Lo scorso 30 marzo Ivana Spagna ha ricevuto il conferimento di Cittadina Onoraria di Valeggio sul Mincio (Vr), suo paese di origine.
L’evento è stato accompagnato da una serata davvero unica e speciale organizzata dal Comune e dagli amici storici Ivana, in quanto si è tenuta al Teatro Smeraldo, lo stesso palcoscenico che vide il suo “debutto” da bambina in occasione di un concorso canoro organizzato dal parroco del paese.
La giunta comunale, riunita per l’occasione proprio sul palcoscenico dello Smeraldo, presieduta dal sindaco Angelo Tosoni e dall’Assessore alla cultura Leonardo Oliosi, ha assegnato la Cittadinanza Onoraria e il sigillo storico del Comune, creato dall’orafo Alberto Zucchetta. Dopo la premiazione sul palco Mariano Melchiori ha ripercorso la vita di Spagna rivelando aneddoti curiosi, il tutto con alcune battute in dialetto, un momento davvero emozionante e intimo.
Fa davvero impressione immaginare come Ivana da questo piccolo luogo magico affacciato sul fiume Mincio, nonché impreziosito da Borghetto, uno dei borghi più belli d’Italia, sia partita alla conquista delle classifiche internazionali, vendendo milioni di dischi, facendo ballare intere generazioni di giovani, confermandosi raffinata interprete in italiano: una vera e propria ambasciatrice della cultura italiana nel mondo ma soprattutto una donna che è sempre rimasta legata alle sue radici. A Valeggio vivono i parenti, le cugine, gli amici di Ivana e Theo Spagna (fratello di Ivana e co-autore di quasi tutti i brani), qui c’è la casa natale, qui Ivana è una di casa.
Ivana, ti aspettavi questo riconoscimento?
No ed è stato uno dei regali più grandi che ho ricevuto in vita mia. Dedico questa Cittadinanza Onoraria a mio fratello Theo e ovviamente ai miei grandissimi genitori Gemma e Teodoro: senza di loro non avrei mai potuto fare nulla.
Fino a quando hai vissuto a Valeggio?
Fino ai vent’anni circa. Qui ho vissuto il periodo più bello della mia vita tra giochi, sogni, amici e soprattutto tanto amore. Eravamo una famiglia povera ma incredibilmente unita.
Da chi hai ereditato la passione per la musica?
Da mio papà: sapeva suonare ogni strumento e sentiva la musica. Anche mia mamma aveva una bella voce. Pensa che mio fratello Theo è un polistrumentista autoditatta nonché un grande musicista. La musica era parte integrante di tutti noi.
Che cosa capitò al Teatro Smeraldo quella sera?
Capitò qualcosa di magico: salii sul palco, cantai e capii che la musica sarebbe stata la mia ragione di vita. Per anni avevo sperato che arrivassero le scarpette da ballerina di danza classica, ma eravamo troppo poveri per permettercele, così come le lezioni di danza. L’emozione che sentii sul palco quella magica sera di tanti anni fa è la stessa di oggi: nulla è cambiato e tornarmi ad esibirmi qui è stata una delle sensazioni più belle della mia carriera. Quella sera non vinsi ma da quel momento capii quello che avrei voluto fare da grande.
Come sono stati gli esordi da bambina?
Ho iniziato a studiare pianoforte a “suon di sacrifici” davvero grandi dei miei genitori. Non smetterò mai di ringraziarli! Poi mi ricordo che andavamo in giro ai vari concorsi canori stipati su una Bianchina spider. Ad uno dei primi concorsi mi classificai sul podio e vinsi una coppa: mio padre la sfoggiava come un trofeo! Era minuscola ma per tutti noi era un premio enorme. Il senso del trofeo del Festivalbar, del Festival di Sanremo e di tutti i dischi di platino è contenuto in quella coppa che custodisco gelosamente sul pianforte in casa. Credo che quello sia stato il momento più felice della mia vita: sulla Bianchina c’era passione, sogni, speranze, divertimento, sacrificio ma tutto l’amore possibile di una famiglia.
Torni spesso a Valeggio?
Qui ho ristrutturato la casa di famiglia, ho le mie magnifiche cugine, gli amici e i parenti. Borghetto di Valeggio sul Mincio è il mio rifugio, oltre ad essere un luogo davvero magnifico. I ricordi sono tanti e ogni posto mi fa vivere una situazione del passato: avrei difficoltà a vivere sempre qui ma quando posso ci torno sempre.
C’è una canzone che descrive la tua famiglia e questo angolo di Paradiso?
Si, Davanti agli occhi miei, la canzone di apertura di Siamo in due, il mio primo album in italiano. La canto sempre in ogni live. Descrive la mia infanzia e l’amore che ho vissuto qui a Valeggio: davanti agli occhi miei c’è tutto il mondo che vorrei.