domenica, Novembre 24Settimanale a cura di Valeria Sorli

La musica degli anni ’70

Un vecchio vinile gira sul giradischi all’interno di un negozio di musica, la voce del cantante ti entra dentro l’anima, il suono della chitarra è quello di una diavoletto, il tocco è inconfondibile, Angus Young è un chitarrista che riconosci tra migliaia. Quel rock’n’roll con venature blues mi fa pensare che gli anni Settanta vivono ancora oggi, la musica attuale ne ha subito il sound e le contaminazioni, quel decennio verrà ricordato come la consacrazione di quei gruppi rock che hanno inventato uno stile e l’innovazione musicale, un fenomeno difficile da dimenticare.

Tutto era diverso, l’arte veniva condivisa e vissuta con più entusiasmo, il blues fu il genere che più contaminò quelle band che si affacciavano nel mercato musicale, i Led Zeppelin erano la band che più fece presa tra i giovani, venivano catturati da quel sound magico e misterioso.

I concerti erano grandi raduni, dove persone che condividevano  un modus vivendi comune, si ritrovavano  insieme per ascoltare quel rock che parlava di cambiamento, si perché tutti erano sicuri che qualcosa potesse cambiare in meglio, con una rivoluzione culturale che apportasse  delle modifiche all’interno di una società che era indispensabile  modificare dal basso.

I Pink Floyd pubblicavano album come “The Dark side on the moon” “Wish you were here”, “The Wall” e si affermavano come band di fama mondiale, la loro idea era innovativa e rivoluzionaria, piena di contaminazioni dalla Techno al Rock, trent’anni avanti, i Chemical Brothers e i Sigur Ros oggi non esisterebbero.

Gruppi come Creedence Clearwater e Deep Purple uscivano fuori con brani che ancora adesso vengono presi come punto di riferimento da quei ragazzi che si affacciano al mondo dell’arte suonata, incuriositi da quel sound caldo e coinvolgente. Le comitive si radunavano per parlare delle ultime novità discografiche, le trasmissioni come bandiera gialla di Renzo Arbore facevano conoscere alla generazione di adolescenti gruppi neofiti, che poi sarebbero diventate band affermate con migliaia di fan, c’era voglia di ascoltare e capire, lo spazio per prodotti commerciali plastificati, era ridotto all’osso.

Nel 1971 “Imagine” di John Lennon, capolavoro indiscusso, spopolava tra le tante radio libere. Un brano che oltre ad avere una linea melodica geniale, cantava con un testo rivoluzionario, la speranza per un futuro migliore, senza guerre, dove la pace poteva vincere sui soprusi dei potenti che producevano guerre e morti. Il messaggio era importante, i due elementi, musicale e letterario si univano perfettamente. Gli anni Settanta erano protesta cantata.

Quel ragazzo pochi anni dopo sarebbe stato ammazzato da uno squilibrato a New York, a trentotto anni dalla sua scomparsa mi chiedo oggi che genere ascolterebbe, lui che poco prima aveva rivoluzionato  tutto con i Beatles.

Forse John se fosse ancora in vita sarebbe ancora capito, ma lui e gli altri personaggi che hanno dominato i palcoscenici rock nel decennio magico, e che  hanno preso il volo per un altro mondo, capirebbero la musica di oggi? Chi ha fatto successo grazie alla sostanza e non per merito della forma, sicuramente storcerebbe il naso di fronte a tanta aridità, la plastica che confeziona un regalo, ha preso il posto rispetto al contenuto del presente che c’è all’interno, eccetto rari casi naturalmente.