domenica, Aprile 20Settimanale a cura di Valeria Sorli

Spazi poetici- Viaggio fra storia e tradizione

La paura dell’altro, dello sconosciuto, si diffonde giorno per giorno  e isola le persone. Come sarebbe bello tornare a guardarsi in viso, occhi negli occhi senza timore, coloro che finalmente vorremmo incontrare magari ai Caffè, le Vinerie, le Sale da thè o altro.  Un’idea nuova e in prospettiva che alimenti una buona dose di positività. Qualcosa di importante, di irrinunciabile, da trasmettere con speranza a chi ci è accanto. Il mondo dell’Arte è un potente collante che permette di vivere con l’altro la bellezza che nasce dal “cuore”. Una tensione positiva da educare costantemente. La stagione che stiamo vivendo ci propone nuove sfide.  Un tempo nuovo, quando il peggio sarà un ricordo, per riscoprire radici antiche  che riportino le persone al fascino intimo dell’incontro. Non uno specchio narcisistico ma una finestra aperta su nuove realtà. Si tratta di una sfida della riconquista personale nonostante le barriere, le schermature, le mascherine…

A Grottammare alta è nato, ai primi di febbraio 2020, in  un luogo panoramico e datato: “M481” (millequattrocento ottantuno) una rivisitazione dei “Caffè Letterari” a cura di  Antonella Romoli e Giuseppe Rivosecchi. Un ambiente storico in cui Pittori, Poeti, Scrittori, Giornalisti e chiunque artista, possa ritrovarsi e dialogare con il pubblico.   La speranza  è che si possa tornare alla bella  abitudine del conversare in sicurezza.  Un luogo tra l’altro che assume il volto di una interessante  galleria d’arte, oltre la possibilità di poter conoscere  nuovi artisti

Di spazi simili, ne parlò lo stesso poeta e pittore romano Cesare Pascarella (1858-1940) con riflessioni ancora attuali.

Per dovere di cronaca storica, è interessante scoprire che il primo Caffè letterario d’Europa, non ebbe i natali in Italia benché fu un italiano a fondarlo: si chiamava “Le Procope”, e fu inaugurato nel 1686 a Parigi dal giovane siciliano Francesco Procopio dei Coltelli.

Il locale si trovava davanti alla celebre Comédie Française, teatro parigino.  Divenne presto luogo d’incontro di famosi illuministi e di molti protagonisti della Rivoluzione francese, da Marat a Danton, da Robespierre a Diderot, da D’Alembert a Mirabeau.

L’Italia inaugurò nel Settecento la tradizione nazionale dei Caffè letterari,  laboratori del nuovo pensiero.

Così Montesquieu li descriveva: “Sono luoghi dove il discorso crea la realtà, dove nascono piani giganteschi, sogni utopistici …senza che si debba lasciare la propria sedia…”.

Attualmente, ne restano nove: a Trieste,  troviamo il Caffè Tommaseo, che deve il proprio nome a Niccolò Tommaseo, eroe della Repubblica di San Marco (1848-1849) e autore del “Dizionario della Lingua italiana”,     il più importante vocabolario prodotto durante il Risorgimento.

A Venezia,  nella famosa piazza San Marco, dal 1720 c’è il notissimo Caffè Florian. Deve il suo nome al fondatore, Floreano Francesconi,  detto “Floriàn”. Sui suoi tavolini in marmo bianco, si sono seduti:  Stendhal, Foscolo, Lord Byron, Balzac, Richard Wagner e Charles Dickens.

A Padova, vi è bellissimo Caffè Pedrocchi, realizzato fra il 1831 e il 1842. . E’ stato il ritrovo di patrioti del Risorgimento. Fu chiamato “caffè senza porte” perché, fino al 1916, era aperto ventiquattr’ore su ventiquattro. Prende il nome dal primo proprietario bergamasco Antonio Pedrocchi.

In via Montenapoleone, a Milano, vicino al Teatro La Scala, nel 1817 fu inaugurato l’elegantissimo Caffè Cova, conosciuto come Pasticceria Cova. Vi si riuniva la  borghesia meneghina, oltre a scrittori importanti, come Arrigo Boito, Giovanni Verga, Federico De Roberto, Giuseppe Giacosa. E spesso anche Giuseppe Verdi si è accomodato ai suoi tavolini.

A Torino, nel 1763, nasce  il Caffè Al Bicerin, che deve il suo nome alla dolce bevanda  composta da crema di latte, cioccolato e caffè. Lo storico locale è accanto al Santuario della Consolata. Il suo  successo fu dovuto anche al fatto che i fedeli appena usciti dalla Messa vi si andavano a rifocillare dopo il digiuno imposto dalla mezzanotte. Sorseggiando il “bicerin” nelle domeniche pomeridiane, vi si potevano incontrare personaggi  come: Camillo Benso conte di Cavour, Alexandre Dumas padre, Giacomo Puccini e Friedrich Nietzsche.

Scendendo  verso il centro Italia,  a Pisa, si trova il Caffè dell’Ussero, fondato nel 1775. Nel periodo risorgimentale fu ritrovo di studenti universitari e patrioti, ma anche di scienziati positivisti. Nel 1839 ospitò i primi incontri della “Società italiana per il progresso delle scienze”. Anche questo caffè letterario ha le sue celebrità:  il poeta premio Nobel Giosue Carducci, il filosofo Giovanni Gentile, il fondatore del movimento futurista Filippo Tommaso Marinetti, gli scrittori Curzio Malaparte ed Ezra Pound.

Tra i suoi frequentatori c’era anche il filosofo Filippo Mazzei, amico dei primi cinque presidenti Usa, e soprattutto di Thomas Jefferson.

Il Caffè Giubbe Rosse di Firenze, fu fondato nel 1897 da fabbricanti di birra tedeschi, i fratelli Reininghaus. Per i fiorentini, semplicemente chiamato “Giubbe Rosse”, per via che i camerieri del locale  indossavano una divisa alla moda viennese. In questo famoso caffè, transitarono: Papini, Soffici, Prezzolini, Marinetti, Boccioni, Palazzeschi, Carrà, poi, tra le due guerre, gli scrittori  Montale, Gadda, Saba, Bo, Luzi, Landolfi, Gatto, Pratolini, Bigongiari, Parronchi, e nel dopoguerra, numerosi altri intellettuali come Vittorini e Quasimodo.

A Roma, nasce l’Antico Caffè Greco che  dal 1760 è tempio della cultura della capitale. Deve il suo nome  all’origine ellenica del fondatore: Nicola della Maddalena, e per un certo periodo fu anche chiamato popolarmente “Caffè dei Tedeschi”, per la presenza di molte celebrità, come Schopenhauer, Wagner, Liszt e Mendelssohn. Il Caffè Greco è tra l’altro una galleria d’arte privata, aperta al pubblico. Ospitava mensilmente gli incontri del “Gruppo dei Romanisti”: accademici e studiosi della storia e della cultura di Roma.

A Napoli, al Gambrinus, troviamo tra gli illustri frequentatori  anche Oscar Wilde. Fu inaugurato nel 1860 ed ha ospitato parecchie personalità della cultura,  come Hemingway, Sartre, Croce, D’Annunzio, Totò, i fratelli De Filippo, fino a Bill Clinton.

Gli incontri d’Arte, nel periodo pre Covid-19 e durante le brevi aperture della scorsa estate, che son stati proposti alla Vineria “M481” a cadenza settimanale, hanno avuto lo stesso scopo di quello dei vari luoghi citati. La cornice del luogo proteso in terrazze lussureggianti di aranceti profumati e mare, con orizzonti che cambiano colore di ora in ora, stupisce, affascina, ispira poesia…L’augurio è quello di ricominciare quanto iniziato perché come scrisse Dostoevski: ”La bellezza salverà il mondo”.

A cura di Stefania Pasquali