Talentuoso, carismatico, indimenticabile. Marlon Brando, nato a Omaha (Nebraska) il 3 aprile 1924 e scomparso a Los Angeles il 1 luglio 2004, è entrato nella storia del cinema ed è stato ed è ancora oggi una fonte di ispirazione per molti colleghi e per le nuove generazioni di attori.
In occasione del centenario della sua nascita, la piattaforma di streaming europea arte.tv dedica al grande attore — che nel 1999, insieme a Charlie Chaplin e Marilyn Monroe, fu inserito dalla rivista Time nella lista dei 100 personaggi più influenti del secolo1 — il documentario Il Paradiso di Marlon Brando, che ripercorre non solo la sua straordinaria carriera cinematografica, ma anche e soprattutto il suo impegno politico e ambientale.
Nel 1951, Marlon Brando raggiunse la fama grazie a Un tram che si chiama desiderio, con il quale portò sullo schermo un brutale e sensuale Stanley Kowalski, e da allora il suo volto è legato ai tanti personaggi interpretati dopo di lui ed entrati nell’immaginario collettivo. Da Johnny Strabler, capo di una banda di motociclisti ne Il Selvaggio (1953), fino al capomafia Don Vito Corleone ne Il Padrino (1972), Brando diede spessore ai suoi personaggi smorzando gli aspetti teatrali in favore della profondità psicologica: una novità per il cinema americano dell’epoca. Anche la sua presenza scenica fu oggetto di ammirazione: il contrasto, tra il fisico imponente e il volto quasi angelicato, fece di Marlon Brando il sex symbol di un’America stanca degli stereotipi e alla ricerca di nuovi modelli ai quali ispirarsi.
Candidato otto volte al Premio Oscar, portò a casa due statuette come migliore attore protagonista: la prima per Fronte del Porto (1954), di Elia Kazan, e la seconda per Il Padrino, di Coppola. E proprio in occasione degli Oscar del 1973 svelò al mondo uno dei suoi lati inediti, quello legato all’impegno politico per i diritti civili: per mostrare la sua vicinanza alla causa delle minoranze e, in particolare, dei nativi americani, non ritirò la sua seconda statuetta, ma incaricò un’attrice e attivista di origine apache di partecipare alla cerimonia e di tenere al suo posto un discorso di denuncia contro il trattamento riservato ai nativi americani.
Qualche anno prima, l’attore condivise con il mondo anche la sua grande passione per la scienza e l’attenzione nei confronti dell’ambiente. Nel 1966 acquistò l’atollo di Tetiaroa, in Polinesia Francese, con l’obiettivo di sviluppare un “laboratorio ecologico” per condurre ricerche e realizzare una riserva marina. Il documentario Il Paradiso di Marlon Brando racconta di questo piano ambizioso (che conobbe molti ostacoli) e svela gli altri aspetti inediti del leggendario volto di Hollywood.
Codice per embeddare il documentario: <iframe title=”Il Paradiso di Marlon Brando” allowfullscreen=”true” style=”transition-duration:0;transition-property:no;margin:0 auto;position:relative;display:block;background-color:#000000;” frameborder=”0″ scrolling=”no” width=”720″ height=”406″ src=”https://www.arte.tv/embeds/it/117167-000-A?autoplay=true&mute=0“></iframe>