Altra piccola sorpresa di questa estate cinematografica 2020, avara di uscite in sala, “Galveston” è il primo film americano come regista di Mélanie Laurent, attrice francese divenuta famosa grazie a Tarantino per il suo ruolo in “Bastardi senza gloria”.
Siamo in presenza di due anime perse che s’incontrano. Roy (Ben Foster) è un criminale al servizio di un boss di New Orleans, che durante un incarico come sicario incontra un’adolescente tenuta in ostaggio nella casa dell’agguato, Rocky (Elle Fanning), giovane prostituta in fuga da una vita senza futuro. Quando scopre che l’incarico altro non è che un mezzo per sbarazzarsi di lui, Roy fugge in auto con Rocky verso Galveston, Texas. Entrambi hanno qualche segreto da tenere nascosto che rende ancora più amare le loro esistenze: Roy ha i giorni contati per una malattia terminale, mentre Rocky porta con sé una bimba, inizialmente spacciata come sua sorellina, che in realtà è frutto di uno stupro subito dal patrigno.
C’è un carico di sofferenza nelle esistenze dei due, che, nonostante l’iniziale diffidenza e i modi ruvidi di Roy, iniziano ad aprirsi durante il viaggio per le strade di un’America aspra e selvaggia: la giovane Rocky sogna una vita migliore e guarda al futuro con speranza, mentre Roy, che ormai non ha più nulla da perdere, cerca di aiutare la ragazza, togliendola dalla miseria e dalla prostituzione. Non sarà facile nascondere le loro identità e il loro passato quando trovano soggiorno in un motel a Galveston, perché il malavitoso capo di Roy si è messo alla sua ricerca e contemporaneamente si diffonde la notizia della morte del patrigno di Rocky, ucciso da lei stessa prima di portar via con sé la sua bambina. Il futuro per i due si tinge di incertezze, che potrebbero mandare a monte i loro progetti.
Tratto dal romanzo omonimo di Nic Pizzolatto, autore della celebre serie tv “True detective”, “Galveston” è un film d’atmosfera e soprattutto di attori, anche se la storia non è del tutto originale e avrebbe avuto bisogno di una più solida sceneggiatura. Ben Foster si conferma uno tra i migliori attori della sua generazione, capace di toni dimessi e sfumature recitative (già dimostrati in “Senza lasciare traccia”) nel delineare la figura di un loser che vuole riscattarsi salvando una vita alla deriva, quella della giovane prostituta interpretata dalla brava Elle Fanning, volto di delicata bellezza in bilico tra luce e abisso. La regia più che sull’azione si concentra su queste due esistenze, due solitudini destinate a incontrarsi con le ferite aperte in cerca di redenzione, e centra il bersaglio che rende “Galveston” diverso da altri film di questo genere.