sabato, Novembre 23Settimanale a cura di Valeria Sorli

Siviglia-Tapas e cultura

Che l’Europa sia uno tra i continenti più interessanti storicamente che paesaggisticamente, è un dato incontestabile. Dal Polo Nord con i suoi meravigliosi ed affascianti paesi innevati, le aurore boreali ele notti bianche- Scendendo giù per le bellezze dei campi olandesi, le architetture della Francia, Germania, Austria e tutto l’est Europa  segnata da monumenti imponenti,arrivando sino al Mediterraneo, dove tra la nostra bellissima Italia, la culla della storia insieme alla Grecia e infine la Spagna, la penisola Iberica, ma senza escludere il romantico Portogallo.                                                                                                                                  In vari anni ho avuto la fortuna di visitare tutto, qualche paese con più frequenza altri invece, una volta sola.
La Spagna, tra l’anno 80 e l’85, la visitai con un amico professore di storia, palmo a palmo, con cartine geografiche alla mani e jeep perchè i telefonini non esistevano ancora. Ho una conoscenza del paese della Paella, piuttosto dettagliata- Mancavo da molti anni, a parte qualche sporadica visita a Barcellona e Madrid per vedere mostre, come quelle di Bilbao, mentre quest’anno ho deciso di riprendere i contatti con quella terra che mi aveva tanto affascinato che è l’Andalusia, una delle 17 comunità autonome della Spagna. Brillano in quell’angolo di mondo armonioso:  Almeria, Cadice, Cordova, Malaga e Siviglia, capitaledella comunità Andalusa, con i suoi 8,5 milioni di abitanti resta tuttavia una città a misura d’uomo, con abitazioni basse, tutte curatissime  e pensate che 20 anni fa era in stato di degrado e la giunta comunale decise un ripristino, e oggi meravigliosamente restaurata. C’e da dire che per loro fortuna non hanno subito guerre e distruzioni, e l’armonia delle costruzioni è palpabile, senza inserimenti di edilizia popolare come invece è avvenuto in Italia,  anche nelle periferie hanno mantenuto uno stile tipico andaluso senza farsi contaminare da casermoni in cemento, lasciando il bianco di base dei muri, seppure senza ghirigori di stile manueligno e  i famosi balconi verandati sono il loro segno identificativo più dirompente.
Visitando Siviglia e partendo dal centro storico, dove l’imponente Cattedrale di Santa Maria della Sede, immenso monumento gotico in pietra ocra, è una delle più grandi del mondo occidentale, con la famosissima torre Giralda, e  una volta giunti in cima, con il rintocco delle campane, si gode di un paesaggio straordinario, con la citta in primo piano e l’estensione della periferia. E’ attraversata dal “grande fiume” Guadalquivir, arteria fondamentale per l’Andalusia, che a 60 chilometri sfocia sull’Oceano- Da sempre è stato l’unico accesso di tutte le merci e spezie, che arrivano dall’America o dall’ India. Sulla passeggiata della “delicias”, sorge la torre dell’oro, anticamente il punto di sbarco, di commercio e dogana. Oggi la Torre è un monumento, un riferimento culturale, sulle rive del fiume attraversato ogni 500 metri da ponti, da quello dedicato a Isabella II, progettato da Eifell, al più moderno ponte di Calatrava.

Sempre di Eifell è il meraviglioso mercato del pesce Barranco, una costruzione di ferro di un’architetto che al contrario di quello che molti pensano è nato in Catalogna, oggi diventato una location accogliente per ristoranti di tutti i tipi e difronte, l’immancabile piazza dell’arena dei tori (ma quando smetteranno questa nefasta tradizione?).

Nel 1929 Siviglia ospitò l’esposizione universale Ibero-Americana, e per l’occasione costruirono una monumentale quanto meravigliosa piazza di Spagna, con canali navigabili, fontane, mosaici, ceramiche,ponti e parchi, come quello dedicato a Maria Luisa, che ospita il museo archeologico e il giardino “glorieta del las palomas,”, nulla di più romantico. E che dire dell’Alcazar? Una tra le meraviglie del mondo arabo, poi convertito al cristianesimo, dove si rischia di perdersi nell’immensità dei labirintici giardini. Insomma, Siviglia è incantevole e la vita diurna e notturna è in grande fermento tutto l’anno. La cucina spagnola non brilla che per pochi piatti: la Paella-piatto a base di riso e cento versioni tra carne, pesce, legumi e le Tortillas, frittate principalmente a base di patate, prosciutto iberico e
gazpacho. Ma la genialità è stata quella di trasformare tutto in Tapas, ovvero porzioni, quindi i ristoranti sono zeppi, economici, organizzatissimi- Con questo sistema, la media di ogni tapas è 4euro, e con 12-16 euro hai consumato un pasto eccellente, oggi degno di essere paragonato alla nouvelle cuisine.

La gita a Cordova per visitare la Moschea e l’Alcazar è assolutamente imperdibile, albe e tramonti con il cielo rosso tipico andaluso, aggiungono fascino a questa terra dolce, accogliente e romantica.

Prossima tappa: Granada e l’Alambra saranno il prossimo obiettivo, senza dimenticare che bisogna prenotare 2 mesi in anticipo la visita al monumento più celebre della Spagna.