Gallo Rosso è nato come associazione ormai 25 anni fa proprio con l’obiettivo di preservare la ricchezza della storia e della cultura rurale dell’Alto Adige. I masi, infatti, negli ultimi decenni del 1900, sempre più venivano abbandonati dalle famiglie contadine, in cerca di occupazioni più redditizie, meno faticose e anche di responsabilità più limitata. Il rischio che gradualmente potesse perdersi una grandissima parte di cultura, ma anche di economia, dell’Alto Adige è stato lo stimolo per la nascita di Gallo Rosso.
Da subito Gallo Rosso si è impegnato a sostenere e incentivare i contadini perché continuassero a portare avanti le loro aziende agricole, con nuove idee e iniziative.
A tale proposito, le iniziative di Gallo Rosso si sposano alla perfezione con l’antica pratica del “maso chiuso”.
In effetti, già in epoca germanica un terreno non era considerato proprietà di una persona singola, bensì di un’intera famiglia che doveva lavorare insieme al suo mantenimento. L’indivisibilità del “maso chiuso” viene nominata per la prima volta nel 1526 nell’ordinamento tirolese: un maso poteva essere diviso solo se su entrambe le parti una famiglia aveva la possibilità di sopravvivere.
Questa regola, sin dall’antichità, aveva quindi l’obiettivo di preservare la comunità, cioè la famiglia, contro gli interessi dei singoli.
In questo senso è stata anche d’aiuto una legge entrata in vigore nel 2001, quella sul “maso chiuso”, che ha a contribuito a garantire la struttura su piccola scala dell’agricoltura altoatesina, nonché il mantenimento di aziende agricole per intere generazioni, soprattutto nelle zone alpine.