Si è conclusa la 72° Edizione del Film Festival di Cannes, forse la più hollywoodiana degli ultimi anni.
Moda, costume, tendenza, gossip non sono mancati ma a fare fortunatamente da protagonista è stato il cinema: che cosa resterà dunque di questa 72° Edizione?
Senza ombra di dubbio sarà ricordata come l’edizione di Tarantino, con Once upon a time in Hollywood, dove la coppia Pitt-DiCaprio ha fatto impazzire la Croisette, fagocitando l’attenzione del mondo, più di qualunque altra prima donna sul red carpet. Li abbiamo ammirati, invidiati, commentati: il film di Tarantino è stato il vincitore morale di questa edizione e sarà sicuramente un film cult, campione di incassi.
Altro grande vincitore morale è stato Pierfrancesco Favino con il magistrale ruolo di Buscetta ne Il traditore, escluso dal podio così come Xavier Dolan con la bellissima pellicola Matthias e Maxime: per entrambi standing ovation in sala ma nessun premio. Peccato.
E’ stato il Festival di Elton John, protagonista del biopic Rocketman, vero e proprio capolavoro, quasi un musical curatissimo nei dettagli: un possibile Oscar come per BohemianRhapsody? Vedremo, le premesse ci sono.
Tuttavia non è stato solo il Festival dei lustrini: la situazione difficile della società francese si impone prepotentemente ne LesMiserables di LadjLy, verista e antieroico non solo nel titolo. Ma le soprese non finiscono qui: chi avremmo mai pensato ad un ritorno in grande stile di Rambo e quindi di Sylverster Stallone, motivatore esemplare sulla scena e sulla Croisette? E poteva mancare Monica Bellucci in un film delicato e profondo come Les plus belles années d’une vie? Romanticismo amarcord e sentimentalismo pungente anche quando le primavere sono tante, come ha testimoniato la Palma d’oro ad Alain Delon, ieri Adone sfrontato del cinema internazionale, oggi uomo a tratti fragile nella meravigliosa senescenza. Tuttavia, l’ambita Palma d’oro è stata ben lontana da Hollywood, scegliendo il regista coreano BongJoon e al suo Parasite, una vittoria in tipico stile Cannes, volta a premiare ancora una volta un cinema introspettivo. Altro colpo di scena è stata una nuova delusione per Pedro Almodovar come regista, malgrado la consolazione della Palma d’Oro come migliore attore ad Antonio Banderas, un riconoscimento meritatissimo che era nell’aria già dopo la première del magnifico Dolor y Gloria. Emily Beechaminvece migliore attrice per il film Little Joe di Jessica Hausner.
Ecco la lista dei vincitori:
- Palma d’Oro per il miglior film: Parasite di Bong Joon-ho
- Grand Prix Speciale della Giuria (menzione della giuria): Atlantique di Mati Diop
- Premio alla regia:fratelli Jean Pierre e Luc Dardenne, per il film Young Ahmed
- Premio della Giuria (ex aequo): Les Miserables di Ladj Ly eBacurau di Kleber Mendonca Filho e Juliano Dornelles
- Premio alla Sceneggiatura (Prix du scénario):Portrait of a Lady on Fire di Celine Sciamma
- Premio per la migliore interpretazione femminile (Prix d’interprétation féminine): Emily Beecham per il film Little Joe di Jessica Hausner
- Premio della miglior interpretazione maschile (Prix d’interprétation masculine): Antonio Banderas per il film Dolor y Gloria di Pedro Almodovar
- Premio della giuria del cortometraggio: Monstruo Diosdi Agustina de San Martin
- Palma d’oro al migliore cortometraggio: The distance between us and the sky di Vasilis Keratos
- Camera D’Oro (migliore opera prima): Nuestras Madresdi Cesar Diaz
- Prix Un certain regard:The Invisible Life of Euridice Gusmao di Karim Aïnouz
- Palma d’onore:Alain Delon
- Menzioni speciali:It Must Be Heaven di Elia Suleiman