Esce il 15 marzo in tutte le principali piattaforme musicali (e a fine marzo nei negozi di dischi e librerie) l’album tratto dalla colonna sonora originale del film “mockumentary”di Stefano Landini “Stolen moments”, una storia di musica e sfide sociali ambientata negli anni Settanta che vede il protagonista alle prese con l’apertura di un jazz club all’interno di capannoni industriali dove vivono intere famiglie immigrate a Torino in cerca di lavoro.
Il percorso che accompagna le musiche del film – composizioni originali di Massimo Fedeli – comprende una parte che si immagina eseguita dal vivo e lo “score” del film, registrato in sala con i musicisti. A suonare in questo ricercato e appassionato progetto discografico sono Emanuele Coluccia al sax tenore, Alberto Di Leone a tromba e flicorno, Lorenzo Lorenzoni a trombone tenore e susafono, Francesco Angiuli al contrabbasso, Enzo Lanzo alla batteria, Vito Quaranta a chitarra e banjo, Massimo Fedeli a pianoforte e Rhodes. L’album comprende anche un brano cantato, “Beginning of a dream” (di cui è già in rete il videoclip), che vede la speciale partecipazione del vocalist Mario Rosini.
Il film, che sarà presentato in anteprima al BiF&st 2024 il 16 marzo, narra la vicenda di Sabino, giovane pugliese amante del jazz, che con il cugino Michele e con Pasquale, giocatore d’azzardo – entrambi di Bari vecchia – apre a Torino un club in quello che scopre essere uno dei famigerati capannoni destinati alle famiglie degli emigrati del Sud. Un’iniezione di cultura che trasforma un luogo di degrado in un punto di riferimento non solo per i jazzofili ma per lavoratori ed emigrati che respirano una boccata di ossigeno in una terra ostile. Una scommessa che, in un contesto socio-politico complicato e dopo tante problematiche e sforzi per costruirla, viene inizialmente vinta: ma non tutto, purtroppo, andrà secondo i piani…
Il tutto viene raccontato attraverso la parte documentaristica del film – con materiali di repertorio autentici provenienti dagli archivi dell’AAMOD (Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ETS) e dall’Archivio del Cinema di Impresa di Ivrea, che fa capo al Centro Sperimentale di Cinematografia – e falsi – le interviste ai protagonisti del film, invecchiati – con il grande narratore Pupi Avati, intervistato da un immaginario programma televisivo di oggi, in cerca della storia della settimana.
La fiction attinente alla storia narrata è invece stata girata interamente in Puglia, interpretata da grandi attori di quella regione e non solo: su tutti spicca Nicola Nocella, giovane promessa del nuovo cinema italiano (ha interpretato ‘Il Figlio più Piccolo’ proprio di Pupi Avati ed è stato candidato al David di Donatello per il film “Easy”), e Paolo Sassanelli, noto per “l’Ispettore Coliandro” e ‘il Metodo Fenoglio’ sui canali RAI, oltre che per molti film da lui interpretati.
Oltre a loro recitano Michele Sinisi, apparso in ‘Palazzina LAF’ di Michele Riondino; Antonella Carone, celebre per la saga “Me contro Te”; Barbara Monetti nel ruolo di Immacolata; Luigi Moretti in quello del sassofonista torinese Pino Pozzo… e tanti altri.
“Stolen Moments” appartiene quindi ad un genere cinematografico difficile da codificare: ne sono pochi gli esempi (il più celebre è ‘Zelig’ di Woody Allen): il suo linguaggio è infatti la ricostruzione dei fatti narrati come ci ha abituato la Televisione con le inchieste giornalistiche, soltanto che qui sarà difficile distinguere il vero dal falso, la fiction dal documentario: una riflessione sulla necessità e sulla concretezza dl vero, in tempi in cui le immagini della realtà possono essere manipolate e create artificialmente in ogni modo. L’obiettivo del film è infatti quello di giocare con i generi e con lo spettatore più smaliziato, per far sì che si esca dalla sala o dalla visione chiedendosi ‘ma quello che ho visto è accaduto veramente?’: domanda ormai perfettamente legittima in tempi in cui tutte le immagini possono essere ricreate con l’Intelligenza Artificiale.
Il film, co-prodotto da LCN srl, Rio Film e Bronx Film srl, gode del Patrocinio del Comune di Mola di Bari ed è stato realizzato grazie al contributo di Apulia Film Commission.