E’ stato uno degli eventi più belli dell’ultima stagione televisiva di Rai1 e ha sancito un grande e meritato ritorno di popolarità per l’immensa Alda Merini: stiamo parlando del film Folle d’Amore di Roberto Faenza. Nella colonna sonora è stata inserita Lirica Antica, l’inedito dal Maestro Giovanni Nuti, l’alter ego in musica della poetessa dei Navigli. Il video comincia con Alda Merini che recita i suoi versi sulla scena del Teatro Strehler, durante il concerto “Milva canta Merini” e prosegue con Giovanni Nuti che canta al pianoforte interagendo con i memorabilia della poetessa e depone sulla sua sedia vuota tre rose rosse. Il videoclip, diretto dal regista Matteo Pelletti, presenta anche alcune immagini tratte dal film con le attrici Sofia D’Elia, Rosa Diletta Rossi e Laura Morante che interpretano Alda Merini nelle diverse fasi della sua vita. Il brano, struggente e gioioso al tempo stesso, è la sintesi dell’essenza poetica della Merini, un testamento in musica raffinato e toccante, arrangiato dal maestro Adriano Pennino.
La Gente che piace ha incontrato Nuti, autore unico nel panorama musicale italiano: ricordiamo che ha musicato le poesie di Alda, un matrimonio artistico durato 16 anni che ha dato vita ad una nuova fase artistica di poesia, letteratura, cultura e musica. Accarezzami musica, il Canzoniere di Alda Merini, pubblicato da Nuti nel 2017 con tutto lavoro realizzato insieme, si arricchisce oggi di un una perla nell’eredità artistica meriniana.
Giovanni, Le è piaciuto Folle d’Amore?
E’ molto difficile riuscire a sintetizzare la persona di Alda Merini in un solo film. Il regista ha seguito un iter biografico gradevole e lodevole. Credo che non basterebbero nemmeno 10 film per raccontare la personalità di Alda. Questo film l’ha resa tuttavia più popolare.
Se Alda fosse viva che cosa penserebbe di questo lavoro?
Sicuramente le piacerebbe perché la gratificava essere celebrata.
Che cosa ha rappresentato per Lei Alda Merini?
Siamo stati insieme 16 anni: lei era capace di cambiarti la vita in una telefonata di due minuti, quindi vi lascio immaginare il valore esistenziale di questo lungo tempo.
Com’è nato Lirica Antica, l’inedito che chiude il film?
Alda scrisse questa poesia nel 1961 ancor prima di essere internata nel manicomio. Era giovanissima ma riusciva a scrivere con una maturità incredibile. L’avevo musicata e l’avevo fatta ascoltare ad Alda: le piacque tantissimo. Quando fui informato della possibilità di inserire un mio pezzo come colonna sonora mi venne in mente questa canzone rimasta nel cassetto per molto tempo e con la collaborazione di Adriano Pennino e Roberto Faenza è nata la versione che ascoltiamo. Credo che rappresenti Alda Merini in tante sfaccettature, dapprima come anima imprigionata, quasi un presagio di quello che le sarebbe accaduto, fino al grande potere dell’amore che vince su tutto. Inoltre ci sono due elementi fondamentali: il vento e le rose, simbolo assoluto di bellezza e libertà.
Perché Folle d’amore?
L’amore è stato fondamentale per la creatività: Alda aveva sublimato l’amore, anche nella sua parte negativa come il dolore e l’abbandono. Io sono stato forse il suo ultimo grande amore inteso come amore artistico e creativo. Scrisse l’opera sacra Francesco dedicandola a me. L’amore è stato il suo più grande valore creativo: nell’ultima nostra telefonata mi ha detto che sono stato la sua musica e la sua gioia. Lei voleva essere ricordata come la poetessa della gioia e proprio in questa luce ha raccontato la sua vita e la sua arte.
Che ruolo ha avuto la musica nella sua poesia?
La Merini mi disse che la mia musica aveva completato la sua poesia, aiutandola a capirne il senso più profondo e puro. L’essenza della gioia nasceva proprio da questo senso di completezza tra musica e poesia.
La mediocrità di oggi crea alienazione?
Si, esattamente come raccontava Alda. La mediocrità non vuole gioia, bellezza, cultura, armonia, poesia.
Il disco Milva canta Merini è stato un punto di svolta verso la popolarità: è d’accordo?
Sicuramente ha fatto conoscere al grande pubblico il lavoro creativo che io e Alda costruivamo da anni, pur non facendo televisione, tour o passaggi promozionali. Non mi interessava questo: ero già appagato nel vivere artisticamente con lei e completare la sua poesia con la mia musica.
Recentemente è stato tra i protagonisti del docufilm Milva, diva per sempre con la regia di Angelo Logoni: Le è piaciuto questo lavoro?
Molto e si è sentito il suo grande amore di Longoni verso Milva e il rispetto per la sua straordinaria carriera artistica. Ci tengo a sottolineare la grande importanza della figlia Martina nel raccontare la vita della madre: è stata una guida fondamentale. Sono rimasto molto contento dello spazio che mi è stato dedicato, soprattutto nel raccontare la complicità di Milva e Merini, due straordinarie donne, dive per sempre.