Il giornalista Emilio Fede volto storico dell’informazione italiana, si è rimesso in gioco all’età di 91 anni tornando sotto i riflettori al fianco di Kevin Dellino, nel talk show di seconda serata Punti di Vista. Grande successo di ascolti per la trasmissione ed Emilio non ha mai smesso di elogiare l’operato del bravo conduttore e autore: “Mai vista in vita mia una tale professionalità e gentilezza, complimenti di cuore. La sua idea, la sua trovata è straordinaria, perché fa rivivere il vero giornalismo. La gente ha apprezzato il suo programma perché ha saputo costruire un’informazione di grande qualità, fatta con le carezze alla verità. Ed è riuscito a fare miracoli, regalando chiarezza e novità alla gente. “
Emilio non dimentica mai di essere figlio di un eroe, con medaglia di bronzo al valore militare per aver difeso la Patria e reso onore ai caduti per la stessa, come quelli di Nazzaria, di cui ne conserva fieramente la bandiera:
“Oggi l’ombrellone e i pettegolezzi, ma i balli non sono in primo piano. In primo piano c’è sempre la gente che soffre, le guerre, il clima, la povertà e le malattie…”
Emilio, il suo ritorno in televisione ha calamitato l’attenzione di tanti, tantissimi che l’aspettavano e la cercano ancora. È stato un successone e siamo finiti su tutti i giornali. Adesso siamo su La Gente che piace, la prima cosa che vorrebbe dire ai lettori?
Che bisogna imparare ad amare e bisogna voler bene. L’amore è uno dei motivi principali che ci accompagna in questo mondo strano, a volte cattivo. Bisogna proteggersi praticando il bene. Perché è l’arma più potente per sopravvivere a tutto.
Quest’anno siamo abbracciati da temperature inaspettate, qual’è stata l’estate più calda che ricorda?
L’estate più calda che io ricordi è molto lontana. Vissuta in un Paese lontano, in un periodo in cui ero schierato in prima linea contro il razzismo. Ero parte integrante di quella lotta che aveva come protagonista la “mia” Africa e i suoi infiniti dolori… E in un momento così drammatico quel Paese aveva anche bisogno di una stabilità atmosferica perché purtroppo stavano aumentando le malattie e stava esplodendo il contagio da virus. E poi c’era il problema della fame. L’estate più calda che io ricordi è un estate di dolore e di coraggio ma che non ha un anno definito, però ho ancora nitida nella mia mente la grande voglia di vivere di quei Fratelli Africani.
Come affronta la bella stagione? Quali sono i consigli a cui non ci si può sottrarre?
Ogni stagione della vita ha delle regole. Perché è la vita che detta le regole e noi dobbiamo essere in grado di recepirle. Come le affronto? Innanzitutto tenendo conto della condizione generale di tante altre persone che non riescono a chiedere aiuto. Tendere una mano non deve essere solo demagogia ma aiutare in concretamente chi ne ha bisogno. Chi crede in Dio, chi ha il proprio Dio, preghi. Pregare per la nostra terra che è seviziata da problemi.
In questo periodo spopolano i cosiddetti tormentoni estivi, quelle canzoni o canzoncine che fanno da colonna sonora alla stagione. Lei ha una sua canzone dell’estate?
C’è ne una che mi porta lontano, che mi porta precisamente a Cuba. Una canzone che viene ascoltata da molti ma in pochi ne comprendono il vero significato. Parlo di Guantanamera.
Per tanti è un motivo d’amore ma in realtà parla dei ricordi delle donne che avevano i loro mariti prigionieri. Il brano ha come sfondo le lotte di indipendenza che infiammavano in quel periodo storico il territorio cubano di Guantánamo. Era il canto delle povere donne sole.
Sono tante le persone che continuano a trascorrere da sole a casa questa estate, cosa vorrebbe dire a loro?
Mi sento di dire che devono lottare. Ma lottare per una società più giusta pretendendo informazione giusta e corretta e sempre restando vicini alla verità. Il mio pensiero va alle classi deboli, a chi non può permettersi un condizionatore per respirare un po’ di aria fresca. A chi è nelle carceri in attesa ancora di poter parlare con qualcuno che li aiuti o ascolti i loro bisogni primari. È una sofferenza che ci deve far capire come la vita debba ora più che mai andare su strade diverse, strade dove la parola solidarietà uccide la parola invidia.
Medici e infermieri sempre in prima linea anche grazie alla sua fondazione, attiva anche in estate giusto?
Esatto. Ho creato questa fondazione per sostenere il personale medico e paramedico, ho deciso di sovvenzionare a mie spese questi angeli eroi in corsia al fine di poter, nel mio piccolo, garantire la stessa assistenza anche a gente umile e bisognosa soprattutto in estate, dove la popolazione resta divisa tra chi parte in vacanza e chi invece non se lo può permettere a causa di patologie, problemi economici o costretti a lunghe degenze chiusi e isolati in casa o nelle strutture di ricovero. Così sento di abbracciare la loro anima e spero aiuti loro a sentirsi meno soli.
Cosa vuol dire ai lettori de La Gente Che Piace?
I giornali sono un contributo fondamentale per l’informazione. Grazie a loro il racconto della vita non s’interrompe!
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