Tanti auguri ad uno dei più importanti registi di fama internazionale che in questi giorni, il 17 novembre, ha compiuto gli anni. Martin Scorsese, nato a New York nel 1942, ha saputo rappresentare meglio di chiunque altro le nevrosi e i lati oscuri della sua città – e più in generale dell’America contemporanea – e le tensioni di una società, quella degli anni ’70 in particolare, che andava incontro a radicali cambiamenti.
Affascinato fin da bambino dal genere western e dal Neorealismo italiano, con cui sentiva un forte legame anche per le sue origini italo-americane (i nonni si trasferirono dalla Sicilia in America agli inizi del Novecento), il grande regista ha realizzato alcune delle pellicole che hanno segnato la storia del cinema, avvalendosi del sodalizio artistico con attori del calibro di Robert De Niro, Harvey Keitel e, più recentemente, Leonardo DiCaprio. Gli anni ’70 sono un periodo di grande innovazione del linguaggio cinematografico e Scorsese, esponente della New Hollywood, li segna con film ormai divenuti di culto, come “Mean Streets” (1972), caratterizzato da elementi cari al cinema scorsesiano (la violenza, la religione, il senso del peccato, gli ambienti gangster italo-americani), e “Taxi driver” (1976) con un grande Robert De Niro che s’aggira emarginato in una New York cupa e alla deriva. Sono anche gli anni di “Alice non abita più qui” (1974), premio Oscar alla protagonista Ellen Burstyn, ritratto di una donna moderna sfortunata e inquieta, e del celebre musical “New York, New York” (1977) con la coppia Liza Minnelli-Robert De Niro. Ancora De Niro è protagonista di “Toro scatenato” (1980), grande film biografico-pugilistico su Jake LaMotta, una metafora sull’ascesa e il declino dell’uomo, che fa iln pieno di nomination alla notte degli Oscar e porta a De Niro la statuetta come miglior attore protagonista per la sua straordinaria performance.
Ogni film di Scorsese viene atteso con grande interesse da pubblico e critica e se gli anni Ottanta vedono il susseguirsi di film fallimentari al botteghino (“Re per una notte”), poco personali (“Il colore dei soldi”) o contestati (“L’ultima tentazione di Cristo”), il decennio dei Novanta si apre con un grande ritorno alla storia americana legata al gangster movie: “Quei bravi ragazzi” (1990) è il film dell’anno e rilancia la carriera di Scorsese. Si confronta poi, per la prima volta, con un grande romanzo classico della letteratura americana e firma “L’età dell’innocenza” (1993), un capolavoro d’eleganza formale, che guarda al cinema di Visconti, e di recitazione (Daniel Day-Lewis) sulla società perbenista e ipocrita della New York agli albori del Novecento. “Casinò” (1995) è il ritorno al genere gangster, un affresco sulla corruzione, l’avidità, dove Scorsese riaffronta i temi nodali della sua carriera, sfoderando un trio d’assi come De Niro, Joe Pesci e Sharon Stone, mai così brava e intensa, che si guadagna una nomination come miglior attrice.
Con gli anni Duemila nasce una fruttuosa collaborazione tra Scorsese e DiCaprio in diverse mega produzioni, da “Gangs of New York” (2002), che mostra l’America di metà Ottocento nata sul sangue e sulla violenza, all’epico e sontuoso “The aviator” (2004) fino a “The departed – Il bene e il male” (2007), che porta a Scorsese il tanto auspicato Oscar come miglior regista (ma lo avrebbe meritato per altri film) e si aggiudica varie statuette, tra cui miglior film dell’anno. Ancora DiCaprio è protagonista dell’adrenalinico e spassoso “The wolf of Wall Street” (2014), smalto brillante e tecnicamente perfetto della regia di uno Scorsese ormai settantenne, seguito da un film dallo spirito diametralmente opposto come “Silence” (2015). Scorsese torna al tema della religione e il silenzio del titolo è quello misterioso di Dio di fronte alle persecuzioni dei cristiani e di alcuni missionari gesuiti nel Giappone del XVII secolo. Ad oggi l’ultima fatica del grande regista è “The Irishman” (2019), nuovo gangster movie sullo sfondo della storia politica americana distribuito da Netflix e in pochi cinema, che ha visto il ritorno del suo attore-feticcio Robert De Niro, affiancato da Joe Pesci e Al Pacino. Ma Scorsese è ancora al lavoro. All’orizzonte un film che vede protagonisti De Niro e DiCaprio, “Killers of the flower moon”, una biografia su Roosevelt e il progetto più volte annunciato sulla vita di Frank Sinatra.
Se il compleanno del maestro è stato un’occasione per ripercorrere la sua grande carriera, l’augurio che ci sentiamo di fare a tutti gli amanti del cinema è un ritorno quanto prima alla normalità e a vedere i film al cinema al buio di una sala, come quella in cui il giovanissimo Scorsese si rifugiava per vivere storie ed emozioni. E allora, ancora tanti auguri Martin!