sabato, Novembre 23Settimanale a cura di Valeria Sorli

Anna Dello Russo-ospite a Fashion in Star

Anna Dello Russo, direttrice creativa di Vogue Japan, affronta importanti temi di attualità, ospite del format “Fashion in Star”.
La fashion brand ambassador e scientific director dell’Istituto Maragoni ripercorre le tappe della sua
carriera, dal primo colloquio di lavoro con la compianta “Signora della Moda” Franca Sozzani: È stata il mio mentore. Ho iniziato tutto grazie a lei e per lei. Mentre stavo frequentando un master alla Domus Academy di Milano, l’allora direttore creativo dell’Academy di moda Gianfranco Ferré mi fece fare questo colloquio con Franca, che in quel momento aveva preso Vogue Italia e stava cercando un team tutto nuovo. Tutto è partito da lì. È stato il primo colloquio della mia vita e ho cominciato a lavorare il giorno dopo. Da lei ho imparato tutto, il mio mestiere, e soprattutto l’audacia con la quale affrontava le sfide.».
L’icona di moda descrive la situazione della moda negli Anni 90: «C’era una grandissima cura della qualità grazie alle collaborazioni con i fotografi di fama mondiale. C’era un diverso approccio al lavoro. Erano anni in cui c’era grande rispetto dell’istituzione, c’erano delle rigide regole etiche e deontologiche. Nel nostro lavoro non è importante essere solo stylist o editor, ma è raccontare la storia della moda attraverso le immagini, come i giornalisti attraverso la penna, quindi svolgere un lavoro di giornalismo. Oggi tutto ciò sembrerebbe non servire più, in quanto la quantità di opportunità di nuovi lavori ha un po’ screditato questo mestiere. Ma l’eccellenza di certi lavori internazionali non va dimenticata. La cura e la fatica con cui si arrivava a certi progetti e a certi traguardi, non penso che debbano essere sottovalutate…».
Ecco i consigli ai giovani che vogliano entrare nel mondo della moda, anche grazie ai social media:
«Oggi è vero che hai mille opportunità nella modernità, ma così come hai mille opportunità e centomila concorrenze, alla prima pressione crolli. Quindi consiglio ai miei studenti dell’Istituto Marangoni di far durare il più possibile il periodo di formazione, senza accelerare i tempi, ma bisogna tesaurizzare le conoscenze e gli approfondimenti culturali. La cultura è una chiave di sapere e disciplina, che ti aiuta a sopportare la pressione del lavoro. Quindi spalle larghe, elasticità mentale, grande spirito di osservazione, ma soprattutto classici alla mano, perché lì troviamo le risposte a tante domande. Pertanto consiglio ai giovani di studiare finché possono, perché è stupendo. Poi disciplina assoluta sul lavoro. Più sei disciplinato, più sei creativo. Praticamente l’opposto del detto genio e sregolatezza».
E veniamo al Mondo della moda oggi: «Le carriere della moda sono universali, atemporali e infinite.                 Le carriere ti portano ad aggiornare sempre il database ed esercitare e disciplinare il tuo sapere, attraverso delle pratiche fisiche, sportive, meditative e ovviamente l’assoluta esperienza del lavoro. Sono luoghi privilegiati e meravigliosi di approffondimento alle conoscenze e al sapere della vita che ti consentono di galleggiare nello tzunami del tempo moderno. Il linguaggio della moda è inclusivo, internazionale e privo di barriere. Oggi è tutto digitale. Alle 5 del mattino inizio subito a lavorare in tempo reale su WhatsApp.             Il mondo analogico è una ricchezza per chi ce l’ha. Non mi manca nulla del passato. Si guarda sempre avanti e al futuro, non si guarda mai indietro, tranne che per raccontare  la storia.                                               Le innovazioni e i cambiamenti sono meravigliosi».
Il rapporto con i Social: «Ho iniziato a usare il social già 15 anni fa, quando c’erano i primi fashion blogger e siti. Nessuno prevedeva questo cambiamento epocale. Per me è stato un normale e ulteriore strumento per mettersi alla prova, comunicare, condividere e aggiornare anche il mio modo di lavorare. Sono davvero tanti i vantaggi dei social. Ci hanno permesso di diventare cittadini del mondo, apolidi e bidimensionali.                   Per il tridimensionale sono sempre indispensabili gli approfondimenti, l’odore dei libri e le biblioteche».
A cura di Vincenzo Maiorano, in collaborazione con Marialessia Sforza. PH Vito Luisi