martedì, Dicembre 3Settimanale a cura di Valeria Sorli

La lirica? Il mio Elisir d’amore

Una voce di velluto, calda, avvolgente e onirica: Anna Delfino è un soprano che si è distinto a livello nazionale e non solo. Un lungo curriculum di attività, costellato di successi e apprezzamenti di pubblico e critica che ha portato Anna a calcare importanti palcoscenici nazionali, senza rinunciare a piacevolissime contaminazioni di altri generi musicali: “ Un tocco di morbido velluto in ogni registro, una duttilità e vivacità in filigrana, e un vigore raffinato.” come l’ha splendidamente definita Markus Kretzer, sul Meppener Tagespost.

Anna, quando nasce la tua passione per il canto?
Nasce da piccola: a 8 anni ho iniziato lo studio dell’oboe, ma a 6 anni in prima elementare scrissi
che da grande avrei voluto essere un canarino per cantare. Ho iniziato poi a studiare seriamente il
canto lirico all’Università.
Che cosa rappresenta la lirica per te?
E’ tantissimo studio, passione, devozione, fatica ma è vita: non so spiegarti ma essere sul palco e
cantare mette in moto una carica infinita che definirei proprio amore.
Quando hai debuttato?
Ufficialmente nel 2012 al Politeama Greco di Lecce con Elisir d’Amore, di Donizetti, per me il
senso della musica lirica.
Quali sono gli autori che meglio si adattano alla tua voce e che ami di più?
Hai detto bene: ogni voce ha un suo autore più adatto, come si indossa un vestito su misura: il
mondo di Donizetti è molto vicino al mio, anche se amo molto Offenbach, Rossini e Verdi.
Hai lavorato all’estero e in tantissimi teatri italiani: ci sono stati dei momenti particolarmente emozionanti che vorresti ricordare?
Certo, sicuramente il mio debutto al Teatro Bellini di Catania, con ben 7 serate in sold out: è stato
un evento meraviglioso, proprio poco prima del lockdown.
Sei la voce di Morricone! Come hai vissuto questa esperienza?
Si, sono stata scelta come voce nell’orchestra di Giacomo Loprieno nello spettacolo “The Legend
of Morricone”: abbiamo fatto oltre 50 serate tra Italia ed estero. Poco prima della chiusura a causa
del Corona Virus avremmo dovuto partire per un tour solo estero. E’ una esperienza davvero
meravigliosa, data la maestosità dell’orchestra e della magnificenza di Morricone. Inoltre nel mese
di luglio scorso abbiamo inciso il nostro primo CD spettacolo nel prestigioso studio di registrazione
di Mauro Pagani, un fiore all’occhiello di questa esperienza.
Il teatro è il tempio della lirica: che ruolo sociale avrà da ora in poi?                                                          L’mergenza sanitaria ha letteralmente sconvolto il mondo dello spettacolo e della lirica e più in
generale dello spettacolo. L’opera lirica è una bellissima declinazione della bellezza, il mondo ha
bisogno di vivere òa vibrazione della cultura e della musica. L’Italia ha i teatri più belli del mondo e
il futuro è incerto: tra l’altro, questo mondo necessita del lavoro di tante persone, tanti professionisti
del backstage… Come sarà possibile portare in scena un’opera lirica nella sua completezza?
Vedremo…
Come stai trascorrendo queste giornate di quarantena?
E’ un momento triste ma al tempo stesso un’occasione per studiare, per consacrarsi al
perfezionamento di se stessi. E’ un momento di raccoglimento interiore ed artistico: ho studiato
tanto, per tornare ancora più in forma e regalare al pubblico le emozioni che la lirica mi sa dare…
Per condividere con tutti l’elisir di bellezza che permea la mia vita.
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