È un uomo dalle mille risorse, un po’ irriverente ma un concentrato di simpatia e dolcezza. È proprio il suo segno zodiacale, la bilancia, che fa di lui un’equilibrista della sua vita, sempre pronto a mettersi in gioco e a posizionare al proprio posto ogni cosa nel modo giusto. La sua grande abilità nel destreggiarsi lo ha fatto diventare uno dei volti più seguiti e amati della Tv: Luca Abete, volto storico di Striscia la Notizia, l’inviato a cui piace tastare le cose da vicino e raccontarle senza filtri! Luca però, di cose nel suo cilindro magico ne sforna davvero tante. Ideatore e testimonial del Tour universitario #NonCiFermaNessuno, partito da settembre 2014 dall’università La Sapienza di Roma e tuttora con grande successo, tocca gran parte delle città italiane, stimolando e coinvolgendo migliaia di studenti in questa campagna sociale a credere in se stessi, a non fermarsi di fronte alle difficoltà e a far capire a tutti che si può essere artefici del proprio futuro; del resto anche il grande filosofo Seneca sosteneva che la fortuna non esiste: esiste il momento in cui il talento incontra l’opportunità.
Parliamo subito del tuo tour che sta riscuotendo un notevole successo tra i giovani. Da dove è partita l’idea di questo format?
Quasi per caso perché molto spesso mi invitavano nelle università a parlare con i ragazzi che studiavano qualcosa di attinente al mio lavoro come inchieste e reportage, quello che in fondo è il mio lavoro. Mi rendevo conto che loro erano interessanti sotto un altro aspetto, nulla di tecnico ma molto più personale. Tutti pensavano che io sono arrivato a Striscia la Notizia con qualche raccomandazione, invece io racconto la mia storia; di un ragazzo di provincia che voleva fare l’architetto e che ha iniziato cominciando a fare il lavoro dell’ animatore come clown e poi si è innamorato della creatività messa al servizio dell’intrattenimento , quindi ho cercato di sperimentarlo in tutte le forme e mi sono ritrovato a fare una serie di esperienze, ovviamente alcune belle, alcune brutte, ma soprattutto facendo tesoro delle brutte e raccontavo ai ragazzi che si può diventare più forti di prima e proprio da li può nascere la chiave che ci porta alla realizzazione del sogno. Da lì è iniziata una vera campagna sociale dalle quale ho pensato di mettere in piedi questo format.
Quali sono le risposte dei giovani e da cosa sono motivati?
I ragazzi apprezzano tantissimo, devo dire che quando è nato questo tour abbiamo incontrato un po’ di scetticismo da parte del mondo accademico e delle università, mentre invece i ragazzi lo hanno subito apprezzato ed’ è stato l’input che ha sedotto le università a richiedere successivamente la nostra presenza. I ragazzi hanno bisogno di testimonianza vere, di racconti non da professori ma che nascono sullo stesso piano. Io quando comunico con loro non parlo dei miei successi o di che cosa devono diventare per forza, io parlo di sconfitte che possono diventare un toccasana per imparare a resistere alle difficoltà della vita e mettendomi sullo stesso piano, divento un amico che fa una confessione, raccontando degli aneddoti di vita. La loro gratitudine è immensa!
Hai collaborato alla scrittura dei testi della canzone “Non ci ferma nessuno”, cantata da Patrizio Santo e di cui hai realizzato anche un video clip. Mi ha colpito questa frase molto originale “Se la vita è una prigione, trova tu la chiave giusta. Qual è il messaggio che vuoi inviare al pubblico che ti segue e l’obbiettivo che vorresti raggiungere?
La canzone è nata proprio per cercare di trovare un’altra via di comunicazione, nuova, diversa e sicuramente molto vicina ai linguaggi dei ragazzi. Questa frase è particolarmente significativa, perché in certi momenti tutti non soltanto i ragazzi, anche quelli più grandi, vivono come se intorno a loro non ci sia una via d’uscita, quindi la chiave giusta per aprire i cancelli che imprigionano le nostre opportunità e speranze , esistono e sono a portata di mano, dobbiamo essere noi capaci di aprirle. Tutto questo può accadere con la caparbietà, la fiducia e la capacità di guardare le cose per bene e ovviamente trovare una soluzione dove si pensa che una soluzione non possa esserci.
Il tour che porti in giro per l’Italia è una campagna di solidarietà, ce ne vuoi parlare?
Questo è il quarto anno che portiamo avanti un’operazione concreta di gemellaggio con il banco alimentare. Tutto è nato dalla volontà di trasformare, la forza, la potenza e l’energia di questa community in qualcosa anche di palpabile al servizio del prossimo. Noi regaliamo sorrisi ai ragazzi e alle famiglie bisognose, quindi abbiamo pensato che si potesse dare visibilità all’azione meritoria che porta avanti il banco alimentare con un’iniziativa. Più è attiva la community, più c’è interazione sulla piattaforma social e sul nostro sito internet, più aumentano i beni a disposizione raccolti per il banco alimentare. Quest’anno abbiamo pensato che più aumenta il consenso del video, più saranno i pasti completi che doneremo. In passato abbiamo regalato 25000 pacchi di pasta, 15000 Kg di riso e 20000 kit merenda.
Hai ricevuto tanti riconoscimenti, raccontaci…
Il più prestigioso è stato la medaglia del Presidente Della Repubblica. Per il secondo anno consecutivo abbiamo il patrocinio del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, tutto questo è a dimostrazione della sensibilità che si ha nei confronti di chi porta avanti le campagne a favore dei giovani che sostanzialmente sono sempre più bisognosi. Il più inaspettato sicuramente è stato il titolo a Professore di Honorem all’Università di Parma. Sicuramente l’emozione più forte è stato l’incontro con Papa Francesco a Città del Vaticano dove abbiamo parlato a 7000 ragazzi provenienti da tutta Italia.
Il tuo lavoro di inviato non sempre è facile da gestire, soprattutto quando ti trovi in situazioni a volte pesanti, mettendo a repentaglio anche la tua persona. Ti affidi a San Modestino patrono della tua città oppure a San Gennaro?
Diciamo che io mi affido soprattutto alla mia capacità di gestire tutto questo, non per questo che io manco di rispetto ai Santi o alla Chiesa, ma perché in certe situazioni ci arrivi cosciente dei rischi che corri, ma forte della giusta causa che stai portando avanti. Io affronto delle situazioni che apparentemente per molti sembrano folli, pazzesche, mentre invece io mi ci trovo a mio agio perché so che quello è il terreno di battaglia dove si combattono le guerre in nome della legalità, della salvaguardia dell’ambiente e in nome di tante persone che soffrono, urlano e che nessuno sente più. Sono consapevole che quello è il campo di gioco sul quale devo combattere la mia partita e se voglio utilizzare al meglio i fantastici strumenti che mi da a disposizione Striscia, i super poteri che mi consentono in una terra difficile ma bellissima come la mia di poter riuscire talvolta anche di cambiare le cose
Lo spettacolo e il palcoscenico per te è una vocazione. Nel tuo cuore alberga anche una vena di clown-mago. Ci racconti qualche aneddoto dei tuoi esordi?
La prima volta da clown è stato un incubo, perché io facevo l’animatore per guadagnare qualche soldino e non pensavo nella mia vita di poter fare questo lavoro. Un giorno mi chiamò il responsabile della mia agenzia per dirmi che avevano un problema e che il clown mago si era ammalato, quindi serviva qualcuno che facesse lo spettacolo il giorno dopo. Mi convinsero, andai lì e feci uno spettacolo tristissimo; non rideva nessuno, infatti se avessero chiesto ai genitori di un bambino il loro pensiero su Luca Abete, avrebbero risposto << E’ un bravo ragazzo ma è negato a fare qualcosa nel mondo dello spettacolo! << Questo è un aneddoto che sicuramente fa capire come nella vita gli esordi possono essere difficili, ma tante cose possono cambiare e trasformarsi con l’impegno e la voglia di emergere e di sopperire alle difficoltà iniziali. Il clown mi ha insegnato tantissimo! Mi ha insegnato il gusto, il piacere, il brivido e l’emozionare di donare senza avere nulla in cambio e sostanzialmente oggi sono evoluto, continuo ad essere un clown ma con gli strumenti che mi mette a disposizione Striscia. Prima regalavo un sorriso ai bambini, adesso provo a regalare un sorriso a gente che soffre e che si rivolge a Striscia La Notizia nella speranza che qualcosa cambi.
Noi siamo il settimanale La gente che piace, tu ti senti uno che piace?
Io piaccio e non piaccio, come tutte le figure che vanno un po’ a ficcare il naso dove non lo ficca nessuno, è naturale c’è chi impazzisce per te e che ti sostiene e chi ovviamente non gradisce questo operato. Intorno respiro un’atmosfera di grandissimo affetto e ammirazione. Sono molto contento di piacere a molte persone e contentissimo di non piacere ad altre; questa minoranza che preferisce che le cose vadano male, che vive nell’illegalità oppure nei malcostumi che purtroppo distruggono, hanno rovinato e potrebbero continuare a rovinare la mia terra meravigliosa!