giovedì, Novembre 21Settimanale a cura di Valeria Sorli

Non è un panino

Avete presente quella stupenda gratinatura che rende la cottura di un piatto, sublime?

Crosticina allegra e croccante e sotto, una bontà che si scioglie in bocca, con un incredibile bilanciamento dei sapori, senza eccesso di grassi…un piacere del palato e dei sensi, un appagamento totale che ti fa far pace col mondo intero. E’ semplicemente arte e amore perché chi senta veramente la passione per la preparazione del cibo e ami, dopo tanti anni di duro lavoro, il riproporre la tavolozza del gusto nella quotidianità, è un vero artista, della semplicità e della vita.

Chi c’è a spentolare anche con un gran caldo, a dosare sapientemente i sapori, le quantità, a saper capire, sempre, quando la mantecatura di un piatto sia veramente al punto giusto?

Io li chiamo gli artigiani del gusto. Non mi riferisco a chef stellati, ma a coloro che nelle mense aziendali e scolastiche preparano montagne di cibo come se fosse il piatto per una sola persona. E’ una magia, un’arte sopraffina il saper arrivare al punto giusto della cottura, a rendere piacevolissimo un rito che è fondamentale. Cibo, passione e creatività. Qualità e crescita. Bellezza e cura.

L’altro giorno ho nascosto una grande emozione che forse non sarebbe stata compresa dai presenti.

Ho ritrovato nella forchettata un ricordo “antico” di mia madre che preparava quel tortino morbido, delicato, amorevole, appena sfornato, gustoso e ricco di sapiente rigore. E mi sorrideva soddisfatta, sapendo di aver fatto una gran bell’opera d’arte che si sarebbe sciolta in bocca in un attimo, un attimo intenso e pieno, anche di ricordi futuri. Aveva ragione, eccome.

Io non sono in gamba come lei e so di non essere affatto una buona cuoca. Mi arrangio ma so riconoscere gli artigiani sapienti.

Ho ritrovato quell’aria di casa, intima, raccolta, in una piccola mensa dove il piatto è curato e i pentoloni sono sotto gli occhi e le mani vigili di chi ha il segreto della vita e te lo accompagna con un sorriso e con l’attenzione e la cura dovuta ad un bimbo piccolo.

La poesia della cucina è arte di vita e spesso ci dimentichiamo che tutto dobbiamo al cibo per il corpo e per la mente.

Sapessimo cogliere il bello nella semplicità, riusciremmo a capire meglio il senso della nostra vita e dell’essere comunità, anche nel piccolo, nello scorrere quotidiano del tempo, fra una forchettata e l’altra, fra un sorriso e l’altro, fra una decisione e un ripensamento, fra un abbraccio e un perdono.