Regia: Bart Layton
Anno: 2018
Con l’arrivo del caldo estivo in sala si diradano, come d’abitudine, gli appuntamenti cinematografici di un certo interesse, peraltro in un anno che è stato un po’ avaro di film memorabili. A volte, però, proprio in estate le case di distribuzione sdoganano piccoli film che si rivelano vere e proprie sorprese: è il caso di American animals, ispirato a un incredibile fatto vero accaduto alla Transylvania University di Lexington nel 2003.
Due giovani studenti universitari cresciuti a Lexington, Spencer (Barry Keoghan) e Warren (Evan Peters), sono stanchi della vita monotona che trascorrono nella piccola cittadina americana e vogliono dare una svolta alle loro esistenze, rubando i quattro volumi di “Birds of America”, custoditi presso la biblioteca dell’ateneo. Si tratta di un’opera di enorme grandezza e inestimabile valore che ritrae varie specie di volatili, realizzata nel 1838 da John James Audubon e molto ricercata dai collezionisti. Per mettere a segno il colpo i due ragazzi hanno bisogno di altri aiuti e così ingaggiano gli amici Eric (Jared Abrahamson) e Chas (Blake Jenner): ora la banda è formata e il piano sembra particolarmente facile, anche perchè in biblioteca non ci sono sofisticati sistemi di sicurezza e la placida bibliotecaria non sembra affatto un ostacolo.
Ma le menti dei quattro universitari non sono così eccelse e nemmeno lo è la loro scaltrezza di fronte agli imprevisti della sorte. Una serie di episodi rocamboleschi e di imperdonabile ingenuità manderanno infatti all’aria la rapina e le vite dei quattro improvvisati ladruncoli.
Il film diretto con sapienza dal quasi esordiente Bart Layton ribalta le regole dell’”heist movie”, cioè di pellicole come Ocean’s eleven, in cui organizzatissime bande di amici mettono a segno furti congeniati a orologeria. Qui la monotonia della provincia americana, la voglia di cambiare vita e i giovani universitari apparentemente scaltri e geniali lascerebbero pensare a sviluppi brillanti, cosa che invece non avviene, e alla fine, anzi, resta nei protagonisti il gusto amaro del crimine commesso.
Le immagini di finzione si alternano spesso alle immagini dei veri protagonisti, ormai adulti, che si confessano davanti a noi come in un documentario, sottolineando il rammarico che ancora evoca quel ricordo, di come le loro vite sarebbero potute essere e di come invece sono inesorabilmente cambiate. Ne esce un film che guarda alle vicende con occhio ironico e possiede una profonda morale. American animals riflette infatti sulle responsabilità di ognuno di noi e sul fallimento di una certa gioventù americana, figlia dell’agiata media borghesia e con un brillante potenziale proiettato nel futuro. Il ritratto che ne traccia la pellicola è tutt’altro che vincente e rampante. Tutta da godere la strepitosa colonna sonora.