domenica, Novembre 24Settimanale a cura di Valeria Sorli

” Women” di Milton H. Greene

In occasione della XXI edizione del Summer Jamboree, che si terrà a Senigallia dal 30 luglio all’8 agosto, Palazzetto Baviera ospita la mostra fotografica Women di Milton H. Greene. L’esposizione in programma dal 17 giugno al 26 settembre 2021, che rientra nel palinsesto di Senigallia Città della Fotografia, presenta una vasta gamma di foto, tra cui preziosi scatti a Marilyn Monroe, polaroid originali, provini e documenti che raccontano l’originale lavoro di uno dei fotografi più celebrati al mondo.

Il Summer Jamboree, il Festival Internazionale di musica e cultura dell’America anni ’40 e ’50 che da anni anima la città di Senigallia con grandi concerti, record hop diffusi tra centro storico e lungomare e un’atmosfera vintage contagiosa, si rinnova anche quest’anno per la sua XXI edizione in programma dal 30 luglio all’8 agosto. Il ricco palinsesto di eventi prevede nuove modalità di accesso, con ingressi contingentati e posti a sedere limitati in modo da poter assicurare le condizioni di massima sicurezza per tutti, ma non sarà per questo meno coinvolgente anzi, lo spirito del Festival come momento di incontro, gioia e condivisione rimarrà invariato, lanciando un messaggio di speranza e fiducia nel futuro dopo il periodo buio appena trascorso.

 

Evento di punta della manifestazione è la mostra fotografica di Milton H. Greene “Women”, prodotta da diChroma photography e curata da Anne Morin. Allestita a Palazzetto Baviera fino al prossimo settembre, accompagnerà tutta l’estate senigalliese, sottolineando così la sinergia tra Summer Jamboree e Senigallia Città della Fotografia”.

 

L’esposizione comprende una vasta gamma di foto, tra cui preziosi scatti a Marilyn Monroe e altre celebrities come Audrey Hepburn, Marlene Dietrich, Geraldine Chaplin, Kim Novak, Shirley MacLaine, Lucía Bosé, Susan Sarandon, ma anche attori come Cary Grant e Sir Lawrence Olivier. Si potranno inoltre ammirare polaroid originali, provini e documenti che raccontano dall’interno il processo di lavoro seguito da Milton Greene. In questi materiali, l’artista rivela infatti il modo particolarissimo con cui colloca il soggetto all’interno del mirino della sua Rolleiflex, avvicinandosi, cambiando la distanza tra loro, giocando con la luce e lo spazio per dare visibilità al soggetto reale dell’immagine. Si scopre così il modo in cui Milton Greene costruisce un linguaggio e una retorica specifici, utilizzando il proprio vocabolario e i suoi continui aggiustamenti per raggiungere il perfetto equilibrio dei suoi scatti.

 

Attivo per oltre quattro decenni nel mondo della fotografia e della produzione cinematografica statunitense, con numerosi riconoscimenti, medaglie, premi nazionali e internazionali ottenuti, Milton Greene è uno dei fotografi più celebrati al mondo.

Nato a New York nel 1922, ha iniziato a fotografare all’età di 14 anni e a soli 23 anni è già definito il “Wonder Boy della fotografia a colori”. Negli anni Cinquanta e Sessanta la maggior parte dei suoi lavori sono apparsi sulle principali testate nazionali tra cui Life, Look, Harper’s Bazaar, Town & Country e Vogue. Oggi gli viene riconosciuto il merito di aver portato, insieme ad altri eminenti fotografi come Richard Avedon, Cecil Beaton, Irving Penn e Norman Parkinson, la fotografia di moda nel regno delle belle arti, ma sono soprattutto i suoi straordinari ritratti di artisti, musicisti e celebrità televisive e teatrali ad essere diventati leggendari.

 

Ma sono sicuramente le foto scattate a Marilyn Monroe a essere maggiormente ricordate.

Il fortunato incontro con l’attrice ebbe luogo nel 1953, grazie ad un incarico affidato a Greene per conto di Look Magazine. I due divennero presto amici intimi e nel 1956 formarono la loro compagnia, la Marilyn Monroe Productions, che produsse “Bus Stop” e “The Prince and the Showgirl”. Prima di sposare Arthur Miller nel giugno del 1956, Greene ha fotografato Marilyn Monroe in innumerevoli sessioni, scattandole alcune delle sue fotografie più belle ed iconiche, che ne colgono appieno gli stati d’animo, la bellezza, il talento e lo spirito.

 

La sua straordinaria abilità di regista, infatti, gli permetteva di catturare le qualità che meglio rappresentavano la persona reale, rendendo ciascuna delle sue immagini una dichiarazione eloquente e unica del soggetto ritratto e convertendo così la sua particolare visione in arte fotografica. Non a caso Marilyn affidò a Greene la sua autobiografia, chiamata semplicemente “La mia storia“.

 

Per questo il lavoro di Milton H. Greene, come dimostrano gli scatti in mostra, continuerà a essere considerato rappresentativo di un’era, certo forse ormai finita, ma che si rifletterà sempre invariata nelle sue immagini iconiche.

PH- © Milton H. Greene / Elizabeth Margot Collection