L’energia che trasmette con la sua simpatia e l’indiscutibile feeling che lo lega alla musica, è davvero contagiosa. L’avvocato Gianni Mendes, laureato in diritto internazionale presso l’Università di Bologna e specializzato nel campo dell’immigrazione, nato a San Paolo, in Brasile, da madre brasiliana e padre italiano, da molti anni vive a Miami dove svolge la sua professione, oltre a essere un conteso professionista, nutre una grande passione per la musica. Gianni è un musicista a 360°, nelle sue vene scorre quell’inconfondibile sapore latino tramandato dal padre, appassionato di flamenco, e proprio l’amore per la musica, lo ha portato a diventare uno dei musicisti più seguiti e apprezzati in tutto il mondo.
Avvocato e musicista. Qual è il connubio?
Sebbene le due professioni possano sembrare diametralmente opposte, negli anni sono venuto a conoscenza di tanti avvocati con una grande passione per la musica (uno per tutti il nostro grande Paolo Conte) sembra che per qualche motivo questi due mestieri vadano particolarmente d’accordo! Nel mio caso specifico, aver portato avanti entrambi queste passioni è stato da una parte difficoltoso, in quanto la musica, e soprattutto la padronanza di uno strumento musicale, richiede una costante dedizione; dall’altra, come un “tocca sana”, in quanto la musica mi ha dato non solo uno sfogo ma una vera e propria opportunità di continuare a sognare e a mantenere una vita “eccitante” e piena di emozioni, se così vogliamo dire.
Come nasce la tua passione per la musica?
Mio padre è un grande appassionato di musica spagnola e brasiliana. Fin da piccolo, mi ha insegnato a suonare la chitarra e apprezzare la musica cosiddetta “erudita”, come la Bossanova piuttosto che il Flamenco. Mi sono subito innamorato dello strumento, e negli anni ho dedicato sempre più tempo e passione alla chitarra, soprattutto quella spagnola. Mio padre, notando la mia gran passione, mi ha poi per diversi anni portato in Spagna per imparare dai grandi maestri di questo genere. Allo stesso tempo, avendo una madre brasiliana, ho passato molto tempo anche in Brasile, dove fin da piccolo sono stato sommerso dai bellissimi ritmi di questo paese. Il Samba piuttosto che la Bossanova hanno poi influenzato moltissimo le mie composizioni, che sono quindi un misto fra musica spagnola e ritmi brasiliani e latini.
L’estate scorsa è uscito il tuo primo singolo pop latino, “Te Amaré”, ispirato ai ritmi latini e brasiliani che è stato un grande successo, con la speciale collaborazione di Tim Mitchell , il produttore multi-Grammy di Shakira. Raccontaci di questa meravigliosa esperienza.
Sono molto contento dei risultati ottenuti con questo mio primo singolo. Nel mese di agosto, “Te Amaré” ha raggiunto il primo posto in classifica fra gli Artisti Emergenti e l’undicesimo posto fra gli Artisti Indipendenti. È stato oltretutto particolarmente ben accolto dai vari media italiani, che lo hanno letteralmente intitolato “Il tormentone dell’estate”. Ciò che mi ha fatto più contento è stata però la calorosa accoglienza del pubblico. Il video su YouTube ha superato le 500,000 visualizzazioni e sui social media sono stato inondato da “storie” di persone che pubblicavano i loro video e foto con la mia canzone in sottofondo. Sono stato estremamente orgoglioso e, sinceramente, meravigliato, di vedere una ricezione così positiva da parte del pubblico. Essendo stato il mio primo singolo nel genere pop latino, e soprattutto avendo prodotto la canzone come artista indipendente, sinceramente non mi sarei mai aspettato risultati così positivi. Sicuramente, devo ringraziare di questo successo anche i grandi artisti che hanno collaborato in questa produzione, tra cui appunto Tim Mitchell, produttore di Shakira, ma anche Guillermo Vadala (bassista di Alejandro Sanz, Ricky Martin, Jennifer Lopez, Chayanne, e Laura Pausini) Lee Levin (batterista di Lee Levin (batterista di Christina Aguilera, Alejandro Sanz, Enrique Iglesias, Ricky Martin, Eros Ramazzotti, e Shakira) e Gilmar Gomes (percussionista di Jovannotti ed Enrique Iglesias).
Negli anni 2000 hai avuto un’importante collaborazione che ti ha visto al fianco del grande Enrique de Melchor. Quali sono i ricordi che conservi ancora nel tuo cuore?
Enrique de Melchor, che purtroppo è venuto a mancare nel 2012, è considerato oggi in Spagna e nel mondo come una vera e propria leggenda del Flamenco. Ai tempi in cui Enrique è stato mio maestro e, successivamente, parte integrante del mio primo album “Colores”, ero molto giovane e probabilmente non mi rendevo neanche conto di quello che mi stava accadendo. Enrique è stato più di un maestro di chitarra. Mi ha accolto nella sua casa mi ha trattato come un figlio. Mi ha dato l’opportunità di registrare un album con la collaborazione di grandissimi artisti del genere, tra cui il cantante Guadiana, che mai avrei potuto raggiungere se non grazie a lui. Enrique mi ha anche portato in tour con lui, un’opportunità che pochissimi altri musicisti hanno avuto l’onore di avere. Ovviamente, ho dei ricordi bellissimi di quegli anni, ricordi che mi porterò nel cuore per il resto della vita.
Professionista affermato, sia nel lavoro che nella musica. Nel tuo cilindro cosa hai ancora in serbo per il futuro?
Il mio sogno sarebbe poter portare avanti entrambi le professioni, quella di avvocato e quella di musicista.
So che è molto difficile e a volte tali professioni possono sembrare inconciliabili, ma tenere vive entrambi è
ciò che mi fa felice. Il mio motto è “non smettere mai di sognare e fai sempre quello che ti fa felice…perché
la vita è una sola!”. Lo so che sembra una frase fatta, ma non c’è niente di più vero. Non bisogna mai avere
rimorsi nella vita, e solo chi persegue i propri sogni può raggiungere i risultati più eccezionali.
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