Il Brasile è un territorio vasto circa 8.500 km q. mentre, per fare un esempio, l’Europa raggiunge circa 11.000 km q. Quindi da solo, il “continente “ sud americano è meno vasto ma più compatto seppur suddiviso in 26 stati, incluso il distretto della capitale Brasilia, e dal Nord al Sud, la varietà di popolazione, paesaggi vegetazione, materia prime, sono accomunate da una sola lingua, il portoghese, con diversi accenti, cadenze, slang, e una sola moneta il Real, che unisce fortemente la popolazione a differenza della nostra poco amata Europa dove vivono forti contrasti linguistici, che ogni paese tende a far prevalere, a discapito del dialogo, di una moneta unica, dalla quale tutti vorrebbero fuggire. Peccato, l’Europa è sicuramente il continente più ricco di storia e cultura, e basta l’Italia da sola per aumentare la percentuale delle bellezze artistiche e culturali, naturalmente prese in scarsa considerazione dagli italiani stessi, perché “l’erba del vicino” è sempre la migliore…. Mai proverbio rappresenta così perfettamente un pensiero di ignoranza, di scarsità di vedute, di esterofilia. Ma torniamo al Brasile, un “Paese-Continente” ricchissimo di materie prime, dai minerali, dal ferro al manganese, carbone, bauxite, nichel, petrolio, stagno, argento, diamanti, oro, dal legname, all’energia elettrica, al petrolio, dal pellame, alla produzione agricola, dal comparto agroalimentare a quello ittico: un paese ricchissimo e ben sfruttato all’interno, ma che per cecità di vedute, non ha ancora stabilito convenzioni che consentano esportazioni e importazioni a dazi doganali accettabili. E’ impossibile pagare dazi del 60% sia in entrata come in uscita, e dunque sino al giorno in cui non si firmeranno accordi, ci accontenteremo di un Brasile turistico, e seppure qualche marchio della moda è presente, è puro marketing, mentre per le aziende elettriche o petrolifere gli accordi sono decisamente migliori. Questo Paese ha un talento straordinario che è la musica, l’unica ad aver varcato i confini conquistando tutto il mondo, rappresentato da straordinari artisti, di vario genere, benchè da noi siano conosciuti solo il samba, la bossa nova, e la capoeira. Ma gli stili musicali brasiliani sono infiniti, e soprendentemente accattivanti.
La musica non è la sola ad aver varcato le frontiere, ovvero anche l’architettura, rappresentata dal genio dell’Architetto Oscar Niemeyer, all’anagrafe Oscar Ribeiro de Almeida de Niemeyer Soares nato a Rio de Janeiro il 15 dicembre 1907 e scomparso sempre a Rio de Janeiro, 5 dicembre 2012, dunque a 105 anni, longevo e attivo sino alla fine, è stato l’architetto brasiliano che ha cambiato il modo di costruire, innovare, esportare la sua arte. Per chi non fosse aggiornato, è suo il palazzo delle Mondadori di Segrate e l’Auditorium di Ravello.
È stato uno dei più noti e importanti architetti a livello internazionale del XX secolo. Tra i pionieri nell’esplorazione delle possibilità costruttive ed espressive del cemento armato, collaborò per diversi anni con Le Corbusier. Sebbene difensore dell’utilitarismo in architettura, le sue creazioni non hanno la blockycoldness frequentemente criticata dai critici postmoderni. I suoi edifici riflettono l’uso di forme dinamiche e curve così sensuali che molti ammiratori hanno visto in lui uno scultore di monumenti più che un architetto. A volte, alcuni critici hanno considerato questa sua cifra stilistica come un difetto.
La sua più grande opera è stata la costruzione totale della città di Brasilia, la capitale che ospita con una planimetria a forma di aereo tutti gli edifici ministeriali, musei, monumenti e la famosissima Chiesa, che più di tutti rappresenta Brasilia. Girando per Rio, e in particolare ogni volta che salgo sul monte della spiaggia di San Conrado, a pochi chilometri dal centro di Rio, (anzi proprio nel finale di Ipanema si incontra l’Avenida intitolata a lui) e la si percorre sino a raggiungere il quartiere Barra, poi si prosegue e si raggiunge San Conrado, si posa l’auto e si sale sui pick up dei piloti di deltaplano o parapendio, che non mi faccio mancare il brivido ogni volta che i venti sono favorevoli, e proprio salendo ci si imbatte in una casa che il Grande Maestro pensò e costruì a soli 14 anni, una casa piccola, priva di angoli, ma già significativa di una grande innovazione. Tra le tante lodi che il Grande maestro merita, l’innovazione, la visione, se pensate agli anni 1920 circa. E la grande capacità di restare sempre contemporaneo ed attuale. Purtroppo non lo sono i suoi edifici , almeno qui in Brasile, per quella materia prima chiamata cemento o calcestruzzo, che ha vita breve. Infatti tutte le sue costruzioni che ho visitato sono in perenne restauro, danneggiati dalla materia che si sgretola, dalle intemperie che non aiutano certo, ma di base vi è stato un pessimo servizio nel fornire ad un genio come Nemeyer materia prima scadente. Brasilia è impressionante, ogni palazzo è “ferito” da migliaia di crepe, bendaggi, tralicci di sostegno, e fa impressione in una città tutta basata sulla sua architettura, vedere una specie di ospedale, una clinica, un ricovero, che probabilmente non si potrà mai sanare. Il Palazzo Mondadori per esempio, fatto in Italia, è tutt’oggi in ottime condizioni, così come alcune costruzioni a Rio de Janeiro, dove forse, sollecitate dal grande turismo, sono meglio conservate.
Nel 1940 iniziò il progetto Pampulha quando Nemeyer incontrò Juscelino Kubitschek de Oliveira , che era al tempo il sindaco di Belo Horizonte, capitale dello Stato del MinasGerais. Lui e il governatore dello Stato Benedito Valadares volevano sviluppare un nuovo quartiere a nord della città chiamato “complesso Pampulha”, e commissionarono a Niemeyer il disegno di una serie di edifici. Il primo monumento moderno in Brasile fu la chiesa di San Francesco d’Assisi di Niemeyer, sempre in quella città, rappresentando parte dei canoni artistici nazionali. Nel 1943, un anno dopo il suo completamento, il complesso includeva un casinò, una discoteca, e un ristorante, uno yacht club, un golf club, e 100 stanze d’hotel (progettato ma mai costruito), distribuiti attorno al lago artificiale. Un ritratto del sindaco fu costruito vicino al lago.
L’edificio fu completato nel 1943, e provocò alcune controversie. Ricevette l’acclamazione internazionale dopo l’esibizione del 1943 di edifici brasiliani, al Museo d’Arte Moderna di New York (MoMA). Le autorità conservatrici della chiesa di MinasGerais rifiutarono di consacrare la chiesa fino al 1959, in parte per la sua forma non ortodossa, in parte per la pittura murale dell’altare, dipinta da Candido Portinari. Il murale dipingeva Cristo come il salvatore di matti, poveri ed eretici.
Pampulha, diceva Niemeyer, gli ha offerto “l’opportunità di combattere la monotonia dell’architettura contemporanea, l’ondata del mal interpretato funzionalismo ivi nascosto, e i dogmi di forma e funzione che emersero, contrastando la libertà plastica che il cemento armato introduceva. Era attratto dalle curve – le liberate, sensuali curve suggerite dalle possibilità di nuove tecnologie ancora spesso richiamate in venerabili vecchie chiese barocche, deliberatamente ignorando la giusta angolazione dell’architettura razionalista disegnata con riga e squadra a favore dell’audace entrata in campo di curve e linee rette offerte dal cemento armato. Questa deliberata protesta partì dall’ambiente nel quale viveva, con le sue bianche spiagge, le sue imponenti montagne, le vecchie chiese barocche e le bellissime donne abbronzate.
Infiniti sono i progetti del longevo architetto, così come le onorificenze come La Gran Croce Nazionale al merito scientifico e Cavaliere dell’Ordine Nazionale al merito Culturale, ottenuti in Brasile, che tuttavia va ricordato che nel 64 fu rimosso dall’incarico universitario ed esiliato per le sue idee cosi avanguardistiche, e solo nel ’65, 200 professori lo richiamarono al suo posto di lavoro. Infiniti sono i premi ricevuti all’estero, tutti meritatissimi, per un Grande Genio, un Grande Architetto, un Grande innovatore, che per fortuna ha lasciato traccia in molti architetti oggi operanti che seguono le sue linee guida, le su direzioni, alcuni acclamati seguaci, altri semplicemente allineati con la sua filosofia, pur non citandone la fonte.
Un Grande personaggio, che mancherà alle generazioni future, al mondo dell’Arte, Architettura e del Design.