venerdì, Novembre 22Settimanale a cura di Valeria Sorli

Ridiamo e siamo felici!

Ridere è necessario perché svuota, ripulisce. In certi ospedali indiani è una vera e propria terapia. Ridere rallegra e fa riemergere emozioni d’ogni sorta. Le persone che non ridono mai, sono ammalate nell’anima. Concentriamoci sul momento presente che è già abbastanza ricco di per sé. Ripetiamoci che tutto cambia, persino le preoccupazioni e i problemi e che nulla è immutabile. Compiliamo una lista delle cose che ci arrecano piacere e cerchiamo di compierne una al giorno. Facciamo giardinaggio, cuciniamo, passeggiamo, sorseggiamo un buon tè con qualche biscotto, creiamo qualcosa che poi potremo ammirare, che può essere una torta squisita, un’aiuola fiorita, un armadio perfettamente in ordine. La gioia di vivere dipende da tante piccolezze e non bisogna rinunciare ad essere libere, sobrie, gradevoli o socievoli. La felicità è un esercizio fisico e mentale costante, una lotta perenne. Occorre sapersi difendere da tutto e trovare rifugio nella propria vita, nella consapevolezza che dove è possibile vivere, è anche possibile vivere bene. Il nostro obiettivo non dovrebbe essere la ricerca di beni effimeri, ma la conquista della felicità, del benessere nella mente e nell’anima, e della libertà, la creazione di una propria estetica dell’esistenza. Tutto può renderci felici. Ogni istante di felicità è un momento di realizzazione personale. Sono numerosi i piccoli gesti della vita quotidiana che possono essere fonte di gioia, come scrivere una lettera, organizzare una cena fra amici, mettere in ordine la casa. Se nutriamo dei sogni per il futuro, significa che crediamo ancora in  noi stessi e finché vivremo ci si offriranno delle scelte. Le persone che si considerano povere o infelici non attingono alla propria immaginazione e lasciano morire dentro di sé una quantità di cose che potrebbero essere belle e profonde. L’essere umano non può trovare maggior pace e serenità che nella propria anima, soprattutto se nel suo intimo possiede conoscenze dalle quali può attingere una tranquillità e un ordine perfetti. Rassegnamoci con eleganza all’inevitabile, cercando di trarne un insegnamento. Evitiamo l’evitabile e affrontiamo tutto il resto con fermezza e pazienza. 
Accettare mentalmente il peggio aiuta a risolvere i dubbi, a rinunciare alle false speranze, a liberarsi dall’inquietudine. Quando ci diciamo che abbiamo tutto da perdere, vuol dire che possiamo guadagnare qualcosa. Non accettare la vita così com’è impedisce di crescere. In una stessa giornata possiamo essere sia discepoli che maestri e la saggezza consiste nel sapere che cosa fare in determinati momenti. 
Smettendo di lottare contro l’inevitabile, potremo vivere più serenamente. Sorridiamo e tutto sarà più semplice.

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