ELVIS
Regia: Baz Luhrmann
Anno: 2022
La vita di Elvis Presley (1935-1977) raccontata in un biopic sfavillante dal regista di “Moulin Rouge”, Baz Luhrmann, reduce dal trionfo all’ultimo festival di Cannes. Il film segue le tappe fondamentali della vita del leggendario cantante di Memphis dalla sua infanzia, quando veniva folgorato dal ritmo della musica gospel e spiritual afroamericana, all’ascesa verso il successo planetario che lo consacrò re del rock’n roll.
Se la carriera di Elvis è abbastanza nota al grande pubblico, dalla fase “è nata una stella” fino al declino simile a molti altri artisti, meno noti sono i rapporti del cantante con il suo manager, il colonnello Tom Parker (Tom Hanks), personaggio scaltro e smaliziato, che intuì il potenziale commerciale di Elvis e lo sfruttò per vent’anni in un sodalizio artistico e umano non privo di luci e ombre. L’immagine di Elvis, messa su piazza come vero e proprio fenomeno da luna park e data in pasto ad un pubblico delirante, decollò come non mai, ma subì a lungo termine gli effetti di un rapporto asfissiante, che impediva tra le altre cose al cantante di uscire dai confini americani per esibirsi all’estero e fu tra le cause della sua rovina.
Scandito dalle più celebri canzoni di Elvis, il film è un coloratissimo susseguirsi di immagini smaglianti in salsa pop: sullo schermo scorrono le strade di Bean Street a Memphis, dove Elvis frequentava i club afroamericani di rhythm and blues e dove conobbe celebrità come B.B. King, i mitici concerti in cui muoveva il bacino a ritmo forsennato mandando in delirio schiere di fan impazzite, l’iconica villa di Graceland con il seguito di parenti e amici e le vicende più private, come l’attaccamento ai genitori, soprattutto alla madre, e il matrimonio con Priscilla.
Luhrmann dirige con passione e mano sicura due ore e mezza di film e recupera quel tocco magico di “Moulin Rouge” (un po’ smarrito negli anni) in grado di coniugare spettacolo esuberante ed emozione senza cadere nel fumettistico o nel kitsch più debordante, rendendo lo spettatore totalmente partecipe al racconto. Ne esce un Elvis credibile e umanissimo, grande e fragile al tempo stesso, interpretato da Austin Butler – più noto al giovane pubblico televisivo – che dà anima e corpo quando si scatena nelle scene cantate, ma che nell’insieme del film viene superato in bravura da un Tom Hanks quasi irriconoscibile, ambiguo e sguardo luciferino, che si aggira come un’ombra costante alle spalle del divo. La colonna sonora è ovviamente strepitosa e, oltre a recuperare i più grandi successi di Elvis, che grazie alla pellicola guadagnano nuova vita, annovera pezzi eseguiti anche da Eminem e dai Maneskin. E’ il film del momento, difficile restarne delusi.
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