sabato, Novembre 23Settimanale a cura di Valeria Sorli

Un Festival tutto al femminile

 

E’ stato un Festival al femminile, all’insegna dell’eleganza, della classe e soprattutto della cultura. La kermesse più glamour del mondo conclusasi il 19 maggio scorso, è stata un’edizione in pieno stile Cate Blanchett, Presidente della Giuria che ha dichiarato: “Sono profondamente onorata di questo incarico, di passare giorni a discutere con questi talenti che sono qui in giuria con me, a fare discorsi sulla creatività. Le nostre attese, le nostre preoccupazioni le lasciamo fuori dalla porta, non resta che accalorarci sui film che ci apriranno il cuore”.

Sullo sfondo del bellissimo poster che ha immortalato il bacio tra Jean Paul Belmondo e Anna Karinanel nel film Il bandito delle 11 (Pierrot le fou) diretto da Jean-Luc Godard nel 1965, la 72 edizione di Cannes ha aperto i battenti con “Tutti lo sanno” di Asghar Farhadi, con Penelope Cruz e Javier Bardem, uniti sul Red Carpet e nella vita privata, un film che forse non entrerà nella storia del cinema. L’eleganza e la classe della Blanchett, memorabile volto di Elizabeth, ha declinato bon ton, privilegiando il contenuto e non in contenitore: una curiosità è stata l’etiquette sul red carpet che ha fatto sfilare toni più contenuti e vietato selfie.

Ricorderemo Canne 2018 per l’ottimo risultato ottenuto dal cinema italiano: il premio come Miglior attore  è andato a Marcello Fonte protagonista in Dogman di Matteo Garrone, mentre miglior sceneggiatura per Alice Rohrwacher in  Lazzaro felice. Memorabile la premiazione di un emozionatissimo ed incredulo Fonte per mano di Roberto Benigni, a Cannes insieme a Nicoletta Braschi, nel cast della Rohrwacher: “Da piccolo quando ero a casa mia e pioveva sopra le lamiere, chiudevo gli occhi e mi sembrava di sentire gli applausi e ora li riapro e li applausi siete voi e sembra il calore di una famiglia, mi sento a casa e a mio agio con voi. La mia famiglia siete voi, ogni granello della sabbia di Cannes. E ringrazio Matteo che ha avuto il coraggio e la follia di volermi con sé”, ha dichiarato.

La Palma d’oro invece è andata a Un affare di famiglia di Hirokazu Kore-eda, che denuncia un Giappone molto diverso dalla tradizionale immagine di benessere: povertà inaspettata e disagi sociali, una scelta anticonformista che lo stesso Koreda ha commentato così: “Grazie di questo premio, credo nel cinema che sa far trovare in accordo anche Paesi che di solito si scontrano”.

Tra i look impeccabili sul Red Carpet, le serate di movida con bon ton, l’applauditissimo Martin Scorzese, ospite d’onore per l’apertura, ricordiamo il discorso duro e sentito di  Asia Argento durante la serata conslusiva: «Nel 1997 fui violentata da Harvey Weinstein qui a Cannes. Avevo 21 anni. Oggi voglio fare una previsione: Harvey Weinstein non sarà benvenuto qui mai più. Ma seduti in mezzo a voi stasera ci sono ancora quelli che devono rispondere delle loro azioni. A loro dico: non vi permetteremo più di farla franca».

A noi ci piace.