Alviero Martini: Mosca prima e dopo
“A Mosca, a Mosca”…. scrive Anton Čechov, ormai prossimo alla fine, alla moglie prima di lasciare l’esilio di Jalta, riprendendo l’eterna invocazione delle sue “Tre sorelle”. “A Mosca! A Mosca!” invoca tra sé la giovane finlandese creata dalla penna di Rosa Liksom a conclusione del lungo racconto dal titolo cechoviano “Scompartimento n.6.” La capitale russa ricorre nell’opera come centro del mondo, mèta agognata, punto di partenza che segna a un tempo la fine, luogo di tormentati affetti e passioni e soprattutto oggetto di malinconica, irreparabile nostalgia. La melanconia essendo, per i finnici, condizione ineludibile dell’individuo nella sua solitudine, epitome della sua capacità di sentire, di amare e di soffrire sprofondando in se stesso.
“A Mosca, a Mosca” era anche ...