E sono passati 20 anni dalla prima volta che Titanic sbarcò nelle sale cinematografiche di tutto il mondo e ovviamente anche in Italia. Era il 1998, il Nuovo Millennio era alle porte, il mondo e noi eravamo molto diversi ma l’accoglienza del kolossal di James Cameron ebbe una connotazione molto simile a quello che oggi potrebbe essere un autentico fenomeno virale: più potente di ogni social o di internet, Titanic scatenò un’epidemia di consensi senza precedenti nella storia del cinema superando ogni record non solo come incassi (il secondo nella storia del cinema superato da Avatar sempre di James Cameron), Oscar vinti (11 su 14 nomination), ma ha avuto quell’incredibile capacità di non invecchiare mai.
Una perfezione di ogni minimo dettaglio non solo cinematografico, ma anche musicale, artistico, culturale, un capolavoro senza tempo. In questi 20 anni la purezza del film infatti resta incredibilmente attuale, grazie anche ad un’abile strategia di spin off che lo ha riportato sempre in voga, tra masterizzazioni, edizioni speciali, eventi, versioni in 3D ( fra tutte quella del 2012), il Titanic Live, fino alla scorsa settimana dove è sbarcato nuovamente nei cinema nei giorni 8-9-10 ottobre e ancora una volta ha saputo toccare i vertici del botteghino arrivando al secondo posto dei film più visti. Nella tre giorni di programmazione il totale portato a casa è stato di 239.187 euro con una media schermo davvero molto alta considerando che stiamo parlando di un film che ha numerosi passaggi televisivi nel corso dell’anno.
Titanic ha saputo attirare un pubblico transgenerazionale raggruppando da un lato chi lo ha visto 20 anni fa e dall’altro la nuova generazione dei giovani e dei giovanissimi. Un film che piace proprio perché sa andare oltre se stesso, comunicando in realtà una parabola della nostra vita slegandosi dal tempo e dalle generazioni.
D’altra parte questo film nasce per essere vissuto in sala, come ha ribadito lo stesso Cameron in molte interviste: lo grande schermo è il luogo scenico in grado di dare vita a tutta la sua immensa teatralità, la sua straordinaria potenza epica, detonando quell’ impatto emotivo che non invecchia né dal punto di vista artistico né dal punto di vista narrativo. La storia d’amore di tutte le storie d’amore vive nella sua irraggiungibile drammaticità sulla nave simbolo della società di ogni società: le divisioni sociali, la violenza, l’arrivismo, la brutalità tra le classi, l’immigrazione, la cupidigia, la tracotanza dell’uomo nello sfidare la natura a colpi di lusso e tecnologia. Se ci pensiamo bene il nostro Titanic che sta sfracellandosi contro un iceberg è davanti ai nostri occhi ogni giorno.
Davanti ad uno spettacolo di indifferenza, superomismo e sbruffonaggine arriva l’amore, quella forza immensa, capace di superare ogni divisione e violenza: è l’amore puro, sincero, incosciente e irrazionale, un’alchimia inspiegabile che diventa speranza, sogno, felicità ma al tempo stesso dramma, solitudine, promessa. Lo si vive quando si è giovani, ma lo si conserva per sempre.
La ragione di vita per un’anzianissima donna è racchiusa nel suo cuore, quel cuore che è andato avanti diventando la sua stessa ragione di vita, un cui valore ben più grande del diamante più costoso del pianeta: dinnanzi a questa forza che tocca una volta sola ma che dura una vita, nulla può avere un valore più grande di una promessa, di una scelta, di un ricordo.
Certo, la viralità di Titanic è stata sicuramente aiutata dal divismo di Di Caprio oppure dall’irraggiungibile voce di Céline Dion, ma la vera forza cinematografica è la sua ineguagliata potenza espressiva che ci porta attraverso ad un coinvolgimento emotivo studiato secondo dopo secondo attraverso l’arte del cinema a farci riflettere sul senso della nostra vita, proprio come può accadere con un’opera d’arte. E come ogni capolavoro anche Titanic non conoscerà tempo.
Alla prossima proiezione.