Amsterdam, 1636. Sophia (Alicia Vikander), una ragazza orfana cresciuta in convento, viene data in sposa ad un ricco mercante di mezza età vedovo, Cornelis Sandvoort (Christoph Waltz), bisognoso di erede. L’uomo è buono e affettuoso con lei e le garantisce una vita agiata, ma Sophia non prova alcuno slancio passionale e per di più non riesce a dare a Cornelis il tanto sospirato figlio.
Un giorno Cornelis chiama Jan van Loos, giovane pittore talentuoso quanto squattrinato (Dane DeHaan), per farsi ritrarre con la moglie e tra il pittore e Sophia nasce subito un’intesa fatta di complici sguardi. Attratti dalla forza della passione giovanile, i due iniziano una relazione clandestina. A complicare le cose giunge la gravidanza inaspettata della cameriera di casa, Maria, che per una fortuita (e ingarbugliata) coincidenza viene abbandonata proprio in questo frangente dal suo amato, che parte in cerca di fortuna. A Sophia e Maria non resta che far buon viso a cattiva sorte e sfruttare la situazione in maniera vantaggiosa per entrambe.
Sullo sfondo della vicenda ad Amsterdam sale sempre più la “febbre dei tulipani” (titolo originale del film è appuntoTulip fever), una vera e propria corsa al tulipano più prezioso, il cui bulbo poteva ai quei tempi valere una fortuna, che dà origine ad affollatissime e rissose compravendite.
L’intreccio della vicenda, tratta dal romanzo bestseller della scrittrice inglese Deborah Moggach, in alcuni momenti sembra affondare le sue radici nella commedia plautina per i rapporti tra marito, moglie e serva: talvolta le scene suscitano la risata, ma, una volta sciolta la trama, il finale non sarà necessariamente a lieto fine per tutti. Qualcuno ne uscirà ferito, ma con una consapevolezza più matura del “corso” della vita e della fragilità delle passioni, durevoli tanto quanto la vita di un tulipano.
Tutti gli attori recitano con bravura: Christoph Waltz, senza il ghigno a cui siamo abituati, è misurato e credibile nel ruolo di marito buono e un po’ ingenuo e Alicia Wikander delinea un personaggio dolce e sensibile, che scopre improvvisamente la passione. In un piccolo ruolo anche la grande Judi Dench nel ruolo di una badessa dalle maniere spiccie.
Il film si segue con piacere, anche se la regia non propone nulla di particolarmente originale e resta in bilico tra dramma sentimentale, commedia e pellicola storica. Degni di nota i costumi e la ricostruzione di ambienti d’epoca. Piccola curiosità: il film è l’ultimo prodotto da Harvey Weinstein, prima dell’ondata di scandali che l’ha travolto.