La Fondazione Donà dalle Rose da’ il via alla stagione culturale di Venezia salutando il nuovo anno con la Residenza d’Artista di David Berkovitz “Le quinte dell’Anima”, che sarà ospitata dal 13 al 25 Gennaio 2024 nelle sale dello storico androne di Palazzo Dona’ dalle Rose.
Ambizioso progetto artistico di matrice internazionale, realizzato in collaborazione con l’art curator Alessio Musella, “Le quinte dell’Anima” è una particolarissima Residenza d’Artista ideata da Chiara Modica Donà dalle Rose con l’intento di focalizzare l’attenzione di critica, collezionisti, amanti dell’arte in particolare e grande pubblico in generale sulla poliedrica figura di David Berkovitz, artista italiano di origini bolognesi la cui poetica rimanda al neo spazialismo.
Berkovitz – che ha fatto il suo debutto sulla scena artistica nel 2011 – porta a Venezia il suo estro e il suo spirito al tempo stesso introspettivo, impegnandosi durante il suo soggiorno artistico in Laguna nella creazione di una capsule collection ispirata a Venezia, ai suoi colori e alla sua essenza più autentica. La vasta e variegata produzione di questo ingegnoso artista spazia da opere in carta a opere realizzate con tecnica mista sino alle più recenti in oro.
In concomitanza con la Residenza d’Artista, ben tre opere della serie Divaricazioni del Bianco verranno esposte in esclusiva presso la Fondazione Donà dalle Rose e sarà inoltre possibile ammirare dal vivo anche altre opere realizzate nel corso del 2023 da Berkovitz “artista complesso, a volte difficile da comprendere in prima istanza ma sicuramente capace di creare opere fuori dal comune, articolate, coinvolgenti e di grande impatto visivo” afferma Chiara Donà dalle Rose, Presidente dell’omonima Fondazione, che prosegue: “Ho scelto di sostenere la sua Residenza in pieno accordo con i principi della Fondazione Donà dalle Rose che da tantissimi anni è impegnata in prima linea aa promuovere giovani talenti, figure eclettiche e personaggi affermati del panorama artistico-culturale italiano e non solo. Sono orgogliosa di poter proporre a una città raffinata come Venezia un artista a sua volta così elegante e delicato, introspettivo e profondo”.
La modalità che caratterizza l’intervento di Berkovitz sulla materia appare come un graffio: tra i suoi segni distintivi troviamo i tagli che rappresentano un modo e un mezzo attraverso cui l’artista imprime sui suoi lavori una sorta di cicatrice per ricordare.
Come sottolinea l’art curator Alessio Musella “La scelta di utilizzare il nome di un serial killer non è casuale. Berkovitz è il lato oscuro di ognuno di noi. La scelta del nome nasce da un momento di profonda e intensa riflessione dell’artista sull’essere ciò che in realtà non si dice e non si lascia trapelate di se stessi poiché l’uomo è abituato costantemente ad indossare una maschera di pirandelliana memoria. In quest’ottica Berkovitz viene ad essere un anti-eroe che si ribella al sistema. Nelle sue opere ritroviamo inoltre una precisione maniacale, tagli perfetti che si susseguono creando una sorta di quinta teatrale della vita e celando un mondo ‘altro’ che ognuno può immaginare a proprio modo.
“Il suo creare non vuole andare oltre, ma volutamente si ferma dopo i tagli, solo all’apparenza simili ma mai uguali. È come se Berkovitz tagliasse l’anima dell’uomo separando in essa da un lato ciò che è puro (il bianco) e dall’altro ciò che è in ombra in ognuno di noi (il nero) dando cosi voce anche all’effimero che rischia di trasformare l’essere in un mero apparire (l’oro)”, conclude Musella.
Progetto artistico-culturale internazionale promosso in collaborazione con
l’art curator Alessio Musella
Dal 13 al 25 gennaio 2024