KURSK
Regia: Thomas Vinterberg
Anno: 2018
Era l’agosto del 2000 e tutto il mondo seguiva le vicende del sottomarino russo K-141 Kursk, rimasto per giorni sotto i fondali del mare di Barents in attesa di aiuti fino al decesso di tutto l’equipaggio. “Kursk” porta sul grande schermo la tragica storia dei valorosi marinai, che morirono in quella che doveva essere una semplice esercitazione, e delle loro famiglie – madri, padri, mogli e figli – che rimasero per giorni senza notizie e spiegazioni da parte del governo russo in un crescendo di dolore e rabbia.
Il film, basato sul romanzo di Robert Moore, ricostruisce le vicende della tragedia, partendo dall’imbarcazione dell’equipaggio dopo una grande festa con famigliari e amici fino al disastro dell’esplosione di due siluri a testata atomica che portò all’inabissamento del sommergibile e alla lenta agonia dei pochi superstiti. S’intrecciano quindi le sequenze della drammatica e coraggiosa sopravvivenza dei marinai, i tentativi di aiuto internazionali, ostacolati fino all’ultimo dalla burocrazia russa, e le vicende dei famigliari, che chiedono spiegazioni in conferenze stampa che eludono domande e ignorano l’ansia e l’urgenza di chi vuole sapere la verità.
Un film che ha il sapore dei kolossal di un tempo, con un cast internazionale di attori come Matthias Schoenaerts, il cui ruolo è ispirato al capitano Dmitri Kolesnikov, Colin Firth, Max Von Sydow e Léa Seydoux. Dirige Thomas Vinterberg con abile mano che unisce dramma collettivo e famigliare con la storia vera e scene spettacolari, prendendo una posizione netta contro una burocrazia lenta, vetusta, che preferiva temporeggiare in nome del prestigio nazionale piuttosto che dialogare con gli aiuti internazionali, pronti a partire, mentre si consumavano vite umane all’interno di uno spettrale scompartimento del sottomarino. Il mare, silente e gelido, regna su tutto il film, come un altro protagonista.
Uscito in Italia con problemi distributivi e un ritardo di 5 anni, “Kursk” è un film interessante non solo perchè fa luce sulla tragedia di un recentissimo passato, ma anche per i suoi risvolti politici quanto mai attuali.