocare, a divertirmi imitando qualcuno con molta leggerezza, consapevole di poter anche sentirmi dire, la voce non è uguale, ma lo so già, io uso la mia. 

Sei padre di due bellissimi gemellini, che papà è Andrea Agresti?

Ci tengo a dire che sono babbo. Sono un babbo normale come tanti che ama vedere crescere i propri figli. Mi diverto con loro, vivo attraverso i loro occhi le gioie delle loro scoperte e sono severo se è necessario.

Da 4 anni segui un’alimentazione vegana, perché questa scelta?

Io seguo uno stile di vita alimentare alcalino, per praticità di relazione posso dire vegano anche se mangio ogni tanto il pesce; semplicemente ho scoperto che sto meglio, ho provato per curiosità dopo i servizi fatti a le Iene, e mi è cambiata la vita, recupero prima, mi ammalo meno, sono più energetico, più reattivo, ho più resistenza, dormo meglio e ho trovato solo benefici. Poi l’alimentazione vegana è buonissima. Mettiamola così: mangio vegano ma non rompo le palle a chi mangia la carne. 

Sei bravissimo ai fornelli, consigliaci una ricetta delle tue…

Non ho una ricetta particolare, un trucco è usare come contorno la frutta, il contrasto tra esitano alla piastra con un po’ di olio Evo, pepe, humus di ceci abbinato ad un mango dolce o ad una papaya è favoloso.