sabato, Novembre 23Settimanale a cura di Valeria Sorli

Den Harrow: Il bambino da 6 milioni di dollari

 

“Nani. Il bimbo da 6 milioni di dollari”: questo è il titolo del libro di Den Harrow, all’anagrafe Stefano Zandri, icona della musica italo dance degli anni ’80. Una vita di eccessi, di salite vertiginose e cadute profonde, antitesi che si alternano tra sogni, delusione, successi, soldi e solitudine: il suo nome d’arte gioca sul suono del “denaro” Den- Harrow per l’appunto, la storia di un ventenne che dalle discoteche milanesi arriva in brevissimo tempo ai vertici delle classifiche, scalando le hit parade europee, esibendosi in concerti davanti a migliaia di persone e vendendo milioni di dischi. Viso d’angelo e corpo scultoreo, voce dapprima imprestata da altri vocalist (ovviamente senza riverlarlo), presenza scenica sexy,  Stefano Zandri nei primi anni ’80 conquista il pubblico italiano ed europeo diventando un vero e proprio fenomeno, nonché una macchina da “soldi”.  Tuttavia, il sogno finisce all’alba degli anni ’90, portando Stefano ad affrontare una vita completamente diversa. Questo libro, edito da Albatros, rappresenta un viaggio negli anni ’80 attraverso il cuore e gli occhi di un ragazzo che troppo velocemente ha toccato il cielo con un dito diventando un mito a metà strada tra Narciso e Icaro.

Ciao Stefano, che cosa rappresenta per te questo libro?

Rappresenta la mia vita, è un viaggio sincero, a cuore aperto su chi è veramente Den Harrow ma in modo particolare Stefano Zandri. E’ quasi un testamento che intende chiarire tanti lati oscuri gettati sulla mia figura di artista e di uomo.

 

20 milioni di dischi venduti, icona degli anni ’80 e poi il silenzio: non è facile affrontare una vita come la tua.

Si, sono stato molto fortunato all’inizio, poi è iniziato un periodo esattamente opposto al precedente.  A causa delle persone che gestivano i miei beni,  mi sono ritrovato praticamente senza soldi: dal 1982 al 1990 non erano state pagate le tasse quindi è iniziato un periodo orrendo. Avevo perso tutto. Volli ritirami dalle scene: quella realtà mi aveva disgustato, non mi riconoscevo più in quel mondo, volevo esprimermi con la mia personalità e con la mia voce ma non fu possibile. Il crack finanziario fu accompagnato dalla morte di mia madre: in 3 mesi avevo perso tutto.  Avevo due soluzioni: morire o scappare. Presi il mappamondo e puntai il dito a caso. La sorte volle che andassi in America, in California. Così partii. Trovai lavoro come personal trainer a San Diego, lavorai nella sicurezza e successivamente intrapresi per 5 anni la carriera di stripper senza mai raccontare a nessuno chi fossi e che cosa avessi fatto fino a quel momento! Incredibile, vero?

 

 

Il progetto “Den Harrow”, come è stato spesso definito, puntava moltissimo sulla tua immagine: che cosa significa avere un fisico come il tuo?

Per me ha sempre significato molto e la mia presenza scenica è stata sempre molto impattante. Da piccolo invece ero grasso, per anni bullizzato nelle scuole. Proprio per questo decisi di fare sport e mi appassionai delle arti marziali. Da quel momento ho continuato ad allenarmi e a lottare, quasi come a prepararmi agli anni difficili che ho dovuto affrontare. Oggi sorrido davanti alle foto di allora: pensa che ho avuto oltre 400 copertine sulle riviste tra Italia ed Europa, un record per un cantante italiano!

La ricetta giusta per il tuo folgorante successo?

Canzoni ad hoc associate alle performance sul palco: ballavo, mi spogliavo, recitavo un personaggio

 

di grande azione. Poi il successo è frutto del pubblico: ci tengo a dire che all’epoca vi erano dei fan veri, che amavano e rispettavano i loro idoli. Den Harrow faceva sognare.

Se chiudi gli occhi dove ti vedi?

Davanti alle migliaia di persone ai concerti o al Festivalbar.

Se ti dico Talent che cosa m rispondi?

Ti rispondo che vedo tanta tristezza. Vedo ragazzi speranzosi di un futuro nel mondo della music

 

a ma solo per pochissimi sarà possibile emergere e sopravvivere al talent stesso. Un talent ha la sua anima nello spettacolo non nella musica e spesso la tv brucia.

Rifaresti oggi l’Isola dei famosi, programma che ti ha riportato al grande pubblico?

L’Isola mi ha dato tantissima popolarità. Rifarei tutto: le lacrime sono espressione di verità e in quell’occasione sono stato sincero. L’Isola ti porta a vivere situazioni estreme, quindi anche le reazioni sono incontrollabili.  Sono una persona onesta e mi piacciono le sfide sempre: vedi, quando si è presentata la possibilità di entrare come volontario nella Protezione Civile in Abruzzo per prestare soccorso ai terremotati sono andato senza pensarci due volte. E non ho messo i manifesti per questo: l’ho fatto e basta.  Con questo spirito ho lavorato sul campo. Quando faccio una scelta non mi risparmio mai nel privato e nel pubblico.

La tua vita privata è stata altrettanto burrascosa e tormentata: dove vivi oggi?

Dopo tutto quello che è successo a proposito delle mie ex compagne. Oggi vivo tra Malaga in Spagna e Viareggio. Non mi riconosco nella figura di uomo violento che mi hanno gettato addosso e non ho mai fatto violenza a nessuna donna.

Ti rivedremo in TV?

No. Per ora non ho progetti. Den Harrow per il momento è in libreria.

Che cosa ti aspetti dal futuro?

Non mi aspetto più nulla, vivo alla giornata. Spero che questo libro sia apprezzato dal pubblico, anche perché le royalties verranno interamente devolute in beneficenza. Per la prima volta vorrei che il pubblico leggesse Den Harrow al posto di ascoltarlo o vederlo.