Allegra, frizzante, positiva, volitiva, profonda, affettuosa, pura….potremmo continuare per apostrofarla con mille aggettivi, ma ne usiamo uno soltanto, quello che li contiene praticamente tutti: ” Unica Mimì “. La più grante interprete di fiumi di note e ritornelli, lei non cantava solo con la voce, lei sprigionava l’anima, attraverso il volto, le mani, gli sguardi.
Se dovessimo descrivere la sua carriera, certamente la divideremmo in due atti, il primo fatto di sogni, speranze, giochi, tanto divertimento, tra famiglia e amici, Loredana Bertè e Renato Zero. Fino ad arrivare al successo e cantare in coppia con Charles Aznavour. Poi il secondo atto, quello dopo la tempesta e si sa che dopo di essa tutto è più bello ancora, con una voce graffiante, dal retrogusto rabbioso. Infatti in questo ritorno alle scene a rafforzare tutto, irrompe in ogni interpretazione, una velata rabbia, rabbia che non fa male, ma serve all’artista a raschiare fino infondo tutto il suo talento. A dimostrare di essere ed esserci, a dimostrazione che ama ciò che fa, ama il suo pubblico, la scena ed ama ridere ridere ridere. Peccato che l’arte era sostenuta da un’animo nobile, un’animo ancora, nonostante tutto, puro. Quindi se l’artista ritrova nuova linfa, affermandosi nel suo essere più completo, la donna non riesce a rinascere realmente.
Grazie a Rai Uno, grazie all’interpretazione di una grande attrice, certamente tra le più complete e brave che il panorama offre, Serena Rossi, è stato evidenziato lo spessore di una grandiosa Mia Martini dal cuore grande. E’ stata data la possibilità, a chi non ne era a conoscenza, di alzare un velo su un pezzo di spettacolo irripetibile. Irripetibile nel bene e speriamo anche nel male.
C’è un’aneddoto che lei stessa raccontò, all’inizio delle maldicenze. Passeggiando con un amico nella sua Bagnara Calabra, trovò davanti ai suoi piedi una banconota, se ricordo bene, di dieci mila lire, lei la raccolse e ridendo si rivolse all’amico dicendo: “forza chiamiamo i giornalisti così non diranno più che porto male…”
Che dire, in quella domenica, raccolti intorno al tavolo i TG annunciarono la sua prematura scomparsa, avevo fatto appena in tempo a vivere ed amare il secondo atto della sua carriera, “Almeno tu nell’universo”, “Donna”, “La nevicata del 56”, “Gli uomini non cambiano”, “Stiamo come stiamo”, “Lacrime”, “Dio c’è”, “Chica chica bum”, interviste, ospitate, mi venne naturale sentire gli occhi umidi e pensare: “…e ora tutte le canzoni che ci avrebbe dovuto ancora regalare…?”. Ancora oggi lo penso, però quando mi recai in cimitero davanti alla sua tomba capii che tutto ciò che aveva fatto sarebbe servito. Con la fiction “Io sono Mia” e la reazione del pubblico giovane, abbiamo avuto la conferma.
Grazie Mimì, a nome della Gente che piace, di essere sempre qui a regalarci tutto di te.
Oltre alla sua discografia tanti sono i duetti e le interviste dove emerge la sua voglia di divertimento, il suo essere un’animale da palcoscenico, essere donna e artista, provate a guardare il duetto, in una indimenticabile “Serata d’onore”, “E non sta bene” con Marisa Laurito e Alberto Tomba.
Se volete, parliamone….
peaceful piano
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