venerdì, Novembre 22Settimanale a cura di Valeria Sorli

Luigi Bonino: La danza e l’amicizia, la mia ragione di vita

Non c’è distanza che possa dividere una vera amicizia, perché i legami, quelli forti, rimangono e sfidano il tempo e hanno una sola cosa che li accomuna: il cuore!

Ho letto con grande emozione l’articolo scritto da Alviero Martini dedicato al suo caro amico fraterno Luigi Bonino e da qui è partita la mia voglia di conoscere più da vicino un’artista mondiale che ha dedicato la sua vita alla sua innata passione: la danza!

Penso che la danza sia l’unica vera fonte attraverso la quale si possano esprimere in libertà le proprie sensazioni, forse anche quelle che non si riescono a descrivere con le parole. Un artista di grandissimo talento: ballerino, attore, direttore artistico affermato a livello internazionale, una storia di un fascino incredibile che a braccetto del suo grande carisma è capace di esprimere in toto la sua innata arte.

Ti sei esibito sui palcoscenici di tutto il mondo. Qual è il ricordo più bello che porti sempre nel cuore?

Sono tantissimi, ma il più bello è stato al Metropolitan di New York quando ho ballato Frollo con Natalia Makarova e Rudol’f Nureev . Devi sapere che Nureev per me è stato un “amore folle”, di stima, quello che mi ha fatto cambiare e che ho seguito nella danza. Ho fatto delle follie per lui, lo seguivo da tutte le parti, andavo a vedermi tutti i suoi spettacoli, un po’ come le ragazzine che urlano quando vedono il loro idolo preferito; quindi, quando ho ballato con lui (io ero già grande) e lo conoscevo già, lui mi parlava italiano, ma quando eravamo in scena, lui eraQuasimodo e io Frollo. La mia più grande emozione è stata nel momento degli applausi, quando siamo andati davanti al palco tenendoci per mano e abbiamo preso gli applausi insieme: «mi viene ancora la pelle d’oca a parlarne». Quello è stato uno dei momenti più incredibili della mia carriera, perché lui era il mio idolo, l’unico in assoluto!

Che ricordi hai di Roland Petit?

Ho respirato tutto da lui: quando creava un personaggio poi me lo facevo mio. Roland è stato uno dei massimi ballerini e coreografi francesi.

Come hai trascorso la tua infanzia unendo alla passione per la danza il rapporto con gli amici?

Nella mia infanzia non ho avuto amici o compagnie come tutti i ragazzi, io ballavo già a 16 anni ed ero nella compagnia di Susanna Egri, quindi andavo in giro e pensavo solo a quello; facevo le lezioni e le prove, ma l’unica cosa che mi permettevo nei miei momenti di svago, era di andare tutte le sere in discoteca, perché andavo a ballare che mi piaceva tantissimo. La danza per me è tutto, è la mia vita.

Quante ore di ginnastica dedichi al giorno?

Tutti i giorni faccio almeno minimo un’ora di esercizi e se devo provare, allora mi muovo facendo vedere tutti i passi: salto, giro e prendo le ragazze, insomma faccio tutto e poi dipende anche dalle giornate. Chi nel nostro mestiere dice “lavoro tutti i giorni e 8 ore al giorno”, dice un’assurdità, questo non è assolutamente vero, al massimo lavorano 4 o 5 ore con pause.

Quali sono i personaggi illustri che hai incontrato nella tua carriera che ricordi con piacere nella danza?

Rudol’f Nureev sicuramente questo è il primo, poi Michail Baryšnikov che è un carissimo amico, Natalia Makarova, Margot Fonteyn a parte Elisabetta Terabust che era come una sorella, Alessandra Ferri, Luciana Savignano, Carla Fracci, insomma tutti i ballerini più grandi e anche quelli della Scala sono tutti miei grandi amici.

Tra le pagine del nostro settimanale, vuoi lasciare un pensiero per Alviero Martini, visto la vostra fraterna amicizia che vi lega da anni?

Io senza Alviero non avrei mai fatto tutto quello che ho fatto e non avrei mai visto tutti i paesi che ho visitato. Lui mi ha fatto scoprire Cuba, le Hawaii, il Brasile che adesso adoro. Tutti i viaggi che abbiamo fatto in Tunisia, a Prada, insomma, io senza Alviero probabilmente non avrei mai fatto vacanze e forse non sarei quello che sono adesso, perché mi ha aiutato tantissimo nel mio lavoro, è un punto di riferimento, un’ancora per me. Se ho bisogno di un consiglio chiamo Alviero e come ha detto lui, è più di un fratello, insomma per me è Alviero!

Come cita il nostro giornale, chi è per te la gente che piace?

Per me la gente che piace è quella onesta, intelligente e che apprezza le altre persone, perché trovo che adesso c’è molta indifferenza, non ci si guarda più negli occhi, non ci si tocca più. Mi piacciono le persone che sanno ascoltare e che io posso ascoltare, queste sono le persone che a me piacciano.

Trova il tempo di essere amico: è la strada della felicità.

(Madre Teresa di Calcutta)