Era il 1979 e “Comprami” catapultava una bellissima Viola Valentino in testa alle classifiche. Sono passati 40 anni l’alchimia di questa canzone resta immutata nel suo incredibile fascino: melodia coinvolgente, arrangiamento in stile rondò, testo garbatamente provocatorio e una voce sussurrata che faceva impazzire.
Nasce così Viola, oggi artista matura che ha saputo aggiornarsi decennio dopo decennio, resistendo e sopravvivendo al folgore ‘anni 80: testi impegnati, tematiche dure da affrontare, collaborazioni con i più grandi autori contemporanei, sperimentalisimo continuo. Raggiungiamo Viola telefonicamente nella sua casa in campagna: è rilassata, disponibile, piacevole, amica.
Viola, che cosa significa oggi salire sul palco?
Significa riportare in scena un’emozione senza fine: ho perso il conto di quanti concerti ho fatto nella mia carriera ma l’adrenalina che sale non conosce tempo. Mi sono esibita nella curva Sud allo stadio di Verona con 10.000 spettatori oppure per uno showcase in libreria: le emozioni sono le stesse.
Quali sono gli album della maturità ai quali sei più legata?
Tutti: Alleati non ovvi del 2009, I tacchi di Giada, Panna, fragole e cipolle, Rose&Chanel e ovviamente Eterogena, l’ultimo nato. Sono album intensi nei testi e nelle tematiche che ho affrontato, nelle collaborazione che sono nate con autori di grande spessore. Ho sempre voluto attualizzarmi, rinnovarmi, cambiare e migliorare il mio repertorio artistico: mai restare nostalgicamente legati a se stessi.
Però Comprami è la canzone per la quale tutti ti conoscono: ti saresti aspettata questo successo?
Si, infatti resta il mio biglietto da visita e l’amerò sempre. Il successo? E’ arrivato per caso: lavoravo già nel mondo della musica ma come corista, in po’ in disparte ma sempre presente e coerente con gli impegni presi. Comprami mi piacque subito ma il mio produttore mi disse: “Proviamoci ma non farti mai illusioni Viola”. Il resto è storia invece.
Nel tuo grandissimo repertorio vanti l’ultima canzone scritta da Bruno Lauzi, Barbiturici nel the, nel 2006.
E’ stato proprio un gioiello che Bruno mi regalò: la canzone era nel cassetto da diverso tempo, provinata anche da tante famose cantanti ma Bruno non aveva ancora trovato la persona giusta. Ero appena uscita da Music Farm quando mi proposero questo pezzo: lo interpretai e Lauzi immediatamente disse si. Lo considero il suo testamento artistico.
Rifaresti oggi Music Farm?
Certo, è stata un’esperienza che mi mancava. Anzi, mi piacerebbe fare anche un Grande Fratello: sono una persona molto riflessiva e in un reality di questo tipo troverei la dimensione giusta per esprimermi. Amo poi la psicologia e le relazioni.
Un programma che non faresti mai?
L’Isola dei famosi: è un massacro! Non resisterei!!!
40 anni dopo Comprami ti piacerebbe tornare a Sanremo?
Certo! Ho 3 pezzi pazzeschi nel cassetto. Il Festival segue delle logiche molto diverse oggi ma mai dire mai, magari con un featuring.
Hai parlato di omofobia, femminicidio, solitudine, temi duri da portare in musica: come nascono questi pezzi?
Vedi, ho un pubblico estremamente eterogeneo, mi seguono molti ragazzi con i quali collaboro costantemente spaziando anche sul rap. Li ascolto, li vivo, si confessano con me: porto il loro mondo nel mio mondo in musica. La vita di oggi è molto distante dalla spensieratezza degli anni ’80 e l’artista ha il compito di portare in scena questa attualità. La musica oggi non si compra, non si materializza più negli album, non esiste quasi più: per questo motivo è ancora più importante essere attuali, vicini alla realtà, concreti.
Viola, quali saranno i prossimi progetti?
Ho 10 album di inediti pronti. Ti bastano?