sabato, Novembre 23Settimanale a cura di Valeria Sorli

Ivano Cheers – Una star di Hollywood

Un velo di mistero e tanto fascino in quei grandi occhi verdi ricchi di puro sentimento.                                                   Un uomo dalle mille risorse capace di emozionare il suo grande pubblico con quell’alone di mistero che emana perché “emozione” e “mistero” sono due parole che uniscono l’essenza della passione per il suo lavoro: l’attore.      Un successo dietro l’altro per Ivano Cheers capace di sorprendersi, ma soprattutto di sorprendere.

Una lunga carriera alle spalle, modello per Guess, Calvin Klein e Heineken, conosciuto e apprezzato nel mondo  del cinema hollywoodiano per avere interpretato la serie di James Bond a cui hanno poi fatto seguito sempre più lavori tra cui Lucie, Spiderman e molti altri.                                                                                                                               È stato l’immagine di Johnny Blue Eyes nella produzione americana “Sail Away Sweet Sister” e ha lavorato al fianco di attori del calibro di Daniel Craig, Javier Bardem e Samuel L. Jackson. Un successo dopo l’altro che di recente lo ha visto nella conduzione del seguitissimo programma televisivo canadese Master Top 5 che ha riscosso un grande successo oltreoceano, diventando molto popolare tra i cosiddetti “pop corn shows” estivi e visibile su YouTube in tutto il mondo.
Noi della Gente Che Piace, non ce lo siamo fatti scappare e dopo una lunga e piacevole chiacchierata, siamo orgogliosi di avere incontrato non solo un grande attore a 360°, ma un uomo di una semplicità disarmante e con un pezzo del suo cuore legato alla nostra bella Italia!
Sei un grande attore, uno di quelli che in molti vorrebbero incontrare almeno una volta nella vita. Come nasce la tua passione per il cinema?
Grazie mille per l’introduzione davvero speciale, non penso di meritarmi tanto ma fa piacere sentirlo.
Da sempre ho adorato il cinema, fin da piccolo ricordo che avevo un rapporto con il cinema che andava oltre il puro intrattenimento; volevo capire le tecniche dietro un film, cercavo espressioni artistiche anche quando per molti miei coetanei film e televisione erano solo dei passatempi.

Ricordo che da bambino andavo a comprare (ai tempi si compravano nelle edicole) le videocassette dei film in lingua originale (sottotitolati) perchè nella mia testa il doppiaggio toglieva una grossa fetta dell’arte della recitazione.  Un attore cerca di trasmettere emozioni con la sua interpretazione tramite movimenti del corpo e tramite l’uso della voce e purtroppo il doppiaggio snatura un po’ la cosa dal punto di vista artistico e ai tempi volevo vedere un film e una performance di un attore esattamente come doveva essere, senza filtri. Penso che questo processo mi abbia insegnato molto.
Sono tantissimi i film che hai interpretato, raccontaci. Qual è stata l’esperienza più significativa della tua carriera?
Qualunque esperienza: film, esibizione o apparizione è un tassello che si aggiunge prima alla mia vita professionale artistica, e poi al mio patrimonio personale. Da ragazzo mi esibivo nei musical in piccoli teatri in Grecia per poi suonare il piano negli hotel per arrivare a fine mese, pensando di essere un attore vero e proprio, fino ad arrivare alle grosse produzioni Hollywoodiane odierne, dove ho capito che i “veri” attori sono ben altro e non smetterò mai di imparare. Ogni cosa è servita per costruire qualche cosa, e questo penso sia identificabile in qualunque lavoro e in qualunque esperienza di vita.
Probabilmente a livello professionale il lavoro svolto in Spectre (2015) è stato indubbiamente una svolta cruciale, il fatto che sono stato coinvolto a 360 gradi in una produzione così grande, dalla pre-produzione alla post produzione con tanto di tour promozionale di un anno, mi ha dato tantissimo a livello professionale e poi ha ulteriormente migliorato la mia relazione con Sam Mendes che per me è un vero e proprio maestro. Tre anni di lavoro unici: intensissimi e bellissimi.

Un attore, anche quando non è in scena il suo sguardo sulle cose e la sua sensibilità rimangono sempre le stesse?
Questa è una domanda molto pertinente e profonda e sono contento che si parli anche di questo aspetto.
Io penso, ed è solo il mio modestissimo parere personale basato sui miei studi ed esperienze, che l’attore teoricamente “perfetto” sappia staccare completamente la scena, il palco e la vita professionale dalla vita personale; questo perché il personaggio che si deve recitare per professione, in questo caso dovrebbe essere tecnicamente parlando, distaccato dal personaggio che uno è nella vita reale. Questo però solo teoricamente       e  la pratica è molto differente; anche un mostro di bravura come Marlon Brando, attore che era capace di interpretare incredibilmente bene una miriade di parti completamente differenti saltando da un set all’altro nello stesso periodo,ha avuto problemi a staccare se stesso dal suo lavoro e dai suoi personaggi, problemi che lo hanno portato a depressione e alcolismo.
Personalmente cerco di avere fin dall’inizio un approccio molto tecnico nello studio delle mie parti, ma alla
fine è inevitabile che la mia persona vera venga coinvolta nel processo, d’altronde la recitazione è un’arte e
l’arte non esiste senza emozioni e personalità.
Cinema, teatro e tv. Quale metti al primo posto nel tuo cuore?
Domanda difficile, ma se devo parlare di pure questioni di cuore metterei il teatro. L’esibizione teatrale non ha eguali in termini di emozioni, è come quando una band suona dal vivo piuttosto che registrare in studio … il pubblico da una spinta incredibile! Per non parlare poi che anche tecnicamente, il palco non da possibilità di errore e questo aumenta la voglia di fare bene.
Chiaramente dal punto di vista economico/professionale il cinema è un altro pianeta. La TV invece è un prodotto molto più di consumo, ma è forse la cosa più divertente da fare!
Cosa ne pensi del cinema italiano?
Premetto una cosa: non faccio critiche e nemmeno sono nella posizione di criticare o giudicare. Io penso che il cinema italiano soffra da molti anni di riflesso a quella che è la domanda dei consumatori, mi spiego meglio: se la classica commedia natalizia riempie le sale, nonostante tutti i consumatori sanno già in anticipo che non sarà un film da nominations ,ovviamente il mercato cinematografico italiano continua in questa direzione perché è un business che paga, di certo non ci si può lamentare però se poi non si vedono più film artisticamente validi che sono più difficili da produrre e non hanno lo stesso riscontro economico.
Un discorso a parte però va fatto per i film indipendenti. In Italia come in tutto il mondo le produzioni
indipendenti hanno un valore artistico molto elevato e sono uno zoccolo solido su cui basare la crescita di talenti nel settore. Purtroppo il cinema indipendente è molto limitato da una distribuzione davvero minimale e questo nasconde moltissimi piccoli capolavori, ma purtroppo anche qui alla base di tutto c’è il ritorno economico.
Vivi da molti anni in Curacao, la meravigliosa isola caraibica. C’è qualche cosa che rimpiangi dell’Italia?
Fin da giovane ho sempre vissuto fuori dal paese Italiano non solo per scelte professionali ma anche perchè mi è sempre piaciuto conoscere a fondo altre culture, popolazioni, diverse mentalità e diversi approcci alla vita e al lavoro, diciamo che sono un po’ nomade da questo punto di vista … me ne rendo conto. Rimpianti non ne ho, ovviamente mi mancano soprattutto i legami personali, gli amici storici, vedere la mia figlioccia e le mie nipoti che crescono, fortunatamente al giorno d’oggi la tecnologia ha ridotto le distanze e con una video chiamata si arriva in ogni parte del mondo. L’Italia ha un fascino particolare che è un po’croce e delizia, tutti si lamentano e la criticano quando ci sono dentro, ma quando la lasciano manca.
Sei un’amante degli animali e possiedi un bellissimo cagnolone. Come riesci a gestirlo con i tuoi
numerosi impegni?
Adoro i cani e gli animali e non potrei vivere senza Pam, il mio field labrador di 40 chili!                                          Parto dal presupposto che per lui rinuncerei a qualsiasi cosa. Quando una persona decide di assumersi la responsabilità di un animale deve capire che non è un soprammobile, un passatempo o un oggetto da compagnia, ragion per cui quando ho deciso di adottare il mio cucciolone sapevo che avrei dovuto fare delle rinunce, ma che sarebbero state compensate enormemente da quello che un animale ti può dare. Fortunatamente fin da cucciolo è stato un cane con un incredibile spirito di adattamento e davvero tutt’altro che problematico. Mi ha seguito in tutti i paesi dove ho vissuto, è stato in set cinematografici e televisivi, ha girato in lungo e in largo America ed Europa e molti direbbero che basta che ci sono io per farlo contento, in realtà è anche l’opposto! Sono felice quando lui è con me.
Come hai trascorso il lockdown e cosa pensi del futuro del cinema?
A causa della chiusura delle frontiere e la cancellazione dei voli internazionali di marzo ho passato il mio lockdown in Italia il che è stata una cosa molto positiva. Ero vicino alla mia nonna sprint che vive in un piccolo borgo nei pressi di Savona, la cosa mi ha tenuto lontano da preoccupazioni dettate dalla distanza. Ho avuto tempo da dedicare alla mia nuova compagna, sistemare la mia casetta in Italia, studiare nuove cose che a causa della mia vita frenetica erano sempre in lista d’attesa e soprattutto mi è servito per ricaricare le batterie, fisicamente e mentalmente dopo un paio di anni un po’ difficili.
Il futuro del cinema o, per meglio dire, della cinematografia, secondo me è sempre più orientato sulle piattaforme digitali. Colossi come Netflix, Amazon e Apple dimostrano ampiamente che basta una connessione internet per vivere di film e che così facendo si raggiungono molti più consumatori.                                                                            Certo che la magia della sala cinematografica è unica a livello di esperienza, ma tutto evolve ed è bene accettare di evolvere.
I tuoi progetti futuri?
Se c’è una cosa che ho imparato soprattutto negli ultimi anni, è che fare progetti a lunghissimo termine per una persona come me non funziona, non ancora perlomeno. A livello cinematografico mi piacerebbe fare nuove esperienze, magari in generi diversi e non necessariamente davanti alla telecamera.
A livello personale/artistico vorrei continuare a studiare per cercare di migliorarmi e di imparare da ogni nuova esperienza lavorativa e non.
Dal punto di vista puramente imprenditoriale a breve verrà lanciata la linea di abbigliamento sportivo che porta la mia firma in collaborazione con Alpha Fit, siamo agli ultimi dettagli, a volte sono così pignolo sul lavoro che mi chiedo come possano sopportarmi! Continuo a collaborare con molti videografi indipendenti e da poco ho aperto una piccola casa di produzione (ArCa Productions) con la quale mi piacerebbe sperimentare nel cinema indipendente, si vedrà.
Vorrei ringraziare La Gente Che Piace per l’opportunità e Valeria per la sua simpatia, cordialità e grande
professionalità.