In occasione della Giornata Nazionale per la Promozione della Lettura del 24 marzo, ecco un itinerario immaginario per scoprire alcuni luoghi iconici della letteratura giapponese: dalla Baia di Matsushima a Matsuyama, passando per Tokyo.
Non solo manga e anime: la letteratura giapponese vanta una moltitudine di voci e opere che hanno saputo raccontare le diverse anime del Giappone, fotografandone epoche ed atmosfere.
Occasione perfetta per parlare di alcuni dei luoghi resi celebri dalla letteratura è la Giornata nazionale per la promozione della lettura, che cade il 24 marzo.
Si parte quindi per viaggio immaginario che attraversa il Paese: partendo dal nord, dalla Baia di Matsushima fino alla città di Matsuyama più a sud, passando anche per la capitale Tokyo; un itinerario che porta ad esplorare edifici sacri, quartieri, città e luoghi naturali dove gli scrittori hanno vissuto o dai quali hanno tratto ispirazione per i loro racconti.
Tra angoli più remoti e luoghi più noti, ecco 8 posti iconici che fanno da sfondo alle vicende narrate da alcune delle penne più importanti e apprezzate del Paese del Sol Levante.
- Baia di Matsushima | Yamadera |Santuario Shiogama Jinja ripercorrendo l’epico viaggio di Matsuo Bashō nel libro “Oku no hosomichi” (“Lo stretto sentiero del profondo nord”)
Punto di partenza di questo itinerario letterario non possono che essere i luoghi descritti dal massimo esponente della poesia haiku, Matsuo Bashō. Nel diario in forma poetica “Oku no hosomichi” (“Lo stretto sentiero del profondo nord”), il poeta narra del proprio viaggio, compiuto alla fine del XVII secolo, per riscoprire i luoghi cantati dalla letteratura del passato; un pellegrinaggio letterario che parte da Edo (l’odierna Tokyo) per avventurarsi a nordest.
Il diario, che unisce prosa e poesia, raccoglie minuziose annotazioni di paesaggi, volti incontrati, silenzi abissali e canti di cicale, cieli in tempesta e notti di luna, oltre a una varietà di piante e alberi. Luogo iconico, degno di stupore e meraviglia per i suoi scenari, è la baia di Matsushima, punteggiata da oltre 200 isolette dalle molteplici forme su cui crescono pini “di un verde intenso e scuro” e dove “i venti del mare hanno scolpito i loro rami in forme di un’eleganza incomparabile”. Tre delle isole della baia sono collegate alla terraferma da ponti che ne rendono più facile l’esplorazione.
Altra tappa toccata da Basho è il tempio Risshaku-ji, più noto come Yamadera, dove si respirano pace e serenità ad ogni passo. Arroccato su pendici rocciose punteggiate da una foresta di cedri, per raggiungerlo è necessario percorrere una scalinata in pietra di oltre 1000. La fatica fisica viene ripagata, però, dal panorama che si può godere, dove la bellezza colma gli occhi e il cuore. Qui Matsuo Bashō ha scritto uno dei suoi più celebri componimenti. Da non perdere la Luce eterna del Buddismo, una fiamma che brucia da oltre 1.000 anni, custodita nella Sala Konponchu-do, ai piedi della montagna. Terzo e ultimo luogo, non per importanza, che vale la pena visitare è il Santuario Shiogama Jinja. Più facile da raggiungere – sono circa 200 i gradini di pietra per accedere all’ingresso principale – sorge su una ripida collina che domina l’incantevole baia di Matsushima, animata tutto l’anno da festival, spettacoli di danza e musica tradizionali e l’incantevole momento dei ciliegi in fiore.
- Tokyo nel quartiere di Shimokitazawa sulle tracce dei personaggi di “Moshi moshi” di Banana Yoshimoto
La quiete della natura e del mare lasciano il posto, una volta a Tokyo, alle atmosfere vibranti della capitale. Uno dei suoi quartieri più caratteristici, Shimokitazawa, fa da sfondo alle vicende di Yoshie, protagonista del romanzo di formazione “Moshi moshi” di Banana Yoshimoto, scrittrice contemporanea affermata anche oltre i confini nazionali.
Distrutta dal dolore e sconcertata per la relazione segreta del padre, la protagonista della storia riesce a trovare un nuovo senso all’esistenza rifugiandosi in cucina, tra intensi profumi e consolanti sapori. Ed è proprio in piccolo bistrot, Les Liens (‘I legami’) – situato in quest’area della capitale – che riesce a recuperare il gusto della vita. Lontano dal frastuono dell’iconico incrocio di Shibuya, Shimokitazawa, quartiere bohémien cui anche la stessa autrice è legata, è situato a pochi minuti dal cuore di Tokyo. Tante boutique dell’usato, librerie, negozi di dischi, caffetterie, locali particolari e negozi di antiquariato ne costruiscono l’identità.
Numerosi sono i luoghi che vengono citati tra le pagine del libro e che si possono rintracciare ancora oggi: il ristorante di cucina tradizionale giapponese Asuka, dove la madre della protagonista si concede talvolta il lusso di mangiare, o il caffè Moldive, dove Yoshie incontra il coetaneo Aratani. In questo tratto di strada “si sente il profumo del caffè tostato […], un profumo tanto buono da sembrare finto”. Per avere un assaggio della quotidiana vita locale si può entrare da Ozeki, un supermercato disordinato e vivace anch’esso presente nel romanzo, punto di riferimento per i residenti. Per la sera imperdibile è il Mother’s Ruin, famoso per le serate di musica dal vivo.
Per assorbire l’atmosfera del romanzo, tuttavia, la cosa migliore da fare è girare Shimokitazawa in modo casuale, senza meta, lasciandosi stupire dall’accostamento di negozietti, immersi nel flusso di passanti e nella dimensione verace e alternativa che il quartiere tenta strenuamente di conservare.
- Takamatsu alla scoperta dei luoghi del libro “Kafka sulla spiaggia” di Haruki Murakami
Abbondonate le vibes della capitale giapponese si approda alla città portuale di Takamatsu, a nord di Shikoku, dove è ambientata l’opera di narrativa “Kafka sulla spiaggia” di Haruki Murakami, celebre autore di best seller, conosciuto a livello internazionale.
Sono due racconti paralleli quelli che si intrecciano nel libro, una narrazione che alterna la storia di Tamura Kafka, un ragazzo quindicenne, con quella di Nakata, un vecchietto che ha subito un misterioso incidente da bambino. Anche se i due protagonisti non si incontreranno mai, le loro vicende sono legate in maniera complessa da eventi fantastici e misteriose coincidenze basate sul tema della memoria e dei ricordi.
La città portuale di Takamatsu fa da cornice agli accadimenti del romanzo. Facilmente raggiungibile in treno o aereo, funge da porta d’accesso per le molte splendide isole del Mare interno di Seto.
Tra le attrazioni più suggestive che ospita vi è il Parco di Ritsurin Koen, uno dei giardini più belli del Giappone. Splendido tutto l’anno, questo rifugio naturale è particolarmente spettacolare in primavera quando si possono ammirare i ciliegi in fiore, o in autunno, quando si riveste di intensi colori autunnali. Il parco vanta sei stagni e tredici colline paesaggistiche, impreziosite dalla vista del Monte Shuin sullo sfondo.
Per un’esperienza “local”, poi, si può visitare la casa da tè Kikugetsutei. Seduti sul tradizionale tatami si può sorseggiare del tè verde in polvere sulla veranda, affacciata sullo stagno principale. La vista migliore è quella che si gode dalla Collina di Hiraiho, che si dice assomigli al celeberrimo Monte Fuji.
- Matsuyama | Dogo Onsen | Botchan Karakuri Tokei ripercorrendo i posti del libro “Bocchan” (“Il signorino”) di Natsume Soseki
Punto di arrivo di questo immaginario itinerario è Matsuyama che, con il suo castello e le sue principali attrazioni, fa da sfondo alla storia raccontata da Natsume Soseki ne “Bocchan” (in italiano conosciuto come “Il signorino”).
Romanzo di formazione dei primi del Novecento, tra i più popolari in Giappone, affronta con humor e sarcasmo il tema della moralità. Narra l’esperienza personale dell’autore come insegnante inviato a Matsuyama, una delle più grandi città dell’isola di Shikoku. Seppur breve, il soggiorno dello scrittore sarà intenso e ricco di eventi.
Tra i luoghi iconici della città non si può non menzionare il castello, uno dei pochi in Giappone ad aver mantenuto l’edificio originale. Arroccato sulla cima del Monte Katsuyama è raggiungibile con la funivia o a piedi. Da qui è possibile ammirare la splendida vista della città e del Mare interno di Seto. Sono poi diverse le esperienze in cui cimentarsi: dalle sessioni di tamburi taiko all’indossatura di un’armatura da samurai. Momento dell’anno perfetto in cui visitarlo è la primavera, stagione in cui la fioritura dei ciliegi tinge di rosa i dintorni.
Altro posto menzionato nel romanzo è Dogo Onsen, una sorgente termale con una storia di 3.000 anni che ha ospitato anche membri della famiglia imperiale dove tutt’oggi è possibile fare un rigenerante bagno. In un’atmosfera rilassata i viaggiatori possono lanciarsi alla scoperta dei sapori della regione provando una delle specialità locali, il taimeshi, piatto a base di riso e pesce. Di fronte alla stazione di Dōgo Onsen si trova l’orologio meccanico Botchan Karakuri, ispirato all’opera, che ogni ora, con un sottofondo di musica, si anima e rivela i personaggi del romanzo.
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