Bellissima e in gran forma, professionalissima e semplicemente unica: anche quest’anno Veronica Maya è stata protagonista al Festival di Sanremo in qualità di madrina di Casa Sanremo, la bellissima club house di eventi, food e broadcast dal Palafiori di Sanremo. Si è trattata di un’edizione molto importante in quanto ha festeggiato le 15 candeline, un traguardo di grande crescita che ne ha decretato un punto di riferimento indicusso parallelo all’Ariston.
Inoltre , Veronica è stata il volto di “Telefortuna”, il concorso di Rai Canone riservato agli abbonati: i dieci “Telefortunati” estratti hanno preso posto nella platea del Teatro Ariston insieme a Veronica per la finalissima, oltre ad avere partecipato ad una serie di iniziative a loro riservate per conoscere e vivere il Festival in modo unico e direttamente da dietro le quinte.
Carissima Veronica, com’è stata questa nuova esperienza sanremese?
E’ stata davvero speciale e ricca di emozioni, non solo per avere ripreso in buona parte la normalità ma anche per avere condiviso un traguardo davvero importante! Mi complimento con il patron Vincenzo Russolillo per la costanza e la capacità di avere fatto crescere una manifestazione così bella e complementare al Festival. Dal 2014 sono stata sempre presente e qui ho dei ricordi davvero indimenticabili, uno fra tutti la mia bimba Katia che allattavo in camerino tra uno show e l’altro!
Come hai vissuto in generale Sanremo?
Ho visto un Festival della musica e soprattutto dopo le grandi difficoltà dello scorso anno dovute alla pandemia, quest’anno si è sentita davvero la voglia di tornare alla normalità. C’è stata la gioia e la voglia di godersi la musica, vera protagonista. Ho visto un Festival molto ritmato e intenso… Non a caso le classifiche stanno premiando le canzoni sanremesi! Belle voci sia tra i giovani e sia tra i big.
Amadeus quarto ci sarà?
Direi proprio di si. Ha vinto sotto ogni punto di vista.
Come si sta evolvendo invece Casa Sanremo?
Vincenzo Russolillo è un imprenditore coraggioso e molto legato ai rapidissimi cambiamenti di gusti e mode. In questi anni Casa Sanremo è cambiata, migliorandosi e plasmandosi: tante cose che vediamo all’Ariston (come il Green Carpet) sono idee della produzione di Russolillo. Casa Sanremo è diventato un salotto, un centro di produzione, un palinsesto televisivo, un luogo fuori dal Festival per fare vivere il Festival. Credo che essere a Casa Sanremo sia importante quanto essere all’Ariston. Quest’anno è stato anche il teatro per progetti anche sociali e politici, come il tavolo di discussione “La musica riparte in sicurezza”.
Sei stata soddisfatta del podio?
Mahmood in coppa con Blanco ha spaccato! Devo dire che da solo non mi faceva impazzire, ma in coppia con lui si è creato un mix poetico e travolgente. Mi è spiaciuto per Fabrizio Moro perché aveva un pezzo veramente intenso. Mi ha stupito Gianni Morandi: il terzo posto credo sia stato guadagnato per la sua grandezza, forse un po’ meno per la canzone!
Inevitabile per un volto Rai come te non farti una domanda su Raffaella Carrà: cosa mi racconti di lei?
Ricordo che ho indossato un suo abito originale quando conducevo Uno mattina estate, quasi 15 anni fa. Avevo una rubrica delle sigle tv, un mondo che ho sempre amato nel balletto e nel canto. Ricordo che scelsi quel vestito direttamente nell’enorme magazzino dei costumi Rai! Fu un brivido! Era una tuta optical di Corrado Colabucci: ballai e cantai quella sigla con timore, rispetto ed emozione a 1000! Temevo quasi che Raffaella mi vedesse! Oggi pensa che mia figlia Katia di 6 anni imita Raffaella cantando e ballando una delle sue canzoni. La sua preferita? Ballo ballo! E’ stata un’icona che ha ispirato praticamente tutte noi che vivrà per sempre grazie alla sua enorme eredità artistica.
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