sabato, Novembre 23Settimanale a cura di Valeria Sorli

Giornata della memoria- Liliana Segre

Nata nel 1930 a Milano, Liliana Segre è tuttora un’attivista e politica italiana che è sopravvissuta ai tormentati anni dell’Olocausto. Il suo fervore e i suoi “altissimi meriti nel campo sociale”, le hanno permesso di diventare Senatrice a vita; il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, le ha infatti donato questa carica il 19 gennaio 2018.

 

Proprio ieri, con la Giornata della Memoria, abbiamo ricordato gli orrori commessi dall’umanità durante la Seconda Guerra Mondiale. Abbiamo ricordato come l’odio e il razzismo debbano essere cancellati dalla faccia della Terra per poter vivere, convivere e condividere in pace.

La storia ci insegna come evitare che gli errori del passato vengano ripetuti, ed è per questo che testimoni come Liliana lottano giorno dopo giorno per riuscire a scrivere un finale diverso.

 

Nel 1938, Liliana venne espulsa dalla scuola che frequentava perché proveniente da famiglia ebrea. In quell’anno infatti, le leggi razziali fasciste si affermarono in tutta Italia e impedirono alla giovane ragazza e a suo padre di fuggire da quello che stava per accadere. Tentarono quindi di scappare in Svizzera, ma le autorità li respinsero e per questo Liliana fu arrestata e poi trasferita al carcere San Vittore di Milano. Aveva solo 13 anni.

Il 30 gennaio del 1944 venne deportata ad Auschwitz-Birkenau, dove la separarono dall’amato padre che non rivide mai più; fu costretta ai lavori forzati fino all’evacuazione del campo. Finalmente, nel 1945 venne liberata insieme agli altri 24 bambini superstiti.

 

Oggi la Senatrice è una figura femminile importantissima nello scenario storico e sociale italiano; la sua voce che si è ormai sparsa in tutto il mondo, ha partecipato a numerosi documentari sulla Shoah come Memoria, Sopravvissuta ad Auschwitz, Binario 21 e molti altri. Tra le varie lauree honoris conferitele, l’Osservatorio Astronomico di Trieste ha voluto dedicarle l’asteroide 75190 Segreliliana, il quale ricorda lo stesso numero che la donna porta tatuato sul braccio dal 1944.

 

Liliana afferma di non aver perdonato quello che le è successo: il suo spirito, la sua anima, non potranno mai dimenticare tutto il male e il dolore che ha subito. La perdita della sua famiglia e di sé stessa per tutto il tempo trascorso ad Auschwitz hanno segnato la sua esistenza, come quella degli altri uomini, donne e bambini riusciti a rimanere in vita.

 

Il nostro compito è quello di creare una comunità ricca di valori, come l’empatia, l’uguaglianza e la democrazia. Noi giovani specialmente, dobbiamo essere portatori di cose buone, felici e rivoluzionarie.

 

“L’indifferenza è più colpevole della violenza stessa. E’ l’apatia morale di chi si volta dall’altra parte: succede anche oggi verso il razzismo e altri orrori del mondo.”

-Liliana Segre

 

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