venerdì, Novembre 22Settimanale a cura di Valeria Sorli

Cinema- Rachel

RACHEL

Regia: Roger Michell
Anno: 2017

Tratto dal celebre romanzo di Daphne du Maurier “Mia cugina Rachele”, il film è ambientato nell’Inghilterra dell’Ottocento e mette in primo piano l’ambiguità di una donna in bilico tra innocenza e colpevolezza.
Il giovane Philip (Sam Claflin), cresciuto come un figlio dal cugino Ambrose nella sua tenuta di campagna in Cornovaglia, apprende tramite lettera della malattia del cugino trasferitosi per un certo periodo in Italia.          Qui Ambrose, scapolo convinto, si è frettolosamente sposato con una donna, che a quanto si apprende deve averlo fatto uscire di senno, aggravando la sua condizione. In breve tempo muore in circostanze non del tutto chiare.
Cresce in Philip una forte ostilità nei confronti di Rachel, la moglie del cugino, nella quale vede una creatura malvagia che non solo ha portato alla morte di Ambrose, ma che ha anche rotto un equilibrio famigliare (e patriarcale) consolidato. Quando Rachel (Rachel Weisz) arriva a far visita alla tenuta inglese, viene accolta molto freddamente, ma la sua gentilezza e i suoi modi semplici e affabili fanno gradualmente cambiare l’atteggiamento di Philip, che in un primo tempo voleva vendicare la morte del cugino.                                         Nel giro di pochi giorni, Rachel riesce a conquistarsi la simpatia di tutti e, grazie anche alla sua bellezza, sembra avvicinare a sé il giovane. Innamoratosi di lei e ricambiato con chiari segni, le dona ingenuamente tutti i gioielli di famiglia e poi la rende proprietaria degli averi lasciati dal defunto Ambrose.                              Ma in seguito l’atteggiamento di Rachel cambia repentinamente e i suoi sentimenti verso Philip si raffreddano fino a prendere le distanze da lui, mentre il giovane non si capacita e la sua salute comincia progressivamente a peggiorare. Cosa ha portato Rachel a rivedere il suo atteggiamento, cosa nascondono le tisane che la donna prepara con tanta dedizione e cosa la lega alle malattie degli uomini che s’innamorano di lei? Mentre queste domande s’infittiscono nella mente degli amici di Philip, che vedono in Rachel una squallida profittatrice, il giovane si riprende e si riaccendono in lui i terribili sospetti sull’enigmatica donna.
Il film procede con un’atmosfera ambigua da thriller psicologico che rende il personaggio di Rachel avvolto dal mistero e dall’oscurità, come il vestito e il velo nero che indossa sempre. I dubbi su questa enigmatica donna restano sino alla fine e resteranno per sempre in Philip come un tormento indelebile.
Rispetto al lungo romanzo che tratteggiava personaggi complessi ed intrecciava efficacissimi dialoghi, il film snellisce alcune parti e ne riassume altre, ma resta inalterata la storia.
Girato nella tempestosa brughiera inglese con bellissimi scorci di paesaggio (qualche scena è ambientata anche in Toscana), gli oscuri interni d’epoca illuminati dalla fioca luce delle candele fanno da contrappunto a personaggi e ad un’epoca in bilico tra passioni represse e sentimenti d’emancipazione.                            Bravi gli attori e regia corretta di Roger Michell.