mercoledì, Novembre 27Settimanale a cura di Valeria Sorli

OHT | Nomadic School- Little Fun Palace in the Alps

Trento, 22 giugno 2023. Fino al 26 giugno 2023, Little Fun Palace Palace – una piccola roulotte, luogo effimero di aggregazione – torna a ospitare la Scuola Nomadica (Nomadic School) di OHT [Office for a Human Theatre], studio di ricerca del regista teatrale e curatore Filippo Andreatta, che s’interroga su come lo spazio produca la realtà.

 

Lasciandosi alle spalle la distanza coltivata dalle istituzioni artistiche, e sperimentando diverse possibilità di apprendimento e condivisione del sapere sulle arti performative, i partecipanti alla scuola sono incoraggiati a riconsiderare la propria centralità e perifericità all’interno di uno spazio condiviso come quello scenico, con workshop, esperimenti, incontri, camminate e microperformance.

 

I dodici partecipanti di questa edizione vengono ospitati dalla Malga Termoncello in Val di Non (Trento) nel Parco Naturale Adamello Brenta, a 1.900 metri sul livello del mare, completamente immersi nel paesaggio alpino dove vita e studio diventano un tutt’uno.

 

La Scuola Nomadica, che coinvolge ad ogni edizione un gruppo di mentori appartenenti a diverse discipline, in questa edizione vede la partecipazione della spatial designer ed ex partecipante Gabriella Mastrangelo, la performance artist, batterista e vocalist Stina Fors, la drammaturga del Wiener Festwochen Iris Raffetseder, l’architetta e curatrice Rosario Talevi, la ricercatrice ed ex partecipante Sarah Messerschmidt, la naturalista e collaboratrice del MUSE Elisabetta Filosi, la coreografa e danzatrice Elisa Zuppini, la ricercatrice attivista Bianca Elzenbaumer e lo stesso Filippo Andreatta.

 

Fin dall’inizio, con Little Fun Palace ospiti e pubblico si sono mescolati in una serie di eventi pensati per ambienti e contenuti diversi. Quest’apertura, questa capacità di accogliere l’incertezza di una molteplicità di micro-ecologie ha portato la roulotte a essere un’espansione della disciplina teatrale. E dal momento che il suo programma in continua evoluzione non permetteva di sviluppare un processo specifico che la rendesse a tutti gli effetti una scuola nomadica, per colmare questa lacuna la roulotte è diventata una cassa di risonanza della ricerca di OHT sul teatro e lo spazio scenico in relazione agli spazi naturali e urbani.

 

Come suggerito dall’architetto Cedric Price, Little Fun Palace ha come obiettivo finale la possibilità di cambiare a seconda degli utenti e i contenuti, è un’architettura flessibile che ha un impatto più vivo sul mondo. Per questo la Scuola Nomadica ripensa la forma della roulotte ogni volta che viene realizzata, riprogetta e realizza specifici componenti per immergersi nel luogo in cui si trova e approfondire la geografia della società.

 

A livello teorico, fu Gertrude Stein tra le prime a parlare di “un testo teatrale come un paesaggio” le cui idee possano risuonare anche al di fuori del palcoscenico. In questo senso spazio scenico e architettura diventano ingredienti attivi come la posizione nello spazio pubblico della roulotte, come anche torna utile una tradizione teatrale trascurata – Anton Cechov, Maurice Maeterlink, Samuel Beckett, Henrik Ibsen o Heiner Müller – che voleva il paesaggio come detonatore di sentimenti.

 

Oggi che l’attivismo climatico ci insegna a vedere i paesaggi sempre meno come sfondo delle attività umane, ma più come elementi attivi che vivono con l’uomo, essi diventano la quintessenza del mondo inteso come spazio condiviso in cui l’uomo viene ridimensionato. Questo processo può essere applicato anche al teatro: una democratizzazione del palcoscenico, dove la scena è parte attiva dello spettacolo, può essere considerata una svolta ecologica capace di aprire il teatro a prospettive diverse, decentralizzando l’hubris umano.

 

Per questo Little Fun Palace non vuole essere una ricerca individuale ma un esperimento collettivo, in cui la roulotte si trasforma in scuola nomadica in cui vita e studio non sono separati. La roulotte cambierà forma nel corso dei workshop, modificata in base alle necessità del programma culturale e alla sua posizione nel luogo in cui avverrà.

Ogni programma è composto da una serie di attività, micro-ecologie che abbracciano una moltitudine di voci dagli ospiti, ai partecipanti, al pubblico che insieme penseranno al teatro, allo spazio scenico e alla crisi climatica, come territori estetici che hanno implicazioni politiche senza un linguaggio politico.

 

La Scuola Nomadica vuole essere una roulotte performativa che riflette su se stessa e sulle diverse pratiche artistiche in uno scambio infinito tra ambiente, ospiti e pubblico. Abbracciare l’incertezza di punti di vista diversi, di una comunità eterogenea, è ciò che rende la produzione di conoscenza tangibile per tutti i partecipanti.