domenica, Novembre 24Settimanale a cura di Valeria Sorli

Nomadland

NOMADLAND  – Regia: Chloé Zhao

Anno: 2020

 

 

Vivere da nomadi in una terra di nomadi. Il film vincitore del premio Oscar 2021 come migliore pellicola, migliore regia e migliore attrice protagonista rilancia il mito dell’America come terra selvaggia ed incontaminata, vissuta da una sorta di microcosmo che sente le proprie radici con la madre-terra, ma non vuole (o non può) abitarla in senso “tradizionale”. Un microcosmo di chi ha perso o non ha mai avuto le possibilità economiche, che vive di espedienti e tira avanti come può, senza mai perdersi d’animo.

Tra queste persone senza fissa dimora, ognuna con la propria storia alle spalle, c’è Fern (Frances McDormand) che gira un’America rurale sul suo camper, dopo aver perso marito e lavoro durante il periodo della Grande Recessione. Fern accetta lavori saltuari ed occasionali, da magazziniera a sorvegliante nei parchi divertimento, e vive la sua indipendenza senza chiedere nulla a nessuno, anche a prezzo della scomodità, tra le poche cose raccolte nel suo camper, custodite gelosamente, mantenendo sempre la sua dignità.

“Nomadland” è essenzialmente questo, una storia senza storia, che va vista e vissuta senza aspettarsi uno sviluppo tradizionale di sceneggiatura, perché tutto sta nei panorami aperti, nella forza del mare, negli orizzonti al tramonto, nella condivisione di cose semplici eppure così vere, come lo stare insieme all’aperto davanti ad un falò, aspettando l’ora di andare a dormire. Fern difende fino all’ultimo questa sua libertà, anche quando le si prospetta la possibilità di vivere stabilmente accanto ad un nuovo affetto. Ma più potente è la forza della natura, quasi un richiamo che rende ancora più struggente la scelta di una donna ruvida e di poche parole, che sente di non poter mettere radici da nessuna parte. Si può non condividere o non capire, ma come poterle negare il diritto di farlo?

Alla regia essenziale e a tratti documentaristica di Chloé Zhao, cineasta di origine cinese, formatasi tra Europa ed America, si affianca il mestiere di un’attrice come Frances McDormand, su cui sembra ritagliato perfettamente il ruolo. Nello sguardo di Fern c’è la fierezza dell’indipendenza umana e della profonda bellezza dell’America, a cui “Nomadland” sembra rendere un devoto omaggio.

 

Stefano Pariani

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